martedì 3 febbraio 2015

#CASI FORMATIVI #IMPRESA / I sei operai

Sandro Accordi, Pino Antini, Mauro Dialetti, Giorgio Fricchi, Gino Pace e Carlo Vecchi lavorano come operai allo Stabilimento di Calusco della EuroToys, un’azienda italiana che produce e commercializza giocattoli in tutta Europa.

Il Capo del Personale, ragionier Fabio Deominis, ha appena avuto con loro e con altri loro colleghi una riunione importante. 
In questa riunione l’Azienda ha anticipato che a breve sarà avviato un grosso progetto di cambiamento organizzativo, che toccherà profondamente gli attuali modi di lavorare di pressoché tutto lo stabilimento. Saranno riviste molte delle attuali mansioni e si richiederà alle persone un più forte coinvolgimento nei processi di lavoro.

Sandro Accordi, Pino Antini, Mauro Dialetti, Giorgio Fricchi, Gino Pace e Carlo Vecchi, prima di rientrare a casa, si sono fermati al bar del paese, per commentare quanto avvenuto in riunione.
Ecco le loro battute.

Il dialogo
Pace:
Ti vedo preoccupato, Vecchi...
Vecchi:
Preoccupato?
Pace:
Sì, non so... mi sembra che la riunione con Deominis non ti sia piaciuta molto...
Vecchi:
No, perché... anzi...
Pace:
E allora cosa c’è che non va?
Vecchi:
... 
Dialetti:
Dai, Vecchi, sputa il rospo... ti vedo pensieroso... Non mi dirai che Deominis ti ha messo paura?
Antini:
A me Deominis mi ha fatto proprio un baffo... Se crede di convincermi con le sue fregnacce sull’impresa, il cambiamento e l’importanza del cliente...
Pace:
Ragazzi, vogliamo lasciar parlare Vecchi per favore? Dai, Vecchi, non farti pregare...
Vecchi:
E’ che... sì, insomma, non mi convince la cosa... Deominis dice che dovremo darci tutti un nuovo modo di lavorare... che con il cambiamento che si prospetta faremo tutti un lavoro più interessante... meno routinario... meno noioso... che saremo coinvolti e avremo la possibilità di dire di più la nostra... e che dovremo far funzionare di più il cervello...
Pace:
Non ti va di lavorare in questo modo?
Vecchi:
Non è che non mi va... è che... sì, mi chiedo se ce la farò a cambiare i miei comportamenti... non sono mica più un ragazzino io... non ho l’età di Antini, Fricchi o Accordi... è una vita che mi comporto come mi comporto... e adesso... questa storia di lavorare pensando a quello che si fa... e per giunta porsi anche il problema se è possibile migliorare la qualità del nostro lavoro... tutte queste cose sulla soddisfazione del cliente... il fatto che noi dobbiamo imparare a lavorare per lui...
Pace:
L’avevo detto che eri preoccupato...
Vecchi:
No, preoccupato no, anche perché la cosa in sé, a vederla bene, non mi dispiace... In fondo, poter lavorare in modo più intelligente, mettendoci più cervello...
Antini:
Ma quale più cervello! Questa è la solita trovata del padrone. Scaricano su di noi i problemi loro. A me, di questa cosa della soddisfazione del cliente non me ne frega niente. Cavoli loro. Io è già tanto che faccio le otto ore. Il cervello è mio e me lo gestisco io.
Fricchi:
Concordo. Anche se a me, a differenza di Antini, dei padroni non interessa un tubo: non ho nessuna lotta di classe da fare, io, e a me mi basta solo far passare la giornata... 
Pace:
Già, purché ti lascino aperte le discoteche il sabato sera, vero...?!
Fricchi: Questi, se non ti dispiace, sono cavoli miei. Quello che io ci faccio col mio cervello...
Pace:
... o con altro...!
Fricchi:
D’accordo, quello che ci faccio col mio cervello o con altro, comunque voglio essere io a deciderlo. E scusate se non riesco a mettere l’azienda in cima ai miei pensieri.
Vecchi:
Figuriamoci se voi giovani non eravate d’accordo...
Accordi:
Be’, se permettete, io pur essendo giovane non sono d’accordo...
Antini:
Il solito ruffiano...
Accordi:
Sai benissimo che non lo sono. Lo sapete tutti e lo sa anche Deominis che non mi struscio addosso a nessuno: se ho da dire qualcosa la dico senza tanti complimenti, in faccia a Deominis o a chiunque altro... E’ che proprio non capisco...
Pace:
Cosa non capisci?
Accordi:
Scusate, ci viene detto che presto potremo lavorare in maniera più intelligente e la cosa non ci va?
Vecchi:
Non c’entra questo... per parte mia, l’ho detto prima, sono solo un po’...
Pace:
A me sembra che stiamo dando troppo peso a quello che ci ha detto Deominis...
Dialetti:
Il fatto che gli stiamo dando peso mi sembra perfettamente giusto. Questa di Deominis non mi è parsa una riunione per finta. Deominis non ci ha confidato delle sue idee. Ci ha parlato di un pro¬getto aziendale. Di una cosa che è già stato deciso che partirà. A brevissimo, tra l’altro.
Antini:
E tu, naturalmente, sei già pronto a essere d’accordo...
Dialetti:
Cosa significa che "sono già pronto ad es¬sere d’accordo"?
Pace:
Dai, su, calma ragazzi, adesso non buttiamola in politica come sempre...
Antini:
Nessuna politica... E’ che al solito i tipi come Dialetti, appena l’azienda chiede, subito corrono...
Pace:
Ah, ma allora volete proprio litigare...
Dialetti:
Figurati, me ne guardo bene... Antini lo conosco da quando era un ragazzino: a lui, tanto, non gli va mai bene niente. L’azienda potrebbe fare qualunque cosa, potrebbe anche decidere di fare per assurdo tutto quello che lui in questo momento volesse: comunque non gli andrebbe bene nulla... Per lui ci sono i padroni e basta: e con i padroni, secondo lui, non si discute...
Antini:
Certo, loro fanno i loro interessi e noi dobbiamo fare i nostri... Ai padroni gli si fa la lotta contro. O comunque, se proprio non si vuole o non si riesce a combatterli, almeno da loro ci si difende. Mica gli si dà il cervello...
Dialetti:
Sai bene che non sono mai stato tenero con certe scelte dell’azienda. Anche Deominis sa che sono un osso duro quando si tratta di contrattare. E anche su questa cosa, infatti, al limite si può negoziare: volete che vi diamo più cervello? Benissimo, vediamo cosa ci date in cambio.
Accordi:
Scusate, francamente fatico a capire. Una delle ragioni per cui da sempre gli operai si lamentano non è anche perché sono costretti a fare lavori cretini? E allora? Adesso che un po’ dappertutto si sta rivedendo l’organizzazione a catena, per rendere le persone più coinvolte in quello che fanno, ci lamentiamo o ci preoccupiamo? Tu Antini parli del padrone: ok, a parte il fatto che qui da noi il padrone si è fatto un po’ più sofisticato, visto che è diventato una multi-nazionale, che dovremmo fare: rifiutarci di lavorare in modo più umano (più intelligente, se possibile, e magari anche più divertente), solo per dire di no e combattere il padrone?
Dialetti:
Be’, al solito Accordi tende a enfatizzare e a vedere le cose in maniera forse un po’ troppo ottimistica, però a me sembra che il suo ragionamento non fa una grinza. Altrimenti, attenzione: la conosciamo tutti quella del marito che se li taglia per far dispetto alla moglie, no...?!
Antini:
Non raccolgo lo spirito: qui si tratta di calar le braghe, non di tagliarseli...
Pace:
Date retta a me: e per rimanere in tema, non crediamo alle... palle che l’azienda ci racconta...
Antini:
Non mi dirai, Pace, che, proprio tu, adesso ti schieri contro l’azienda...?!
Pace:
Ma sta zitto, Antini... che come al solito non capisci un tubo...! 
Antini:
Ecco, ha parlato il filosofo... Che sono vent’anni che la prende in quel posto e neppure se ne accorge...!
Pace:
Vedi, caro Antini, lasciati dire, io di anni sulle spalle ne ho un po’ di più di te... E so come girano queste cose... Deominis, per carità, è anche un brav’uomo, ma fa il suo mestiere. Il fatto è che si stanno facendo un po’ di chiacchiere e nella sostanza non cambierà niente. La qualità, il cliente, la concorrenza... sì, certo, lo so anch’io che non è più come una volta... Ma tanti discorsi sono solo aria fritta. Adesso van di moda le parolone, quelle che i capi si passano nei corsi di formazione: per prendersi in giro e prenderci in giro meglio. Gira che ti gira, vedrete, noi continueremo a fare quel che facciamo... 
Fricchi:
Io lo ripeto: che le cose cambino o meno, a me non mi frega niente. Adesso come domani, appena suona la sirena, io sono già fuori che vi saluto...
Accordi:
Già, e se dovessimo ritornare in crisi come due anni fa...? C’è forse qualcuno che ce lo garantisce il nostro posto di lavoro? Per esempio, caro Fricchi, sei proprio sicuro che potrai uscirtene anche domani alle cinque? Perché potrebbe anche succedere che sei già uscito prima...
Antini:
Non ho capito se hai deciso di divertirti a fare l’uccello del malaugurio o sei solo l’amico del padrone...
Accordi:
Niente di tutto ciò. Era semplicemente un’ipotesi. E comunque faccio solo l’amico di me stesso. E’ chiaro che le aziende non siamo noi operai a gestirle. Però mi pare evidente che se il mercato non tira più, le aziende sono costrette a chiudere. Non sto facendo terrorismo: basta guardarsi in giro e vedere quel-lo che succede ogni giorno. E se il mercato oggi chiede un certo modo di produrre e noi non ci adeguiamo, producendo anche, ad esempio, la qualità che vuole questo benedetto e maledetto cliente, noi possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma l’azienda chiude. E noi andiamo a casa.
Antini:
Se ti sente Deominis, ti assume al Personale...
Dialetti:
Puoi prenderlo in giro fin che vuoi, Antini, ma ti sfido a dire che Accordi ha torto... 
Antini:
Lo sai bene che non mi ritiro mai dalle sfide, ma tanto non serve a niente... Tu sei convinto che spetta a noi lavoratori dare una mano alle aziende, io invece continuo a pensare che spetti ai padroni gestirsele e a noi combattere per evitare lo sfruttamento... Comunque, se vi va bene così, cari Dialetti e Accordi, accomodatevi. Ecco cosa significa il vostro sistema: guardate la faccia di Vecchi. Sembra che abbia preso una tranvata in faccia: è lì tutto preoccupato, al punto che stanotte ci scommetto che non riuscirà neppure a dormire, perché sta pensando alla nuova organizzazione del lavoro promessaci da Deominis. E si domanda come farà a cambiare il suo modo di lavorare, a fare quello che l’azienda anche stavolta ha già deciso per conto suo di affibbiare a tutti noi con il consenso di tutti voi...

° ° °

Spunti per riflettere
(1) - Cosa pensate di ognuno dei 6 operai protagonisti del dialogo?  
(2) - Quali spunti vi dà questo dialogo per la situazione specifica della vostra Azienda?
(3) - Pensate che, nella realtà della vostra Azienda, sarebbe utile qualche comportamento di collaborazione simile a qualcuno dei personaggi del caso? Se sì, di chi in particolare? Se no, descrivete un collaboratore per voi “giusto”: quali atteggiamenti e comportamenti dovrebbe avere?

***  Massimo Ferrario, Dia-Logos, © 2006 - Materiale usato per discutere temi di comportamento organizzativo in corsi di formazione per manager e professional.
Riproduzione consentita citando autore e fonte.

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