venerdì 6 febbraio 2015

#CASI FORMATIVI / Motivazione, Motivare, Motivarsi: una discussione pubblica

Riporto qui sotto gli scambi della discussione sul tema della Motivazione avvenuta in pubblico, tra 10 persone, nell’ambito di un network professionale nell'ottobre del 2009. 
Tutti i partecipanti sono professionisti, con ruoli di responsabilità in organizzazioni di lavoro o in campo autonomo.
A parte il sottoscritto, che compare con il suo nome (Massimo), tutte le altre persone sono indicate con nomi di fantasia. 
Con RD (responsabile discussione) è indicato chi ha lanciato il tema e coordina lo scambio.
* * *

RD
Motivazione. Motivare. Motivarsi. 
Vogliamo provare a discutere di questo tema? Credo che ognuno di noi abbia un suo particolare modo di affrontare la cosa. Ed è un tema che si ripropone ogni mattina appena apri gli occhi.

Antonio (1 g dopo)
-:) ottima idea… RD…

Bruno (subito)
Ciao, RD, mi trovi in perfetta sintonia, è la benzina quotidiana!

RD (1 g. dopo)
Bene. Cominciamo a scambiare carburante?
Personalmente credo ciecamente nel “Mens sana in Corpore sano”.
Non affermo mai nulla se non lo testo prima.
Pillola motivante n° 1 : 
Appena alzati, impegnare 5 minuti per stiracchiarsi dolcemente in ogni direzione. (Se a qualcuno interessa approfondire posso insegnarvi come si stirano i meridiani energetici). Quindi passare ad una attività intensa (addominali, saltelli, flessioni, scegliete voi) ma soprattutto CONTINUARE fino a quando sentite di non poterne fare uno in più. Prendete fiato con calma ... e poi via con le consuete attività mattutine. 
Il bioritmo schizza altissimo, e l’energia che avete accumulato, vi servirà per tutta la giornata. 
Energia = Forza = Motivazione. 
... chi ci dona la seconda pillola motivante?

Carlo (2 gg dopo)
”Seconda pillola motivante” ... fare un lavoro che piace.

Bruno (subito)
Ci provo, 3^ pillola motivante: dare un’occhiata ogni tanto all’alba e al tramonto.

Carla (1 g dopo)
Consiglio medico: dare una occhiata all’alba e al tramonto... in compagnia! 

RD (subito)
Benissimo !
Dai che di questo passo facciamo un e-book a più mani: “Motivazione: manuale d’uso quotidiano”, a cura di... Tutti noi !

... Trascorrono 14 giorni .... 

RD (14gg dopo)
... Be’ procediamo all’inverso allora: come aggiriamo la demotivazione? 
Quando ci sono motivi per demotivarsi, da dove traete nuova linfa, nuovo carburante motivante? 

Bruno (subito)
Io ho trovato scritto all’esselunga su un libro alla cassa “resilienza”: sarà il carburante del futuro? 

Bruno (1g dopo)
... poi sono andato su internet ed ho trovato l’argomento trattato da 'managerzen' e 'manager online' ...

Carla (subito)
“Ogni persona brilla con luce propria fra tutte le altre. Non ci sono due fuochi uguali, ci sono fuochi grandi, fuochi piccoli e fuochi di ogni colore. Ci sono persone di un fuoco sereno, che non sente neanche il vento, e persone di un fuoco pazzesco, che riempie l´aria di scintille. Alcuni fuochi, fuochi sciocchi, né illuminano né bruciano, ma altri si infiammano con tanta forza che non si può guardarli senza esserne colpiti, e chi si avvicina si accende”.
I miei principi... contro la demotivazione:
* Introspezione: la capacità di esaminare sé stesso, farsi le domande difficili e rispondersi con sincerità
* Indipendenza: la capacità di mantenersi a una certa distanza, fisica e emozionale, dei problemi, ma senza isolarsi
* Interazione: la capacità per stabilire rapporti intimi e soddisfacenti con altre persone. 
* Iniziativa: la capacità di affrontare i problemi, capirli e riuscire a controllarli.
* Creatività: la capacità per creare ordine, bellezza e obbiettivi partendo dal caos e dal disordine.
* Allegria: disposizione dello spirito all’allegria, ci permette di allontanarci dal punto focale della tensione, relativizzare e positivizzare gli avvenimenti che ci colpiscono.
* Morale: si riferisce a tutti i valori accettati da una società in un’epoca determinata e che ogni persona interiorizza nel corso della sua vita.
Saluti 

RD (1 g dopo)
Provo un primo riepilogo in ordine di apparizione:
- Esercizio fisico appena alzati
- Fare un lavoro che piace 
- Dare una occhiata all’alba e al tramonto... in compagnia! 
- ‘Resilienza’ 
- Introspezione 
- Indipendenza 
- Interazione 
- Iniziativa 
- Creatività 

Carla (1g dopo)
Non dimenticare l’allegria... è il punto determinante :-) 

Dario (1g dopo)
Mi motiva:
1) la serena consapevolezza di agire in sintonia con i propri Valori;
2) donare, donarsi, fare senza contare, appassionarmi, qualche volta esagerare proprio...;
3) provare gratitudine ed assaporare l’attimo intenso che si sta vivendo, “bello” o “brutto” che sia, comprendendo che stiamo vivendo!
Grazie per questo bellissimo tema ed un caro saluto a tutti!

Emma (subito)
L’aver trovato una soluzione creativa ad un problema, piccolo o grande che sia, riuscire a “vedere oltre”, essere d’aiuto a chi mi sta intorno, ricevere in cambio un sorriso ... 

RD (1g dopo)
Wow. Direi che cominciando a riflettere sul significato profondo di quanto scritto fin qua, c’è da riflettere a lungo.
Yin e Yang 
Proviamo a sondare anche l’altro lato? ... il lato oscuro della forza... ;-) 
Cosa vi demotiva?

Carla (subito)
... Praticamente nulla, ma credo sia dovuto al mio forte stimolo di rivalsa :-)
Buona e felice giornata 

RD (subito)
... Carla, fammi una iniezione del tuo “stimolo”. Ti invidio.
Personalmente mi demotiva l’incomunicabilità. 
Amo l’incontro. Non disdegno lo scontro. Nel pieno rispetto del mio antagonista. 
Se invece si accampano ragioni futili ma incontestabili. Se qualsiasi tua motivazione (giusta o ingiusta che sia) passa via assolutamente inascoltata, ignorata, neanche presa in considerazione... be’ questa sì che è fonte di demotivazione. ... ma in fondo, basta avere la forza di cambiare interlocutore. Non importa se le conseguenze sono corpose. Credo che la propria dignità stia in cima alla lista delle priorità. Almeno delle mie.

Carla (subito)
Il mio trucco è non cedere mai di fronte alla incomunicabilità come dici tu RD :-).
Hai presente i bambini quando vogliono qualcosa a tutti i costi? Ti uccidono finché non cedi. Poi se credi in una cosa non c’è nulla che ti ferma, puoi cambiare strada, modo di approccio, ma prima o poi si ottiene. Non sempre puoi cambiare interlocutore, ma puoi cercare complici intorno a lui. E la sorpresa più grande è quando arrivano i risultati, quando non te lo aspetti più. Questo mi spinge a perseverare e a credere... credere... credere :-) 
Saluti. 

Emma (1g dopo)
Vorrei avere la forza di Carla: purtroppo, quando capisco che non c’è Ascolto dall’altra parte, e si parte dal presupposto che tutto ciò che dici è comunque sbagliato, subentra la demotivazione. Per reazione scatta un’auto-analisi, che mi porta comunque ad un risultato: cambiare interlocutore, cambiare strategia ... 

Carla (subito)
E no! Mai pensare di fronte all’interlocutore che stai sbagliando! Autostima, autostima ragazzi. Ovvio, ci vuole molta disciplina con se stessi. L’autoanalisi viene sempre prima, sempre pronti ad affrontare il mondo. E mai scappare di fronte all'ostacolo! Aggirarlo, superarlo, ma mai abbandonare il campo! Create nella mente “il percorso carboni ardenti” e voi che lo superate. Ce la può fare chiunque, basta avere fiducia in se stessi e credere nella propria idea. 
(non sono pazza né sniffo :-)) 
Altro trucco: divertirsi nel fare la cosa difficile.

Massimo (1 gdopo)
Davvero non voglio entrare in polemica con Carla, ma confesso che mi fanno un po’ paura le persone che dichiarano che «praticamente nulla le demotiva»; che dicono di avere come stimolo fondamentale la «rivalsa»; che si pongono come riferimento i bambini che «quando vogliono qualcosa a tutti i costi ti uccidono finché non cedi» anche perché loro (le persone adulte) «credono credono credono»; che invocano «autostima-autostima ragazzi» per «non ammettere mai di fronte all’interlocutore che stanno sbagliando» mentre «si creano nella mente il percorso dei carboni ardenti» ... 
Per quanto mi riguarda resto affezionato a una vecchia credenza, magari non molto alla moda nel mondo di chi “non deve chiedere mai”: che la forza vera non sia ‘coatta’ e faccia anche i conti con la debolezza e la fragilità.
Forse, ma chi mi conosce avrebbe dei dubbi, peccherò di scarsa autostima. 
Peraltro, so di aver espresso, per molti, un pensiero scontato. Ma penso che ogni tanto, alle cose scontate, vada tolta la esse. Caso mai ci fosse bisogno che non smettano di contare. 

Emma (subito)
Sono reduce da un’esperienza avuta con un interlocutore di questo profilo. E’ stata una battaglia durissima, ne sono uscita a pezzi. Ciò non significa che non sia pronta ad imparare dall’esperienza negativa che ho vissuto. Ritengo che la mia auto-analisi debba portarmi a comprendere dove IO ho sbagliato, per non commettere gli stessi errori, proprio a partire dalla scelta di chi arriverà dopo. Credo che tutti, anche professionalmente, dobbiamo prepararci all’INCONTRO, più che allo SCONTRO. Proprio perché nutro verso me stessa una profonda stima. Non saprei che dire a proposito dell’auto-analisi preventiva: mi verrebbe da definirla piuttosto “strategia di guerra”. E questo non è il mio stile...

Carla (subito)
Non entro in polemica con nessuno, non è il mio stile, sono positiva e propositiva. La mia esperienza di vita e professionale mi ha portato a vederla così, da medico sono abituata a consigliare... ma non pretendo di essere ascoltata :-) Certo ognuno qui parla per sé. Il mio curriculum parla per me. Buon we
PS: comunque capisco che la cosa può fare invidia ;-)

Massimo (subito)
Sempre con l’intento di manifestare un dissenso costruttivo.
Ormai è di moda tirare in ballo l’invidia: sembra che non si possa neppure immaginare che il disaccordo possa semplicemente indicare disaccordo.
Naturalmente anch’io (come tutti, penso) parlo per me. E anch’io (come tutti) ho un curriculum: non lo faccio parlare, perché, narcisisticamente, credo di valere di più, dal vivo e nel concreto delle relazioni, di un pezzo di carta.
Dopo di che, per quanto mi riguarda metto stop al ping-pong.

Gino (2gg dopo)
Intanto: grazie per i magnifici spunti!!! Per me è demotivante il cogliere una distanza incolmabile con l’Altro (es. sul piano dei valori o delle convinzioni)... Tuttavia ho verificato che se provo a chiedermi quali esperienze lo hanno “fatto” così diverso da me e riesco a rintracciare una ratio alla distanza o a sospendere il giudizio su di lui / le sue convinzioni, mi torna la voglia (motivazione) di riprovarci, di riallacciare il rapporto.... Per me un antidoto alla demotivazione relazionale (la chiamerei così) è l’empatia.
Ciao a tutti .

Emma (subito)
Benvenuta l'affermazione di Gino.
In generale, considerato che comunicando con questi strumenti virtuali non ci è dato di leggere il linguaggio del corpo (e ben sappiamo quanto pesa nella comunicazione), penso che dovremmo imparare una regola importante: quella di non volere per forza “leggere altro” al di là delle parole scritte. Perché a quel punto le libere interpretazioni danno spazio al giudizio. E la discussione muore... ed è un vero peccato.

Leo (subito)
Ciao a tutti! 
Volevo dare anch’io il mio contributo personale a questa interessante discussione. Per quanto mi riguarda, ciò che mi motiva di più è il credere nel raggiungimento degli obiettivi che mi son prefissato: tanto più forte è la mia fede, tanta più ‘energia motivazionale’ c’è dentro me. 
Credo anch’io, come diceva RD, che per sfruttare al meglio la nostra mente sia opportuno mantenere sano il nostro corpo (con l’esercizio fisico ed una giusta alimentazione): mente e corpo fanno parte di un unico sistema (e su questo sono estremamente convinto). 
Un saluto! 

RD (3gg dopo)
Bene, il riepilogo comincia a farsi interessante. 
Mi aiutate a raggruppare Motivazione vs. Demotivazione
Che ne pensate degli obiettivi posti, ma non raggiunti? 
Vi demotivano? O vi ‘infuriano’ positivamente? 

Marco (1g dopo)
Gli obiettivi posti e non raggiunti secondo me sono quelli per i quali si applica la sola forza di volontà. Questa non basta se non c’è la capacità di autoanalizzarsi e domandarsi quali ‘obiettivi secondari’ si è raggiunti abbandonando il raggiungimento di quelli primari. 
A me personalmente demotiva ben poco, ma quel poco è tremendo: non trovare il bandolo della matassa del ‘cosa voglio veramente’ e pertanto agitarmi, piuttosto che agire. 
Avanti, che è una bellissima riflessione! Grazie a tutti! :)) 
Se non ve l’ha detto ancora nessuno, oggi che state leggendo il mio post, ve lo dico io: 
«SEI UNA PERSONA FANTASTICA, QUI ED ORA, TI VOGLIO BENE»! 
Un abbraccio a tutti.

Massimo (subito)
Cosa mi demotiva? Mi demotiva l’incapacità (mia, dell’altro) di ‘mettere in comune’ (comunicare) il dissenso, il contrasto, il conflitto. Per fortuna è una situazione che non mi capita spesso, ma quando mi accade la considero sempre uno scacco: anche quando, oggettivamente (ma cos’è ‘oggettivamente’?) la responsabilità maggiore dell’impasse ritengo sia dell’altro.
Gino parlava di ‘demotivazione relazionale’ e di empatia.
Sono d’accordo. Empatia come flusso nel quale si è (si decide di essere) ‘insieme’. Quando si interrompe il flusso, la comunicazione cade. 
Però il mio ‘insieme’ non è l’italiano ‘a tarallucci e vino’. Perché ‘comunicare’ e ‘fare comunella’ sono due cose diverse. 
Neppure è quel rassicurante e un po’ pompato buonismo americanoide del genere ‘new age’. 
‘Insieme’ per me è dialettica. Tensione positiva. Dia-logo, appunto. Anche scontro, se necessario. 
Infatti, ovviamente, comunicare non significa essere già d’accordo. E neppure trovarsi, alla fine, d’accordo. Significa (dovrebbe significare, e almeno per me significa) anche (soprattutto?) ‘condividere il dissenso’. Dunque esplorare un conflitto, elaborarlo, chiarirne natura e ragioni. Comporlo, se si può. Ma pure avere il coraggio di accettarlo e di lasciarlo così com’è. Lo si è ‘misurato’, quel conflitto, si è condivisa la ‘distanza’ di posizione e la si è messa in comune. Si è ‘comunicato’. Alla fine avremo (sapremo) sempre qualcosa in più. Su noi, l’altro, l’oggetto del dissenso.
Ecco, quando questo obiettivo non riesco a raggiungerlo, mi sento demotivato. Anche depresso. Anche infuriato. Con me stesso. Con l’altro. 
Poi cerco di ‘digerire’ il sentimento negativo. Faccio un po’ di ‘ruminazione’, come le mucche col cibo.
E dopo la ‘pancia’, recupero la ‘testa’. Mi dico che è ‘normale’. Che senza demotivazione non esiste motivazione. E che anche la demotivazione ‘è’ motivazione. 
Alla fine di questo processo (che può essere pure brevissimo) di automeditazione, ritrovo in me stesso gli insegnamenti della nonna. Mi dico (e lo ‘sento’) che l’importante non è lo scacco, ma importante è cosa ci fai con lo scacco. Importante è il dopo-scacco.
Perché il vincente crede di vincere, ma non vince: dato che, non volendo perdere, non sa perdere. E chi ha perso e ci riprova, lui sì che sta vincendo.

Gino (subito)
Mi pare di poter chiosare quest’ultima riflessione di Massimo con una citazione di Aldus Huxley che, più o meno, suona così: «L’esperienza non è ciò che accade ad un uomo. E’ ciò che un uomo fa con ciò che gli accade.» E già che ci sono aggiungo alcune citazioni in materia di motivazione e dintorni ... 
«Preferisco fallire in qualcosa che amo, che avere successo in qual-cosa che odio», G. Burnt. 
«La motivazione è un fuoco che viene da dentro. Se qualcun altro cerca di accenderlo da fuori è probabile che durerà poco», S. Covey.
«Non c’è niente di così ingiusto che lo stesso trattamento per persone diverse», Blanchard e Zigami 
«Se obedese pero no se cumple» (si obbedisce ma non si compra), Anonimo.
«Giacché per l’uomo nella sua umanità, nulla ha più valore di ciò che può fare con passione», M. Weber
Nuovamente a proposito della chiusa di Massimo mi viene come il cacio sui maccheroni: «La vita non è solo avere una buona mano, ma anche giocare bene una mano cattiva», Anonimo
Salutoni a tutti. 

*** Massimo Ferrario (a cura), © 2009 - Materiale didattico usato in aula in corsi per manager e professional come stimolo per la discussione. Riproducibile citando autore e fonte.

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