Quando avevo dieci anni maestra Lucia intercettò un bigliettino che avevo scritto al mio compagno di classe Giorgio Pili.
Era un appassionato messaggio d'amore, una di quelle cose che diventavi rossa a scriverla, figuriamoci a pensare che qualcuno l'avrebbe letta. Lei la recitò ad alta voce davanti a tutti affermando che dichiararsi a un maschio non era un comportamento stimabile in una signorina. Compresi che - poiché in quanto femmina mi portavo addosso lo stigma di essere desiderabile - ci mancava pure che vi aggiungessi quello di essere desiderante. Qualcosa in me, in qualche misterioso anfratto dell'anima, quel giorno le ha creduto per sempre.
*** Michela MURGIA, scrittrice, facebook, 28 aprile 2018, qui
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