giovedì 1 ottobre 2015

#RITAGLI / Sinistra, quando Possibile è impossibile (Giuseppe Civati)

Referendum di Possibile, Pippo Civati
Non sono state raggiunte le firme necessarie per gli 8 quesiti

La sinistra tradizionale ha scelto di non sostenere i nostri referendum, vuol dire che in piedi ci sono percorsi diversi. I referendum erano uno strumento per costruire qualcosa a sinistra e contrastare la deriva renziana del Paese, non è stato capito. Un’occasione persa per inserire un bel granello di sabbia nei meccanismi del Palazzo e promuovere una campagna che avrebbe costretto persino Grillo a pronunciarsi pubblicamente. 

[D: Sel, Rifondazione ed Altra Europa con Tsipras l’hanno criticata per la metodologia: senza un coinvolgimento orizzontale e soprattutto senza consultare i movimenti. Non trova sia stato un errore?]
Tutto falso. Hanno campato mille motivi per defilarsi. L’idea dei referendum è stata partorita a maggio ed ho coinvolto da subito più soggetti possibili. Ho mandato mail urbi et orbi spiegando le ragioni dell’urgenza: nel 2017 l’Italicum sarà già in vigore, le trivelle avranno già cominciato a scavare, i primi licenziamenti staranno già arrivando. Per questo le consultazioni andavano svolte prima. Tra l’altro abbiamo già ottenuto una parziale vittoria perché il referendum abrogativo contro le trivelle si farà: dieci Regioni hanno finora approvato in consiglio la delibera per promuovere la consultazione. (...)

[D: Però, effettivamente, il movimento contro la “buona scuola” ha pubblicamente attaccato la sua campagna referendaria…]
Sono stato contestato da una parte del movimento legata alla Cgil. Ho risposto che potevano tralasciare quel quesito e spendersi per gli altri sette. Perché non l’hanno fatto? Il referendum era un’intuizione per iniziare una collaborazione di scopo con gli altri soggetti della sinistra. Avevo messo a disposizione la rete di Possibile. Trovo autolesionistico e inspiegabile l’astensione su questioni, vedi la legge elettorale, che riguardano vita dei movimenti e partiti politici. (...)

[D: Il Labour Party ha chiuso l’era del blairismo mentre, da noi, Matteo Renzi sembra non allontanarsi da quel modello tanto che ha dichiarato: “Le politiche di Corbyn sono una ricetta per la sconfitta”. È così?]
Prima si muoveva con scioltezza tra destra e sinistra, ora ha scelto il campo nel quale si sente più a suo agio: la destra. La prossima volta in Inghilterra farà campagna per i conservatori e Cameron? Tra la new entry Verdini e gli attacchi a Corbyn e Tsipras, Renzi si schiera in maniera inequivocabile sull’altro versante. Ormai, sulle pensioni, persino la Fornero è a sinistra di Renzi.

[D: Renzi è la prosecuzione di Berlusconi?]
È il risultato, non la prosecuzione. La sinistra ha avuto un lungo periodo buio, i media hanno funzionato male, nel Paese si è persa la consapevolezza di essere comunità… qui Renzi, con intelligenza politica, ha saputo destreggiarsi arrivando a Palazzo Chigi. Evitando, tra l’altro, il voto popolare. 

[D: Nichi Vendola recentemente su Repubblica ha rilasciato un’intervista sul nodo delle elezioni amministrative. Se da un lato attacca frontalmente le politiche di Renzi, dall’altro non chiude al Pd a livello locale. Possibile questa distinzione?]
Bisogna decidere in che campo operare. E ci vuole coerenza. Se davvero, come dice Vendola, Renzi è il campione del neoliberismo e le sue politiche la prosecuzione di quelle berlusconiane, trovo folle allearsi col Pd tutte le volte possibili. Conosco quel partito e al suo interno ci sono ottimi amministratori e persone per bene, ma il Pd è Renzi e non sostengo quella svolta che ha ucciso il centrosinistra in Italia. In nessun modo. Ho in mente un progetto che vada nella direzione opposta. 

[D: Quindi non parteciperà a novembre alla costituente di sinistra lanciata da Sel?]
Sui referendum ci siamo divisi. Sul nodo delle amministrative ci sono divergenze. Mi pare ovvio che un progetto unitario sia, ad oggi, difficile. O comunque prematuro. Proviamo a capire se alle prossime amministrative almeno in tutte le grandi città si possa costruire insieme una lista unica e autonoma dal Pd.

*** Pippo CIVATI, responsabile del Movimento Possibile, intervistato da Giacomo Russo Spena, Civati: “Referendum? Occasione persa. Sel e altri hanno sbagliato”, 'MicroMega on line', 30 settembre 2015

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