martedì 16 novembre 2021

#SPILLI / Sanità, come ti smantello il pubblico (Massimo Ferrario )

Poiché l’email che ho inviato ieri all’Ufficio Relazioni Pubbliche (URP) dell’ospedale Fatebenefratelli (FBF) di Milano coglie un problema che non riguarda solo me, ma ogni cittadino utente della sanità pubblica, la diffondo qui sul blog, a mo’ di lettera aperta.
Ecco il testo. 

«Spettabile URP FBF,
francamente credo poco o nulla nelle denunce individuali, specie se rivolte al Pubblico. Ma ci provo. Perché sono veramente disgustato dall'organizzazione del Fatebenefratelli di questi ultimi anni. 

Frequento il Centro Diabetologico FBF dal 2013, anno in cui mi è stato riconosciuto il diabete e il centro mi ha preso in carico come paziente. 
Era l'epoca in cui tutto funzionava come un orologio svizzero: efficienza, disponibilità, attenzione. 
Oggi è rimasto il comportamento cortese, pronto a risolvere i problemi dell'utente, del personale infermieristico (cui continua ad andare il mio grazie più sentito). E non è stata intaccata la competenza tecnica del personale medico.

Ma il degrado complessivo della struttura è stato continuo e  incessante: come goccia che scava la pietra. E ora siamo allo smontaggio vero e proprio dell'unità: dopo le gocce, se ne sta andando la pietra.

Da ben prima del Covid era impossibile mantenere il riferimento a un medico fisso: alla faccia del rapporto di fiducia medico-paziente, io da qualche anno mi sono visto 'giostrare' dal primo all'ultimo medico disponibile, il quale ogni volta deve ricostruire da computer il mio stato di salute, affidandosi ai parametri  tecnici e rinunciando a compiere qualunque vero 'atto medico', per non uscire dagli standard di prestazione (quantitativi) rigorosamente prefissati in un briciolo di minuti per singola 'visita'.

Oggi ho saputo che anche per le prenotazioni e le accettazioni il Centro Diabetologico non sarà più coinvolto: al suo posto, ci si dovrà rivolgere al numero unico della Lombardia (che non ha in agenda da mesi la struttura Fatebenefratelli e quindi ti vorrebbe prenotare a chilometri di distanza, addirittura anche fuori Milano, e con attese di mesi, quando non di un anno per l'altro...) e alle casse centrali mezz'ora prima dell'appuntamento per il rituale check-in. 

Non sono sorpreso.
Da cittadino sempre più minoritario che ancora crede caparbiamente nel pubblico (e rifugge il liberismo che tanto piace non solo in Regione Lombardia) e ancora vuole 'fidarsi' di medici e di scienza (non sono novax), sono doppiamente incazzato (e abbondate pure con le zeta...), nel vedere compiersi il disegno, conclamato nei fatti, di distruggere il pubblico per fini di privilegio verso il privato.

Nel mio piccolo, recentemente mi sono dovuto sobbarcare spese frequenti e consistenti per prestazioni private, per non avere appuntamenti a 6-9 mesi di distanza. So di essere un privilegiato, che può spendere per la propria salute: ma non tutti lo sono. E peraltro, per il servizio sanitario pubblico, paghiamo (io pago) fior di tasse.

Mi spiace. 
Nel caso del Centro Diabetologico stiamo assistendo a un suicidio. Farà comodo a qualcuno, ma non certo a noi pazienti.

Questa email, ovviamente, è solo a nome mio. Ma assicuro, per conoscenza diretta, che parecchi utenti potrebbero sottoscriverla. 
Forse l'incazzatura della gente non vi arriva: ma è solo un problema di difetto uditivo. Vostro. Fatevi una visita da un otorino: naturalmente, poiché la ritengo urgente, fatevela privatamente. Come sapete, nel  privato c'è posto anche domani.

Cordialmente, mf»

*** Massimo Ferrario, Sanità, come ti smonto il pubblico, per Mixtura


In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui

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