lunedì 12 dicembre 2016

#LINK / Scopa, e senso dello Stato (Pierfranco Pellizzetti)

Con il 4 dicembre un’epoca è giunta a compimento, ma non si intravede nulla proiettato verso il dopo. Anzi, ci si para innanzi una lunga e forse interminabile traversata del deserto. Con buona pace tanto dei devoti dell’happy end “a prescindere”, come a smentita dei pifferai magici della soluzione a schiocco delle dita.

Quanto è stato spazzato via dal voto referendario è probabilmente la stagione dell’arroganza e di quello che abbiamo definito “l’imbroglionismo” (l’idea che il corpo elettorale sia composto da beoti da sfottere; ovvero da “bambini di dodici anni e per di più scemi che si bevono tutto”. Idea propagandata per un decennio da Silvio Berlusconi e recepita entusiasticamente dall’emulo Matteo Renzi). Insomma, questa volta la gag del ponte sullo stretto di Messina non ha funzionato.


Invece continua ad aggirarsi sulle nostre teste la “presunzione comunicativa”, per cui la politica si riduce a trovata linguistica; con il corollario che il contorsionismo verbale può rivestire di nobili panni qualsivoglia mossa opportunistica, anche la più scoperta e vergognosa. Sono stato accusato da commentatori di questo blog di preconcetta malevolenza nei confronti del furbetto Giuliano Pisapia e del suo endorsement a favore del Sì, dal chiaro sapore di investimento carrieristico a futura memoria.  (...)

*** Pierfranco PELLIZZETTIDopo la scopa del 4 dicembre ci vorrebbe senso dello Stato, 'ilfattoquotidiano.it', 11 dicembre 2016

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