Dei Nutella Biscuits avevo letto che per produrli c’erano voluti "più di 10 anni di ricerca e oltre 120 milioni di euro investiti” (SkyTg24), che “nei supermercati” dovevano “ancora arrivare” ma era già “Biscuits mania” (La Sicilia), che sarebbe stato possibile assaggiarli in anteprima a Milano (dicono diverse fonti, io non ero tra i fortunati), che grazie all’impasto “realizzato con la farina di frumento e zucchero di canna che garantiscono croccantezza e friabilità” stavano facendo “impazzire grandi e piccoli” (Leggo), che in tre settimane si erano “venduti già 57 milioni di biscotti”, "uno per italiano”, “diabetici compresi” (Repubblica, che aveva indagato a fondo: “Si spiega così il giallo dei Nutella Biscuits, i biscotti ripieni della nota crema spalmabile, che spesso sono introvabili nei punti vendita.
Tanto che sui social è partita una vera caccia al tesoro”; e ancora: il 37% sarebbe stato venduto al Nord-Ovest, il 16,6 nel Nord-Est, con Centro e Sud a quota 20%), che erano “croccanti con un cuore cremoso” (deejay.it), che erano “attesissimi” (ma “l’attesa è finita”, sospirava il Messaggero al lancio), che “si potrebbero contare sulle dita di una mano quelli che non hanno assaggiato almeno un Nutella Biscuits" (Corriere della Sera).
Che insomma "mancavano, diciamo la verità" (BergamoNews).
Poi l’altra sera sono arrivato in un supermercato a Rimini, e li ho trovati sullo scaffale. Ce n’erano a volontà.
Li ho comprati, e assaggiati.
Sono dei biscotti con la Nutella.
*** Fabio CHIUSI, giornalista e saggista, facebook, 9 gennaio 2020, qui
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