sabato 20 aprile 2019

#FAVOLE & RACCONTI / Il professore, la ragazza, la domanda (Massimo Ferrario)

Fine maggio. Ultimi giorni di scuola di fine liceo.
Il vecchio professore entra in classe per la prova scritta: un'abitudine che aveva introdotto dal primo anno, naturalmente in aggiunta alle solite interrogazioni.
Saluta tutti con cordialità, si siede alla cattedra, recupera talla tasca della giacca l'astuccio dei soliti occhialini fuori moda per i quali viene spesso bonariamente preso in giro, li indossa: guarda a trecentosessanta gradi tutta l'aula, con calma.

Attimi tradizionali di attesa nervosa: un pizzico di ansia.

Legge il titolo del tema: "In che modo riusciresti a convincermi che la cattedra situata di fronte a te e dalla quale ti sto dettando questo compito è invisibile?".

Silenzio generale.
Grande rimuginìo di cervelli.
Neppure mezzo minuto, poi una ragazza scarabocchia qualcosa in mezzo al foglio.
Gli altri continuano a pensare, con la penna in mano, lo sguardo perso nel vuoto o sospeso verso la finestra che lascia entrare l'afa della prima estate.

Passa molto tempo prima che qualcuno si chini a scrivere.
La ragazza invece ha terminato subito: si alza, consegna il foglio, recupera un libro dallo zainetto, chiede se può uscire per anticipare l'intervallo.

Non è la prima della classe, ma ha buoni voti in tutte le materie. Si impegna, ma soprattutto ha una intelligenza pronta, originale, creativa: le sue domande sono sempre acute, mai banali, spesso stravaganti.

Il professore avvicina davanti a sé il foglio lasciato coperto al limitare della cattedra: il primo del solito mucchietto che si porterà a casa per la correzione.
Ovviamente non trattiene la curiosità: scopre la prima pagina e vi getta l'occhio.
Non ha neppure bisogno degli occhiali: quello che c'è scritto è a metà.
Una riga, due parole.
In stampatello, con un punto interrogativo gigante e in grassetto, campeggia una domanda: "Quale scrivania?".

Più, in basso, in un minuscolo microscopico e tra parentesi, la ragazza ha aggiunto un commento che si conclude ancora in forma di domanda: "So che fare filosofia è porsi domande: e questo è il motivo per cui mi sono innamorata della materia e apprezzo il modo di insegnare del professore. Però mi chiedo: perché trasformare cose semplici in cose complicate?".

Il professore apre il cassetto della scrivania: non ci sperava, ma è proprio quello che voleva. In fondo, in un scatola dimenticata, recupera dei pennarelli. Uno, verde acceso, pare fortunosamente ancora funzionante: ha la punta porosa e non essiccata.

Come sanno gli studenti, non ha mai dato un voto: questo sarà l'eccezione della sua vita.
Lo scrive a grandi lettere: forbite, eleganti, che sanno di antico.
Dieci.
E non ha mai goduto tanto.

*** Massimo Ferrario, Il professore, la ragazza, la domanda, per Mixtura - Riscrittura di un aneddoto diffuso in internet.


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