Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l’inizio e là la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà;
non c’è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose.
*** Rainer Maria RILKE, 1875-1926, poeta tedesco, Io temo tanto la parola degli uomini, da Le poesie giovanili, in Poesie. 1985-1908, vol. 1, Einaudi-Gallimard, Biblioteca della Pléiade, Torino, 1994, in epigrafe a Eugenio Borgna, Le intermittenze del cuore, Feltrinelli, Milano, 2003.
In Mixtura i contributi di Rainer M. Rilke qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
Nessun commento:
Posta un commento