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lunedì 30 novembre 2020

#SPILLI / Logica, un 'ufo' (Massimo Ferrario)

Sulla spinta di una sollevazione economico-consumistica generale, comprensibile ma non giustificabile (negozianti alla canna del gas e clienti in insopportabile astinenza da regali-di-fine-anno: unico modo, ormai, per dare senso a festività senza più senso), apriamo per consentire gli acquisti pre-natalizi. 
Poi scopriamo che la gente, anziché starsene a casa, sciama e intasa vie e negozi per fare acquisti. 
E ci meravigliamo degli assembramenti. 
Ma se qualcuno, a questo punto, prevede come ineluttabile la terza ondata, lo accusiamo di terrorismo. 
L'esperienza di pochi mesi fa, con il liberi-tutti dell'estate passato tra spiagge e discoteche, non insegna. E la logica è ormai un 'oggetto' più inesistente e sconosciuto degli ufo.

Vince l'oralità più sfrenata del bambino: il piacere contro la realtà; il desiderio comunque realizzato e, soprattutto, subito; l'immersione nel presente e l'incapacità di declinarsi al futuro; il rifiuto di investire in qualche sacrificio per ottenere, domani, i risultati sperati. 

Adulti? Finti. Più che altro 'adulterati'. 
Da noi stessi: da quella perversione ossessiva che ci impedisce il 'contenimento' e ci alletta con il mito di una (falsa) libertà. Di fatto un liberismo 'psico-sociale'  ottuso e suicida tanto quanto quello 'politico-'economico': due visioni del mondo che hanno contribuito a farci diventare ciò che siamo e a portarci vicino alla voragine in cui rischiamo di precipitare, con le decine di pandemie che molti scienziati già paventano per il futuro prossimo.

Meritiamo l'estinzione. 
Sopraffatti da un parassita di grandezza infinitesimale che non sa esistere senza di noi: senza il nostro corpo che lo ospita. Un virus che non circola: perché gli basta che circoliamo noi.

Certo: arriverà il vaccino. 
Ma già si preparano a scendere in campo i noVax. 
Perché al peggio non c'è mai fine. 

*** Massimo Ferrario, Logica, un ufo, per Mixtura


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#SGUARDI POIETICI / Notte: sogno di sparse (Sandro Penna)

Notte: sogno di sparse
finestre illuminate.
Sentire la chiara voce
dal mare. Da un amato
libro veder parole
sparire… - Oh stelle in corsa
l'amore della vita!

*** Sandro PENNA, 1906-1977, poeta, da Poesie, Garzanti, 1957, in 'ilcantodellesirene', 30 novembre 2020, qui


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#VIGNETTE / Amo i negazionisti (GianLo)

GIANLO (Gian Lorenzo Ingrami)
facebook, 28 novembre 2020, qui

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#MOSQUITO / Orgoglio e vanità (Arthur Schopenhauer)

La differenza tra orgoglio e vanità consiste nel fatto che l'orgoglio è la già salda convinzione di un proprio valore preminente, sotto qualsiasi punto di vista, e che la vanità invece è il desiderio di suscitare in altri una tale convinzione, desiderio accompagnato per lo più dalla tacita speranza di potere in conseguenza di ciò fare anche propria tale convinzione. Per questo l'orgoglio è un'alta valutazione di sé che parte dall'interno, che è cioè diretta, mentre la vanità è l'aspirazione ad acquistare dall'esterno, cioè indirettamente, tale valutazione.

*** Arthur SCHOPENHAUER, 1788-1860, filosofo tedesco, Parerga e paralipomena, 1851, anche in 'libriantichionline.com', qui


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#BREVITER / Ma davvero c'è chi parla di 'mani nelle tasche degli italiani'...? (Fabio Salamida)

Fabio SALAMIDA, 1978
giornalista
facebook, 29 novembre 2020, qui

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domenica 29 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Eterno amore (Jacob Haringer)

Tu eri sempre solo in visita –
non eri mai del tutto con me.
Tutto era una dolce maledizione,
tutto inquieto e confuso.
Il tuo cuore non era mai a casa con me,
l’amore veniva soltanto per riposarsi.
Ti ho dato la mia felicità, la mia vita –
per te c’era solo un ospite.
Come un bicchiere dal quale si beve
e subito lo si dimentica,
come una corda che ancora vibra
anche se non sprigiona più alcun canto,
come un libro letto a metà –
da tempo la porta si richiuse.
Tu sei sempre venuta solo in visita…
tu, favola ultima, tu!

*** Jacob HARINGER, 1898-1948, scrittore tedesco, Eterno amore, traduzione di Gio Batta Bucciol, 'Poesia', n. 356, febbraio 2020, archivio 'Poesia', 20 febbraio 2020, qui


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#MOSQUITO / Passo dopo passo (Haruki Murakami)

Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po' oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l'ordine stabilito passo dopo passo. Questo, in tutte le cose, è il punto fondamentale.

*** Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008, anche in 'libriantichionline.com', qui


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#SPOT / Il pesce dissidente (Lorenzo Vannini)

Lorenzo VANNINI
facebook, 26 novembre 2020, qui

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#VIGNETTE / E invece sarebbe bello un Natale senza la mezzanotte (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'la Repubblica', 28 novembre 2020, via facebook, qui


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sabato 28 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Niente (Tonino Guerra)

La vita dura poco
tutto cambia o muore;
il cappello che portava mio padre
adesso gira sopra la testa contadina
di un parente alla lunga di mia madre.
Anche la Terra scoppierà
e ci saranno le montagne che voleranno in aria
e l’acqua si rotolerà
su delle stelle morte
e dove girava il mondo ci sarà del vento
con voci, urla e musica
che è restata attaccata alle nuvole.
Magari dentro quella bufera
arriverà una mano lunga a raccogliere le molliche
delle città e la polvere delle cose grandi
che ha fatto la gente e le foglie dei boschi
e le penne degli uccelli… o niente.

*** Tonino GUERRA, 1920-2012, poeta, scrittore, sceneggiatore, Niente, da L'albero dell'acqua, in 'Poesia', n. 347, aprile 2019, qui


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#MOSQUITO / Il progresso come 'gioco delle sedie' (Zygmunt Bauman)

Il progresso è diventato una sorta di "gioco delle sedie" senza fine e senza sosta, in cui un momento di distrazione si traduce in sconfitta irreversibile ed esclusione irrevocabile. Invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il "progresso" evoca un'insonnia piena di incubi di "essere lasciati indietro", di perdere il treno, o di cadere dal finestrino di un veicolo che accelera in fretta.

*** Zygmunt BAUMAN, Modus vivendi, Laterza, 2020


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venerdì 27 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Le migrazioni notturne (Louise Glück)

Questo è il momento in cui vedi di nuovo
le bacche rosse del sorbo selvatico
e nel cielo scuro
le migrazioni notturne degli uccelli.

Mi addolora pensare
che i morti non le vedranno –
queste cose su cui facciamo affidamento,
esse svaniscono.

Allora cosa farà l’anima per rinfrancarsi?
Mi dico che forse non avrà più bisogno
di questi piaceri;
forse già non essere basta del tutto,
per quanto sia difficile da immaginare.

*** Louise GLUCK, 1943, poetessa, saggista, accademica statunitense, premio Nobel per la letteratura nel 2020, Le migrazioni notturne, da Scoprire Averno, a cura di Massimo Bacigalupo, edizioni Dante&Descartes e Editorial Parténope, traduzione di Massimo Bacigalupo, in 'Poesia', marzo 2021, qui


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#SPILLI / I 'Voucher Taxi' del Comune di Milano (Massimo Ferrario)

(1) - L'iniziativa è 'bella', ma non funziona
Ho inviato al Supporto tecnico del Comune di Milano la seguente email.
"" Ieri, 25 novembre, ho compilato il 'form' per la richiesta del 'Voucher Taxi', previsto per gli anziani oltre i 65 anni. 
Oggi, 26 novembre, due taxi di Milano (4040 e 8585) hanno provato e riprovato, al termine della corsa (tra l'altro con due 'macchinette' differenti) a inserire il codice, che ho fatto loro vedere da stampa cartacea e display del telefonino, ma in entrambi i casi la risposta restituita è stata 'voucher invalido'. 
L'iniziativa, in un momento Covid come questo, è intelligente e utile: per noi cittadini e per i tassisti. 
Ma: 
(1) Compilare il modulo per chi non ha dimestichezza con internet (come le persone anziane) non è semplice: io sono impazzito per correggere il mio cognome, inserito sbagliato, e, imbroccando 'giri' strani grazie a congiunzioni astrali favorevoli, sono riuscito ad annullare l'account (perché non c'era altra soluzione più 'normale'), per poi dover ripetere tutta l'operazione registrando un nuovo profilo. 
(2) Nessuno conosce l'iniziativa (io l'ho appresa casualmente, i due taxisti non avevano avuto informazioni dirette, il centralino 4040, peraltro assai cortese, aveva informazioni scarse e confuse e mi ha rimandato ai tassisti). 
(3) Quando il sistema ti restituisce il voucher online, non viene data istruzione su come e quando usarlo (tra l'altro io avrei avuto bisogno di 2 voucher per la stessa giornata e la cosa, pur essendo prevista e permessa, non mi è stata possibile, perché mi veniva rifiutata la nuova richiesta). 
(4) Le 'belle' iniziative, quando non funzionano, fanno più 'incazzare' dell'assenza di iniziative. 
Cordialmente, mf ""

(2) - Per farla funzionare serve uno smanettone di computer
Ho ricevuto, nel giro di due ore, una risposta dal Supporto dedicato all'operazione voucher
Avrei voluto comentare, dato che nella email comparivano, apprezzabilmente, nome e cognome dell'operatore. Ma si trattava di una comunicazione 'no-reply' e quindi ho dovuto rinunciare. 
Ho provato anche a comporre il numero telefonico, più che apprezzabilmente evidenziato in chiusura di email, con l'avvertenza di farne uso in caso di richiesta di ulteriori chiarimenti. Ma ho desistito dopo un'ora di ripetuti segnali di 'occupato'. 
Peccato. 
Avrei scritto che lodavo la cortesia e la tempestività del rispondente. Ma le istruzioni che mi venivano date (e che pure avrebbero potuto essere inserite al termine della procedura, quando il sistema restituisce quello che formalmente è chiamato 'voucher', ma che evidentemente il sistema non considera ancora un processo 'perfezionato'), per quanto abbastanza chiare, restavano arzigogolate. 
Per completare il tutto, infatti, ho scoperto che mancavano una serie di ulteriori mosse online comprendenti nuovi link con relativi accessi al form e conseguenti attese di successive verifiche.
La prima reazione è stata di resa: nessuna voglia di continuare a essere ingaggiato in una gara a ostacoli cui non ho più l'età per partecipare, né in veste fisica né in modalità virtuale.
Poi, ha vinto la testardaggine. E, recuperando una pazienza che credevo di avere esaurito e stimolando gli ultimi neuroni rimasti, sono riuscito (forse, magicamente) a ottenere (credo, spero) il tanto ricercato voucher, peraltro apparso sul display del telefonino con numeri ‘nuovi’, ma in forma del tutto simile a quello che stamattina non ha funzionato. Lo testerò al prossimo tragitto, che (mi segnala la procedura) ha implicita la regola-limite di non poter superare la scadenza del 15 dicembre. 
Però mi domando: io sono un ultra-settantenne che un po' se la cava a smanettare su internet tra computer e smartphone, ma la maggioranza dei miei coetanei che fatica a maneggiare il mouse? La cosa paradossale è che questa iniziativa è stata progettata anche (forse soprattutto) per loro.
So di essere uno dei pochi italiani rimasti affezionati a una ideologia 'pro-pubblico'. Ma ogni volta che incontro la burocrazia, anche in versione informatica, sbatto la testa e mi faccio male: con la conseguenza che mi 'incazzo' ancora di più di quanto mi accadrebbe se fossi un liberista. 
Negli anni è aumentata sensibilmente la cortesia degli operatori (sia online, che via telefono, che in presenza), ma resta uguale, sotto un livello minimo di accettabilità, l'efficacia dei processi: cervellotici, tortuosi, per nulla friendly per il cliente/utente. 
E' evidente che la gentilezza è una precondizione. Indispensabile, ma insufficiente. Perché è l'efficacia ciò che conta: e questa sta nel servizio reso e nella facilità con cui questo è reso. 
Altrimenti è inutile riempirsi la bocca con la retorica dell'orientamento all'utente e con la mistica della sua soddisfazione. La conseguenza sarà che il pubblico cederà sempre più spazi al privato: il quale non ha tutte le virtù che gli vengono attribuite, ma neppure il sadismo procedurale di cui si diletta il primo. Un sadismo burocratico che fa confermare il dubbio che, in molti casi, il dolo prevalga sulla colpa: e il suicidio a favore del privato sia una strategia.

*** Massimo Ferrario, I 'Voucher Taxi' del Comune di Milano, per Mixtura


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#VIGNETTE / Non lasciare mai che siano gli altri (Alagon)

ALAGON (Virginia Cabras)
facebook, 25 novembre 2020, qui

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giovedì 26 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Lezione di poesia (Vasko Popa)

Siamo seduti su una panchina bianca
davanti al busto del poeta Lenau

Ci baciamo
e incidentalmente parliamo
di versi
parliamo di versi
e incidentalmente ci baciamo

Il poeta guarda da qualche parte
oltre noi
oltre la panchina
oltre la ghiaia del sentiero

Ed è così splendidamente silenzioso
con le sue belle labbra di bronzo

Nel parco della città di Vršac
imparo lentamente
ciò che conta davvero in una poesia

*** Vasko POPA, 1922-1991, poeta serbo di origine rumena, Lezione di poesia, da Carne viva, 1975, in 'il canto delle sirene', 20 novembre 2020, qui

Christopher Clark, qui

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#SPOT / Donne oggi (Amnesty International)

Amnesty International-Ipsos, ottobre 2020
facebook, 25 novembre 2020, qui

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#VIGNETTE / Intanto, Italia Viva (Natangelo)

NATANGELO, 1985
facebook, 25 novembre 2020, qui

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mercoledì 25 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Fortuna (Sara Teasdale)

Quante volte ci siamo incontrati
come accade a stranieri per la via:
figli della fortuna ignari, entrati
dalla porta del cielo per magia.

*** Sara TEASDALE, 1884-1993, poetessa statunitense, Fortuna, da Gli amorosi incanti, Crocetti, 2010, traduzione di Silvio Raffo, in 'il canto delle sirene', 22 novembre 2020, qui

Richard Blunt, Storia di un amore, qui

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#SPILLI / Neppure le mattonate nei denti (Massimo Ferrario)

«La sinistra vince al centro» ripete ossessivamente Matteo Renzi. Da sempre: o almeno nei giorni in cui si crede di sinistra. E anche ieri, come scrive in una sua 'lettera' a ‘la Repubblica’. (qui)

Il suo evidente e miserevole schianto  in politica, avvenuto in modalità meteora, insieme a tutta una storia, ormai consolidata che accomuna la sinistra quando questa decide il suicidio mimando la destra, dovrebbe dimostrare platealmente che la sua affermazione altro non è che ‘falsa ideologia’, capace di affascinare  chi magari sa ben trafficare in politica, ma ignora cosa sia Politica.

Le persone intelligenti sanno cogliere e decifrare i duri feedback che arrivano dal mondo esterno, anche come conseguenza dei propri comportamenti. 
Le altre, incapaci di connettere i fatti tra loro e le teorie con questi, non sono toccate neppure dalle mattonate nei denti: il loro Io patologico è talmente ‘grandioso’ che viene assunto a priori come ‘la’ realtà’. 

E la cosa più stupefacente (ma in fondo coerente con personaggi che si credono statisti) è che pretendono pure, dal basso dei loro insuperabili insuccessi, di fare la lezione agli altri.    

*** Massimo Ferrario, Neppure le mattonate nei denti, per Mixtura


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#CIT / L'atto criminale (Émile Durkheim)

Émile DURKHEIM, 1858-1917
sociologo, filosofo francese
citazione da La divisione del lavoro sociale, 1893, qui

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#VIGNETTE / Cos'è l'infanzia? (Fabio Magnasciutti)

Fabio MAGNASCIUTTI
facebook, 20 novembre 2020, qui

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martedì 24 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Salmo (Paul Celan)

Nessuno ci impasta più con terra e argilla,
nessuno evoca la nostra polvere.
Nessuno.

Sia lode a te, Nessuno.
Per amor tuo
fioriremo.
Incontro a te.

Noi siamo
fummo,
e resteremo sempre
un Nulla che fiorisce:
la rosa di Nessuno.

Con
lo stelo lucente come l’anima
con lo stame ebbro di cielo,
la corona imporporata
dalla parola, che cantammo
sopra, oh al di sopra
della spina.

*** Paul CELAN, 1920-1970, poeta rumeno di origine ebraica, Salmo, da La rosa di nessuno, 1963, traduzione di Mario Specchio, in 'ilcantodellesirene', 23 novembre 2020, qui


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#BREVITER / Nonna allora a Natale (Marco Noel)

facebook, 23 novembre 2020, qui

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#VIGNETTE / Non ce n'è eruzioni (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
facebook, 21 novembre 2020, qui

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lunedì 23 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Una tendina (Massimiliano Caccamo)

Una
tendina a quadri 
Raccolta in sé 
Non fa che suggerire

*** Massimiliano CACCAMO, consulente, saggista, Tendina, inedito, 9 Agosto 1975


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#MOSQUITO / La storia di re Mida (Bertrand Russell)

La storia di re Mida è nota a chiunque. Questo ricco re, che amava l'oro in modo anormale, ottenne da un dio il privilegio di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Dapprima ne fu felice, ma quando scoprì che il cibo che avrebbe voluto mangiare diventava solido metallo prima che egli potesse inghiottirlo, cominciò a preoccuparsi; e quando sua figlia diventò una statua allorché egli la baciò, supplicò atterrito il dio di riprendersi il suo dono. Da quel momento si rese conto che l'oro non è l'unica cosa che valga. Questa storia è molto semplice, ma il mondo non è ancora riuscito ad afferrarne la morale.

*** Bertrand RUSSELL,  1872-1970, filosofo, logico, matematico, attivista e saggista gallese, Elogio dell'ozio, 1935, Tea, 2018


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#VIGNETTE / Tregua natalizia? (Vauro)

VAURO,  1955
vignettista, scrittore, giornalista
'il Fatto Quotidiano', 21 novembre 2020, via facebook, qui 

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domenica 22 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Fossero i miei versi (Fernando Bandini)

Fossero i miei versi quello che la neve
è per i bambini quando si svegliano
e guardano dal vetro sbalorditi la lieve
polvere caduta da lontani mondi.

Fossero i miei versi quello che l'acqua
di maggio è per i meli dalla foglia lustra
quello che il vento è per i pini (una frusta
verde che schiocca sulla selva e sul pascolo).

Quello che per i pesci guizzanti è la ghiotta
esca, per il tordo bottaccio
la trappola insidiosa fatto col setaccio
di casa ancora sporco di farina.

Capaci di catturare, capaci di ferire,
capaci di serbare un segno segreto,
un mistero d'origine nel lieto
turbinio delle cose che lievita la massa.

Fossero i miei versi quello che le stelle
sono per la notte quando esplodono in cielo
come larghi rododendri sullo stelo
d'un sospiro che veglia alle finestre.

Fossero i miei versi di bella fattura
ma nutriti di umana realtà.
Fossero i miei versi come la libertà
aria della lotta e pane del riposo.

*** Fernando BANDINI, 1931-2013, poeta, scrittore, accademico, Fossero i miei versi, 'ilcantodellesirene', 28 dicembre 2013, qui


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#SENZA_TAGLI / Le chat del calcetto (Andrea Colamedici)

 Voi l’avete mai vista una chat del calcetto?
Avete idea di quale cloaca siano moltissime chat, anche di avvocati, intellettuali, uomini per bene uniti da una partitella o un incontro settimanale di altro tipo?

Io sì, ne ho abitate parecchie negli anni e, salvo rare eccezioni, manifestano tutte l’assenza di educazione sentimentale e pulsionale degli uomini.
In cinque o sei casi il benvenuto a un nuovo membro l’ho visto fare con foto di tette, rigorosamente molto grandi.
“Ma fa ridere! Fa colore!”

Le chat del calcetto sono a tutti gli effetti estensioni dello spogliatoio e ne reiterano la presunta goliardia, il cazzeggio, il cameratismo, il gusto per l’esagerazione e una radicale e ostentata ignoranza sentimentale, con in più la possibilità di avere corpi femminili da scambiarsi in foto o video, come fossero figurine.
Quando qualche membro della chat prova a criticare la modalità di utilizzo, viene tacciato di essere un pesantone o uno che non si sa divertire. Perché “non c’è niente di male, sei proprio un bigotto”. Ma il problema è il desiderio maschile, che non è educato, non è consapevole, è grezzo e resta tale, e non prende in considerazione l'Altro se non come oggetto passivo.
In quelle chat non c’è quasi mai spazio per il confronto, per il dialogo diretto, per disagi o dolori esistenziali: oltre alle sfide e alle ironie verso chi perderà la partita successiva, in spogliatoio e ancor più in chat i discorsi sono incentrati su prestazioni erotiche particolarmente riuscite, allusioni sessuali e grasse risate “politicamente scorrette”. 

Sembrerà un ritratto grottesco e caricaturale, me ne rendo conto, e senz’altro c’è chi ne ha un’esperienza più sana, ma per me e per le tante persone a cui ho chiesto un parere è semplicemente la norma.
In tutti quei casi si perde un’occasione per fare autocoscienza, per confrontarsi, per parlare davvero, e ci si trincera dietro l’ansia di essere grandi tori da monta calcistica ed erotica, senza macchia e senza paura.
Una volta, in una chat del calcetto di cui facevo parte qualcuno mandò il solito video di spogliarelli, ma in quel caso c'era un dettaglio diverso. Nessuno notò che tutti quei corpi femminili non avevano la testa. Quando lo feci notare mi risposero: “Embè?”
Erano sono solo corpi, pensati e tagliati per il piacere maschile e niente di più: non dovevano essere nient’altro. Corpi decapitati, simbolo chiarissimo dell’incapacità di entrare davvero in relazione con l’Altro in generale e con le donne in particolare.

In questi giorni in una chat di calcetto è stato diffuso senza consenso il contenuto intimo di una donna, maestra d’asilo, da parte del suo ex fidanzato. L’insegnante è stata licenziata e l’opinione pubblica e i giornali si sono concentrati su di lei e non su chi ha diffuso il video.
Non è così strano che in chat venga diffuso senza consenso il contenuto intimo di una donna da parte del suo ex fidanzato. In questo momento centinaia di migliaia di uomini stanno cercando online tracce del video della ex maestra (fonte Pornhub). Milioni di maschi italiani si scambiano contenuti come quello tutti i giorni in varie chat (non solo del calcetto), perché pensano di averne il diritto, senza considerare che stanno commettendo un reato.
E senza capire che in quel modo stanno devastando la vita degli altri, e anche la propria.

*** Andrea COLAMEDICI, facebook, 1\9 novembre 2020, qui


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#VIGNETTE / Natale distanziati (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
facebook, 19 novembre 2020. qui

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sabato 21 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / A letto (Giorgio Bassani)

Ieri sera a letto mi ero messo
dalla parte destra quella che occupa
lei quando è qui
e stamani svegliandomi mi son ritrovato
a sinistra di dove nel buio ascolto insonne talora
il battito possente del suo
esserci
Cosa mi ha indotto dunque durante la notte
ad abbandonare lo spazio del suo grande
corpo assente
se non l’ansia d’essere anche io
niente?

*** Giorgio BASSANI, 1916-2000, scrittore, poeta, politico, A letto, da Epitaffio, Mondadori, 1974, segnalato in 'ilcantodellesirene', 4 marzo 2016, qui


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#SENZA_TAGLI / Cosa tiene insieme un uomo e una donna? (Egidio T. Errico)

Partiamo da qui: l'uomo è, in genere, maggiormente attratto dall'anatomia femminile, di conseguenza deve fare una certa fatica - inconscia sicuramente, spesso anche conscia - per realizzare che i diversi "pezzi anatomici" che tanto lo attirano appartengono ad un intero, ad una persona detta donna.
Una donna, invece, dal canto suo, in genere, tende a vedere nell'uomo un intero, un tutto, e quindi a volere, più che il pezzo anatomico, un tutto che chiama amore, di conseguenza anche lei - e per ragioni opposte a quelle dell'uomo - deve fare una certa fatica, molta fatica, a sopportarsi come "un pezzo" per il proprio uomo, o, addirittura, a fargli credere - talvolta fino al punto di crederlo anche lei - che anche lei adori fino allo svenimento quel "pezzo" di lui di cui lui sembra andare particolarmente fiero, vale a dire il suo pene. 

Da questo equivoco, da questo punto di non incontro di partenza, un uomo e una donna che dicono di amarsi devono ruscire a trovare un modo possibile e sopportabile per poter stare insieme, dal momento che, come abbiamo visto, e come dice Lacan, "l'uomo cerca nella donna quello che non ha  la donna vuole che l'uomo sia quello che non è". 
Occorre in altri termini che entrambi siano disposti ad un compromesso - spesso da dover essere continuamente rinnovato - su cui costruire, e portare avanti, un legame, un rapporto, una vita insieme, una famiglia, dei figli eccetera eccetera. 

E' solo l'amore che può permettere un tale compromesso, un tale "miracolo": in questo caso un rapporto tra un uomo e una donna può essere anche una delizia, altre volte, meno frequentemente, no, ed è una tragedia.

*** Egidio T. ERRICO, psicoanalista, Cosa tiene insieme un uomo e una donna?, facebook, 19 novembre 2020, qui


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#ARTE / Statuetta in terracotta, III millennio a.C.

Statuetta in terracotta
fine III millennio a.C., da Altyndepe
dallo scavo di V.M Masson del 1971, Turkmenistan, Hermitage, San Pietroburgo.
facebook, 15 novembre 2020, qui

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#VIGNETTE / Affrontiamo la questione morale (Lele Corvi)

Lele CORVI
'il manifesto', 20 novembre 2020

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venerdì 20 novembre 2020

#SGUARDI POIETICI / Non sappiamo di andare quando andiamo, 1544 (Emily Dickinson)

Non sappiamo di andare quando andiamo. 
Noi scherziamo nel chiudere la porta.
Dietro, il Destino mette il catenaccio,
e non entriamo più. 

*** Emily DICKINSON, 1830-1886, poetessa statunitense, Non sappiamo di andare quando andiamo, IV, 1523, ca 1881, da Emily Dickinson, Edizioni Corriere della Sera, DiVersi, 2019, traduzione di Margherita Guidacci, curatela di Barbara Lanati


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#SPILLI / Chi mina le fondamenta della scienza (Massimo Ferrario)

Nei giorni scorsi Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova, è stato nominato coordinatore nazionale nella gestione dei pazienti Covid da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari) (da 'la Repubblica-Genova', 12 novembre 2020, qui).

Non essendo medico, ovviamente non oserei mai mettere in discussione la competenza specifica del suddetto nel suo campo disciplinare. 

Noto solo che, in tema di Covid, sempre il suddetto, presente ubiquamente da mesi in ogni talk show per proclamare con enfasi le sue posizioni minimaliste e incongruamente ottimistiche sulla evoluzione della pandemia, in netto contrasto con autorevoli e seri virologi e epidemiologi che mettevano in guardia sulla possibile/probabile seconda ondata, non ne ha imbroccata una: il virus avrebbe dovuto essere sparito da mesi e la seconda ondata era solo terrorismo di cassandre senza evidenze scientifiche. 

Forse uno così dovrebbe stare zitto o essere silenziato: smettere di frequentare la tv o non essere più invitato. 
Il fatto che il suddetto sia in 'buona compagnia' nell'aver previsto l'esatto opposto di ciò che si è avverato non assolve né lui né la (pessima) compagnia: certo disorientamento e tanta sottovalutazione nell'opinione pubblica, forse con conseguenze comportamentali agostane che paghiamo ancora oggi, dipendono anche da una simile consorteria, fatta credere dai media come tutta ugualmente esperta e autorevole, al pari di altri sicuramente più scientificamente ferrati in campo virologico e epidemiologico.

I greci distinguevano 'episteme' (sapere scientifico) da 'doxa' (opinioni). 
Confondere i due ambiti crea confusione e il solo doverlo ricordare fa capire perché siamo dove siamo e stiamo come stiamo. 

Ma evidentemente a noi piace la confusione: la spacciamo per democrazia e diritto di parola. Ed è così che continuiamo a minare le fondamenta della scienza: che viene picconata soprattutto quando gli stessi esperti (presunti o sedicenti) non la rispettano, magari pontificando solo per inseguire il proprio Io narcisista.

La cosa triste è che quando qualcuno eccepisce, criticando il suddetto e arrivando persino ad attivare una petizione pubblica di colleghi contro la nomina, la risposta non è un'autocritica, ma cavarsela bollando i critici di 'invidia': un vecchio trucchetto spuntato, ma che fa sempre un certo effetto su chi è di 'pensiero leggero'. 
E non sa, per esempio, che la psicologia, in casi come questi, parla giustamente di soggetti che 'proiettano'.

*** Massimo Ferrario, Chi mina le fondamenta della scienza, per Mixtura


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#MOSQUITO / Se vuoi dissentire senza litigare (Bruno Mastroianni)

Se vuoi dissentire senza litigare ci sono 10 cose che puoi sempre applicare (e fa anche rima):

1. Ignora le provocazioni, concentrati sulle argomentazioni.
2. Accetta quando l’altro ha ragione.
3. Se ha ragione in parte, adotta quello che dice adattandolo a ciò che vuoi dirgli.
4. Di fronte a un bivio forzato, usa il “dipende”.
5. Se ti offre prove, chiedi la fonte. Se dà giudizi, chiedigli le ragioni. Se non capisci, chiedi spiegazioni.
6. Assicurati che state dando gli stessi significati ai termini.
7. Se devi confutarlo, assicurati di avere argomentazioni consistenti.
8. Se sei attaccato in modo pertinente, fai la mossa del gattino: rivestiti del tuo limite e fanne la tua forza.
9. Se travisano intenzionalmente le tue parole, tu torna sul tuo argomento.
10. Ricordati che parli alla moltitudine silenziosa che tutto il tempo assiste.

*** Bruno MASTROIANNI, filosofo, esperto di comunicazione, facebook, 15 novembre 2020, qui


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