Se la felicità è un desiderio universale, in virtù di quale privilegio dovrei concentrare gli sforzi per soddisfare la mia esclusiva contentezza?
Se la paura e la sofferenza sono altrettanto odiose a me e a tutti gli esseri viventi, per quale motivo ritengo di dover proteggere solo me stesso e non gli altri?
*** SHANTIDEVA, 685(?)-783(?), monaco buddista indiano, dal Bodhicaryāvatāra, VIII, 95-96; citato in Matthieu Ricard, Sei un animale!, Sperling & Kupfer, Milano, 2016.
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