martedì 13 ottobre 2015

#LIBRI PREZIOSI / "Pensieri su la formazione psico-sociale", di Massimo Bellotto (recensione di M. Ferrario)

Massimo BELLOTTO, "Pensieri su la formazione psico-sociale. 
Dal 1984 al 2015"
Thesy editore, Verona, 2015
pagine 262, € 18.00

E' un libro esplicitamente rivolto alle nuove generazioni di giovani 'formatori'.
E, senza retorica, lo definirei un 'dono' che Massimo Bellotto, docente universitario e professionista serio e collaudato, capace di unire riflessione teorica ad azione sul campo, avendo lavorato anche nelle organizzazioni e quindi fuori dal mondo strettamente accademico, offre in meditazione a chi si affaccia oggi al mondo della formazione. 

Ma se la destinazione, da lui dichiarata, è questa, io aggiungo con sicurezza, e lo posso fare con cognizione di causa avendo un po' di anni sulle spalle, tanto all'anagrafe quanto come consulente e 'formatore' di lungo corso, che il testo va oltre: perché 'ingolosisce' (o almeno dovrebbe farlo) anche chi, come me, è 'navigato' (cosa che non è, ovviamente, un merito, ma solo un dato biografico) e tuttavia non ha perso il gusto di interrogarsi e pensare criticamente: sempre che, com'è logico, mantenga un minimo di passione e ingaggio verso il mestiere e la funzione che ha deciso di svolgere.

Il volume è una raccolta di scritti dell'autore editi in libri e riviste specializzate nel periodo che va dal 1984 ai giorni nostri: vengono analizzati gli aspetti teorici e metodologici del 'fare formazione', i temi delle culture organizzative, i valori e gli interessi che riguardano lo sviluppo professionale e delle persone. 

Anche i documenti più lontani nel tempo non hanno perso attrattività, ma hanno tuttora qualcosa da 'in-segnare'. A tutti: giovani e non giovani. 
E per questo è utile procedere nella lettura come si faceva una volta, quando non c'erano ancora gli ebook (del resto il libro è solo in edizione cartacea): con la matita a portata di mano, pronti a sottolineare e chiosare i passi meritevoli di essere fissati nella memoria o i concetti che chiedono un'annotazione, di condivisione o di dissenso. 
Gli spunti per ricorrere alla matita sono continui: le oltre 250 pagine sono una miniera e consentono, tra l'altro, per la loro disposizione cronologica dal 900 ad oggi, di tracciare, in una certa misura, il percorso non solo di un professionista, ma della stessa professione, cogliendo volta a volta i passaggi storici, le preoccupazioni all'ordine del giorno, le questioni cruciali, i nodi sul tappeto. 

Ed è così che si scopre che molti temi, che a chi non conosce il passato potrebbero apparire di oggi, pescano negli anni trascorsi; che molti problemi restano aperti; o che la realtà di chi si affaccia a 'questo' mondo è meno semplice di quanto appaia a prima vista e anche se non sempre abbiamo la risposta, qualche domanda sarebbe bene mantenerla chiara in testa, così da 'drittare' i nostri comportamenti con maggiore probabilità di efficacia. 

Insomma, ci si può rendere conto che se si vuole ridare anima e linfa ai processi di apprendimento e sviluppo di oggi, pur tenendo presente la diversità di certe esigenze e senza dimenticare il 'bagno culturale' differente in cui siamo immersi, urge ripensare e riannodare alcuni fili che vengono da ieri.
E questo, naturalmente, non per sterile nostalgia di un passato ovviamente passato; ma per calare meglio nel presente, e ancor più in una proiezione futura, ruolo e funzione sia di chi caparbiamente tenta, nonostante tutto, di 'fare formazione', che di chi oggi, entrando dentro processi di 'ap-prendimento' che si vorrebbero (forse, augurabilmente) meno passivizzanti del passato, si predispone a giocare la sua parte, giustamente esigendo e 'andandosi a prendere' ciò che gli serve e non attendendo solo che ciò che gli serve gli venga erogato.

Massimo Ferrario, per Mixtura

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Lo scopo della formazione sta cambiando: ora lo scopo primario è incrementare la potenza del sistema tecnologico produttivo. Il che tatticamente ed esplicitamente riguarda l'efficacia e l'efficienza delle singole organizzazioni di lavoro, mentre strategicamente ed implicitamente riguarda il rafforzamento dello strumento (organizzativo, tecnologico, normativo, ecc) che il Nord intende implementare per difendersi dalla crescente minaccia che incombe sulla propria sicurezza.
Il sistema dominante ritiene di non poter più concedersi il lusso di dedicare parte delle proprie risorse né per gestire conflitti ideologici tra i privilegiati, né per soddisfare i valori ritenuti importanti dalle persone (sviluppo personale, autonomia, creatività relazioni sociali, varietà, ecc) bensì ritiene che ora si debba rinserrare le fila, omologarsi e mobilitarsi in funzione del futuro conflitto che comincia a delinearsi, più o meno consapevolmente presentito.
La soggettività ora è un disturbo, l'affettività un optional, l'appartenenza un vincolo, la relazionalità qualcosa di superfluo. Da qualche anno, ormai, nella formazione tendono a prevalere valori omologanti, miti, volontà di potenza, orientamenti a trasformare le persone in mezzi utili ed incrementare la superiorità dell'apparato scientifico e difensivo. Si delinea sempre più marcatamente il confine tra chi è e sarà dentro l'area privilegiata del Nord e chi invece ne sarà fuori, tra la moltitudine dei diseredati nel resto del pianeta.
Ora, se la formazione ha lo scopo di rafforzare la potenza del sistema che se ne avvale, ed a tale fine subordina i propri obiettivi specifici, i propri metodi e le proprie tecniche, essa è un'altra cosa rispetto alla formazione prima accennata, finalizzata principalmente al benessere delle persone in contesto organizzativo.
L'enfasi sull'efficacia, sui costi e sui tempi, fa della formazione oggi qualcosa che non serve più per pensare ma solo per sapere, che non serve per vivere meglio ma per combattere meglio, che non serve per crescere in qualità della vita ma per subordinare la vita delle persone alle crescenti esigenze difensive del sistema tecnologico-produttivo. Lo esigono i tempi, lo vuole la scienza, lo richiede l'economia: si vis pacem, para bellum. (Massimo Bellotto, Il tramonto della formazione, 'Direzione del Personale', III, n. 16-17, 1999, ora in M. Bellotto, Pensieri su la formazione psico-sociale. Dal 1984 al 2015, Thesy editore, Verona, 2015)
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