domenica 3 maggio 2020

#EX_LIBRIS / Quella volta nel centro estetico (Ocean Vuong)

Quella volta nel centro estetico dove facevi le manicure, quando ti ho sentita consolare una cliente per un lutto recente. Mentre le smaltavi le unghie lei parlava tra le lacrime. “Ho perso la mia piccola Julie. Non riesco a crederci, è nata per prima, era la più forte.”
Tu hai annuito con l’espressione composta dietro la mascherina. “Va tutto bene, va tutto bene,” hai detto in inglese, “non piangere. La tua Julie, com’è morta?”
“Cancro,” ha esclamato la signora. “Ed è pure morta in giardino! È morta in quello stupido giardino dietro casa.”
Le hai abbassato la mano, ti sei tolta la mascherina. Cancro. Ti sei sporta in avanti. “Anche mia madre è morta di cancro.” Il rumore nella stanza si è placato. Le tue colleghe si sono ruotate sugli sgabelli. “Ma cosa è successo in giardino, perché morta lì?”
La donna si è asciugata gli occhi. “Ci viveva. Julie era il mio cavallo.” 
Tu hai annuito, ti sei rimessa la mascherina e hai ripreso a dipingerle le unghie. Quando la donna è andata via, hai scagliato la mascherina dall’altra parte della stanza. “Un cavallo del cazzo?” hai sbottato in vietnamita. “Che cavolo, ero già pronta a portare dei fiori sulla tomba di sua figlia!” Per il resto della giornata, mentre lavoravi su una mano o l’altra, alzavi lo sguardo e gridavi: “Era un cazzo di cavallo!” e noi ci mettevamo tutti a ridere.

*** Ocean VUONG, 1988, scrittore e poeta statunitense di origine vietnamita, Brevemente risplendiamo sulla terra, La nave di Teseo, 2020, traduzione di Claudia Durastanti


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