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martedì 31 marzo 2020

#SPILLI / Orbán, finita l'ipocrisia (Massimo Ferrario)

L’Ungheria non è più neppure una ‘democratura’.
È una vera e propria ‘dittatura’.
Conferiti a Orbán i pieni poteri: da adesso questo figuro potrà fare quello che vuole.
Lui c’è l’ha fatta (e immagino il rosicamento di Salvini...).

E l’Europa continuerà ad accettare l’Ungheria come parte dell’Unione?
L’Europa? L’Unione?
Esistono?

Comunque Salvini esulta e commenta: “Scelta democratica”. ('HuffPost', qui)
Da ignorante qual è non sa che ci sono precedenti terrificanti nella storia.
E che Mussolini e Hitler cominciarono così.

*** Massimo Ferrario, Orban, finita l'ipocrisia, facebook, 30 marzo 20209, qui


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#FUMETTI / Coppia dallo psicologo (PeraComics)

PeraComics (Alessandro Perugini)
facebook, 30 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / La bambina e il virus (Mauro Biani)

Mauro BIANI,  1967
'Robinson', 28 marzo 2020, via facebook, qui

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#SGUARDI POIETICI / Cappuccetto Rosso (Viviane Ciampi)

Madre non c’è un solo lupo
ma tanti lupi in questo bosco
e carne di bambine prediligono.
È forse un male ai loro occhi?
Madre dopo il fatto
un gendarme m’interrogò.
Chiese:
Con quale lupo hai parlato?
Come eri vestita?
Quale svago ti propose?
Il lupo ansimava?
Ti tolse il cappuccio?
Ti fece spugnature?
Ammettilo un po’ ti piaceva il gioco!
Madre il gendarme dall’aria vischiosa
le ginocchia mi teneva
con occhi da lupo e ragione annebbiata.
Al palato aggrovigliai la lingua.
Dapprima rispondevo con candore di bimba
poi muta restai
a nuove domande.
S’offese il silenzio.
(Scrivila tu – lettore – la morale).

*** Viviane CIAMPI, 1946, poetessa, Cappuccetto Rosso, 'fili d'aquilone', n. 54, gennaio-aprile 2020, qui


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#LINK / Lettera agli adolescenti nei giorni del coronavirus (Matteo Lancini)

Care ragazze, cari ragazzi
in questo difficile momento è molto importante che ognuno di noi si assuma nuove responsabilità, per sé, per gli altri, per tutta la comunità. Proprio per questo abbiamo deciso di scrivere un sermone che parta da noi, che parli di noi, risparmiandovi, almeno in questa occasione, il solito discorsetto infantilizzante. È giusto comunicarvi che, come è evidente, in questi ultimi anni noi adulti non siamo stati in grado di assumerci le responsabilità necessarie a garantire a voi giovani, e probabilmente anche ai vostri figli, un presente stabile e un futuro non troppo fosco. Non lo abbiamo fatto perché eravamo e siamo cattivi, ma perché una grande crisi di valori ci ha portato a privilegiare il profitto, l’individualismo, l’audience, a concentrarci su un’etica affettiva valida solo per la nostra famiglia, per il nostro caro piccolo nucleo. Progressivamente ci siamo disinteressati degli altri, anche dei figli degli altri, se non come soggetti che vi avrebbero invitati alle loro festine di compleanno, a non farvi sentire soli, esclusi. Appena i figli degli altri, i vostri compagni delle primarie, hanno iniziato ad avere comportamenti non rispondenti alle nostre aspettative o mostrato difficoltà, abbiamo subito pensato che vi avrebbero ostacolato nei processi di apprendimento, li abbiamo considerati come dei disturbatori sulla strada della vostra crescita e ci siamo lamentati con le maestre. Lo abbiamo fatto per il vostro bene, convinti di darvi più possibilità, non comprendendo che i bambini con più difficoltà sono una risorsa, aiutano ad avvicinarsi ai dolori e agli inciampi della vita, contribuiscono alla crescita personale e valoriale, non rappresentano qualcuno che ti fa rimanere indietro nel programma di matematica. Abbiamo così contribuito, anche se con tutte le buone intenzioni, a rendervi fragili e a non farvi comprendere l’importanza della solidarietà, in primis per voi stessi, oltre che per gli altri. (...)

*** Matteo LANCINI, psicoterapeuta di formazione psicoanalitica, presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca, Lettera agli adolescenti nei giorni del coronavirus, marzo 2020, LINK qui

#SENZA_TAGLI / Dopo il virus, mi raccomando (Anna Mallamo)

Mi raccomando, finito tutto questo continuiamo a tollerare tagli alla sanità, precarizzazione selvaggia delle categorie che oggi chiamiamo eroiche (paramedici, cassieri, addetti a pulizie e distribuzione), evasione fiscale che diventa crimine contro la comunità.

*** Anna MALLAMO, giornalista, blogger, facebook, 29 marzo 2020, qui


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#VIGNETTE / Cosa non si farebbe (Tomas)

TOMAS (Lamberto Tomassini)
facebook, 30 marzo 2020, qui

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lunedì 30 marzo 2020

#SPOT / Papa Francesco (LP)

LP (Paolo Lombardi)
facebook, 28 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / Renzi vuole aprire scuola e fabbriche (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
giornalista e vignettista
'Il Secolo XIX', 30 marzo 2020, via facebook, qui

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#SGUARDI POIETICI / Le lacrime non piante (Eleftherìa Sapountzì)

Le lacrime non piante
diventano laghi bui
che dimorano sotto gli occhi.
Poi le ombre mangiano un po’ alla volta
tutte le altre strade del volto.

Arrivano alla bocca
unico ardito ingresso all’Ade
e si depositano come zolfo nei polmoni
finché mi affaccio al mondo
guscio di sé
senza che nessuno si accorga
di cambiamenti
di seppur minime alterazioni
circolo libera
solo fragile
solo il «non toccare» devo nascondere.

*** Eleftherìa SAPOUNTZÌ, 1971-2000, poetessa greca, Le lacrime non piante, traduzione di Viviana Sebastio, in 'Fili d'aquilone', gennaio-aprile 2020, n. 54, qui


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#FILASTROCCHE / Tempo di economia (Germana Bruno)

Dobbiamo fare un po' di economia,
metter da parte gli abbracci e l'allegria,
per ritrovarli poi con gli interessi
e il capitale spendere e godersi.
Dobbiamo fare tanti sacrifici
e fare a meno dei cari e degli amici,
per farne poi una bella scorpacciata,
quando la carestia sarà passata.
Dobbiamo avere da vendere pazienza
e sopportare questa pesante assenza,
per poi insieme, trovarci più uniti,
un po’ migliori ed arricchiti.

*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, Tempo di economia, facebook, 29 marzo 2020, qui

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#SENZA_TAGLI / Ricominciamo (Enrico Finzi)

Era prevedibile ma fa comunque impressione. Il pensiero unico ritorna all’attacco, per ‘prevedere’ e auspicare il dopo-coronavirus.

L’obiettivo? Far sì che la ripresa mantenga e aggravi l’andazzo precedente, quello che ci ha portato al disastro.

Straordinario, nella sua copia di Berlusconi, il messaggio ai suoi venditori di pubblicità di Urbano Cairo, ex-assistente dello pseudo-Cavaliere (quello delle ‘belle braghe onte’ – sporche nel dialetto veneto – d’una celebre canzone popolare): un intervento identico a quello fatto da Silvio in mia presenza, ai venditori di Publitalia nel 1983 (molti finiti in politica e in carcere). 37 anni passati invano, con gli imprenditori – in parte citati da Cairo – sempre pronti a investire allegramente per chiudere questa seccante parentesi.

Ineffabile l’articolo di Galli della Loggia, che spiega come dovremo rafforzare i poteri del premier (è dagli anni ’50 che Almirante, sovranisti e golpisti vari sognano la Repubblica presidenziale, senza contrappesi, naturalmente).

Confindustria chiede soldi (‘business as usual’) e resiste nei fatti alle richieste di sicurezza dei sindacati, sollecitando il riavvio immediato dello sfruttamento dei lavoratori, magari tramite il neo-servile ‘smart working’.

Qualche modesto provvedimento sarà preso per la ‘gig economý’, così da permettere ai nuovi schiavi di non morire per continuare a estrarre valore da loro.

Il sistema sogna di riprender la festa ‘gabbato lo santo’. Accorgiamocene subito, organizziamoci per non permetterlo. MAI PIÙ COME PRIMA.

*** Enrico FINZI, ricercatore sociale, fondatore e direttore di Sòno hbuman tuning, Ricominciamo, blog 'enricofinzi.it, 29 marzo 2020, qui


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#VIGNETTE / Ci dà l'indulgenza plenaria in diretta (Pietro Scuderi)

Pietro SCUDERI
facebook, 29 marzo 2020, qui

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domenica 29 marzo 2020

#FAVOLE & RACCONTI / La risposta del Vecchio dei Vecchi (Massimo Ferrario)

Un giovane occidentale è in viaggio in India, alla ricerca del significato dell’esistenza.
Visita molti templi, incontrando santoni, monaci, guru. 
La sua domanda resta senza risposta. 

Sta per desistere, quando gli giunge notizia che in cima a una delle vette più inaccessibili dell’Himalaya vive il Vecchio dei Vecchi. 
«Se qualcuno sa», gli viene detto, «lui sa.».

Il giovane parte e dopo varie settimane, superando non poche difficoltà, arriva finalmente nel luogo indicato. 

Il vecchio è seduto, nella posizione della meditazione, con gli occhi fissi alla cima lontana dell’Everest.
Il giovane attende, rispettoso. 
Il vecchio è immobile, gli occhi socchiusi. 
Passano almeno tre ore. 
Poi il giovane, scorgendo un leggerissimo movimento di palpebre del vecchio, rompe il silenzio, parlando sottovoce.

«Sono un giovane, vengo dall’occidente e sono alla ricerca del significato dell’esistenza. Mi hanno detto che solo voi lo sapete. Potete rivelarmelo?».

Il vecchio fa trascorrere qualche minuto. 
Poi, senza muovere lo sguardo dalla lontana vetta dell’Everest, emette un sospiro: 
«La vita...».
Fa una pausa interminabile. Quindi riprende:
«La vita... è...».

Il giovane guarda le labbra del vecchio, cercando di cogliere ogni sfumatura delle parole che sta per pronunciare.
Ma il vecchio si è interrotto: ha volto lentamente lo sguardo attorno, come per raccogliere ispirazione dall’aria ghiacciata che scende dall’Himalaya.

Il giovane è impaziente di sentire il seguito.
Finalmente il vecchio sembra decidersi. 
E lentissimamente, con parole appena sussurrate e come sillabate, si lascia sfuggire dalle labbra: 
«La vita... è... come il fiore del loto». 

Il giovane americano è sorpreso. 
Continua a osservare intensamente il vecchio mentre ripete più volte, dentro di sé, la sentenza, cercando di trarne il significato più profondo.

C’è un lungo silenzio.

Poi, un lieve aggrottar di ciglia sul volto del vecchio.
E il Vecchio dei Vecchi, distogliendo lo sguardo dalla montagna lontana, con una certa preoccupazione che fa trasparire nella voce, domanda al giovane: 
«Hai qualche altro suggerimento?».

*** Massimo Ferrario, La risposta del Vecchio dei Vecchi. Riscrittura di un testo famoso, anche riportato in Peter L. Berger (1997), Homo ridens, Il Mulino, Bologna, 1999. 


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#SPOT / Coronica (FadiToOn)

FadiToOn (Fadi Abou Hassan)
artista siriano rifugiato in Norvegia
L'arte al tempo del Corona
'cartoonmoement.com', 26 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / Immunità di gregge (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
giornalista e vignettista
facebook, 27 marzo 2020, qui

° ° ° 

Stefano ROLLI
giornalista e vignettista
'Il Secolo XIX', via facebook, 28 marzo 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / Ogni giorno che passa è un riandare (Cesare Pavese)

Ogni giorno che passa è un riandare
tutta la storia grigia della vita.

Una donna che appena mi ha parlato
mi ha messo in cuore come un gran germoglio
gonfio di gioia.

È una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera.

*** Cesare PAVESE, 1908-1950, scrittore, traduttore, saggista, poeta, Ogni giorno che passa è un riandare, 17 aprile 1929, da Prima di "Lavorare stanca» (1923-1930)”, in Le poesie, Einaudi, Torino, 1998, ripostato in 'poeisa in rete', 24 marzo 2020, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pavese


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#FUMETTI / La maestra dice che dobbiamo disegnare fiori (Charles M. Schulz)

Charles M. SCHULZ,  1920-2000
facebook, 27 marzo 2020, qui

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#QUADRI / Il sentiero nel giardino di Giverny, 1902 (Claude Monet)

Claude MONET, 1840-1926
pittore francese
facebook, 18 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / Categorie professionali a rischio (Natangelo)

NATANGELO
facebook, 25 marzo 2020, qui

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#SPOT / Vinciamo (Anne Derenne)

Anne DERENNE
artista francese
Let's win
'cartoonmovement', 25 marzo 2020, qui

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#QUADRI / Maternità (Adolfo Tommasi)

Adolfo TOMMASI, 1851-1933
facebook, 14 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / Saremo migliori (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'la Repubblica', 27 marzo 2020, via facebook, qui

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#SGUARDI POIETICI / Hanno smesso di passare (Eleftherìa Sapountzì)

Hanno smesso di passare
nelle mie giornate le biciclette.
Quelle belle
degli acrobati
dei giovani ragazzi che da bambina
mi hanno fatta innamorare.
Sono sparite le biciclette
dei pomeriggi sul molo.
Chi mi insegnerà l’equilibrio
con quel vecchio trucco – che
riesce sempre e comunque
a farti credere
che lui ti tiene,
che è dietro di te
e che non cadrai.
E quando prendi la rincorsa e
pensi di volare
un alito freddo ti percorre la schiena
un rivolo d'incertezza
ti raggela.
Ti volti. Non c’è più
il bel ragazzo a reggerti
la bicicletta.
L’inizio del mondo.

*** Eleftherìa SAPOUNTZÌ, 1971-2000, poetessa greca, Hanno smesso di passare, traduzione di Viviana Sebastio, in 'Fili d'aquilone', gennaio-aprile 2020, n. 54, qui


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#SCRITTE / Andare in tempi di Coronavirus

facebook, 27 marzo 2020, qui

° ° °

facebook, 27 marzo 2020, qui 

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#SENZA_TAGLI / Serrata da coronavirus, immagina... (Azra Nuhefendic)

Non puoi più stare in casa, sei annoiato a guardare la TV, stanco di giocare ai videogiochi, preoccupato di cucinare troppo e mangiare troppo, sei stufo di messaggini sul cell., annoiato in fila davanti a un supermercato, sul orlo di un esaurimento nervoso perché i bambini sono diventati insopportabili, irato perché non puoi uscire a fare jogging, stufo di lavorare da casa, hai paura delle strade vuote e del silenzio, stanco di disinfettarti le mani?

Immagina che ti tolgono il gas: niente cottura, niente riscaldamento, niente l’acqua calda. 
Immagina di avere la tua elettricità tagliata: niente luce, ne riscaldamento, niente telefono, ne computer, niente la TV, ne videogiochi, niente l’apprendimento online, niente lavoro da casa, niente l’ascensori, niente l’acqua nella toilette e non puoi più utilizzarlo per fare la cacca. 
Immagina che la temperatura sia sotto lo zero e cammini per casa con 10 strati di roba. 
Immagina che invece di aspettare nella fila del supermercato, sei in fila con i bidoni per prendere un po’ d’acqua 3 km lontano dalla tua casa. 
Immagina che invece di fare jogging sei in un parco e stai tagliando albero per avere un po’ legna per riscaldarsi con una stufa fata di pentola. 
Immagina di aspettare in fila per un pacco di aiuto umanitario. 
Immagina che sei ferito mentre stavi in fila per prendere il pane, e che stai aspettando in un corridoio dell’ospedale il tuo turno di essere operato. Immagina che invece del silenzio, ogni tre minuti ti cadano le granate. 
Immagina che quando esci sul balcone e un cecchino ti spara. 
Immagina .... Sarajevo sotto l’assedio.


*** Azra NUHEFENDIC, facebook, 22 marzo 2020, qui


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#VIGNETTE / Maschercard (Riccardo Mannelli)

Riccardo MANNELLI, 1955
pittore, disegnatore
'il Fatto Quotidiano', 27 marzo 2020, qui

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venerdì 27 marzo 2020

#FAVOLE & RACCONTI / Il segreto svelato a Piccolo Uomo (Massimo Ferrario)

Piccolo Uomo viveva ormai da due mesi con il Grande Vecchio delle Montagne. 

Gli piaceva, la mattina appena sveglio, aspirare l’aria pura dei ghiacciai; sentire, appena il sole avvolgeva dolcemente le piante, il profumo intenso dei boschi; camminare lentamente, durante il giorno e soprattutto al tramonto, in vetta alla vallata e vedere, da lassù, gli uomini piccoli della città, che correvano indaffarati come formiche impazzite. E poi, non avrebbe mai smesso di ascoltare, la sera accanto al fuoco, il Grande Vecchio che raccontava, con la sua voce calda e antica, vecchie storie di divinità e folletti. 

Ma il Grande Vecchio aveva insistito. L’estate si stava concludendo e Piccolo Uomo doveva riprendere la sua normale vita di bambino: i genitori, la scuola, i compiti a casa, i giochi con gli amici.
Piccolo Uomo era molto triste. Avrebbe contato i giorni: fino alla prossima estate.
Lo zaino era pronto e Piccolo Uomo stava per indossarlo.

«Concedimi una domanda, Grande Vecchio, prima che parta», disse Piccolo Uomo. 
«Ora che ritorno in mezzo alla gente, ritornerò ad avere il problema di capirla. Capire i miei amici, ma soprattutto i cosiddetti adulti. A volte tutti quelli che mi stanno attorno mi sembrano così strani, hanno modi di pensare così assurdi... C’è un modo per capire le persone?».

«E’ una cosa semplice» rispose il Grande Vecchio, con un sospiro quasi di preoccupazione che però Piccolo Uomo non colse.
«Semplice?» si stupì Piccolo Uomo.
«Certo, semplice» confermò il Grande Vecchio.
«A me proprio non è mai sembrato».
«Forse perché non hai ben ferme in testa due convinzioni».
«Due convinzioni? E quali?».
«Ecco la prima, Piccolo Uomo. Ricorda sempre: anche se ti sembrano molto diversi da te, gli altri non sono mai diversi da te. Gli altri sono come te».
«Come me?», sgranò gli occhi Piccolo Uomo.
«Già: pensano, sentono, soffrono, godono... insomma, vivono come te. L’altro ha gli stessi tuoi problemi, vuole le tue stesse cose. Se tu guardi in te, trovi l’altro».

«Questa è la prima convinzione. E la seconda?» chiese Piccolo Uomo, incuriosito.
«La seconda convinzione è che nessuno è mai come te. Tu sei unico. E come te sono unici tutti gli altri. Se tu guardi in ognuno di loro, trovi la loro diversità. Così come se guardi bene in te stesso: troverai che tu sei diverso da ogni altro e che nessuno è mai come te».
«Ma questa seconda convinzione è esattamente il contrario della prima», commentò Piccolo Uomo.
«Infatti», ammise il Grande Vecchio. «Nessuna delle due, da sola, è giusta. Tutte e due, insieme, sono vere».
«Però tu mi avevi detto che era semplice, Grande Vecchio», sospirò Piccolo Uomo.
«Lo ribadisco, Piccolo Uomo».
«Non capisco: applicare quanto mi stai dicendo, non mi sembra per nulla semplice. Anzi, mi sembra quanto mai difficile, se non impossibile, Grande Vecchio».

«Allora, Piccolo Uomo, ti aggiungo un’altra piccola verità» proseguì il Grande Vecchio.
«Una terza convinzione?».
«Sì, e forse questa è la più importante, Piccolo Uomo: perché non serve soltanto per tentare di mettere in pratica le due convinzioni che ti ho appena ricordato. Purtroppo, gli uomini, laggiù nella valle, non conoscono questa verità, oppure fingono di non saperla.
«E per ciò hanno tanti problemi e trovano difficile vivere?» chiese ansioso Piccolo Uomo.
«Temo di sì, Piccolo Uomo».
«Allora svelami questo segreto, Grande Vecchio».
«E’ un segreto semplice, Piccolo Uomo. Molto semplice. E dice che sono proprio le cose semplici che sono le più difficili».

*** Massimo Ferrario, Il segreto svelato a Piccolo Uomo, in M. Ferrario (a cura), Mixtura 1996, Dia-Logos, Milano, dicembre 1995, pubblicato in proprio e a circolazione limitata.

Disegno di Angelo Ruta

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#CIT / Se sei a corto di beni materiali

Se sei a corto di beni materiali,
e delle tue esigue scorte
sono rimaste solo due pagnotte,
vendine una e con ciò che ricavi
comprati dei giacinti 
per nutrire la tua anima.

In molti siti in rete il testo è indicato come proverbio o poesia indù; in altri è citato il poeta persiano e mistico SA'DI (pseudonimo di Abu Mohammad Mosleh ebn Abdollāh, 1210-1291, di cui si parla in wikipedia qui



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#QUADRI / Campetto (Alessandro Tofanelli)

Alessandro TOFANELLI, 1959
 facebook, 25 marzo 2020, qui

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#VIGNETTE / Ho chiesto all'Ue strumenti adeguati (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
vignettista e giornalista
'Il Secolo XIX', via facebook, 27 marzo 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / Isolamento (Patricio Rascón Fernández)

Per Miriam Tessore
Nell’anno della pandemia – il giorno che finì
la carta igienica al Mercadona ― io e te
eravamo già esperti di voli cancellati
e prenotazioni di hotel, rinviare baci
e abbracci e imporre la quarantena
a noi stessi. I fallimenti
dell’autosufficienza.

Come è stato facile per noi isolarci, amore;
anche se il dolore ci ha infettato
come sempre.

*** Patricio RASCÓN FERNÁNDEZ, 1961, poeta spagnolo, Isolamento, 'emmagunst', 22 marzo 2020, qui, riportato in italiano in 'il canto delle sirene', 25 marzo 2020, qui


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testo originale (Aislamiento)

Para Miriam Tessore

En el año de la pandemia ―el día que se acabó
el papel higiénico en el Mercadona― tú y yo
ya éramos expertos en cancelar vuelos
y reservas de hoteles, aplazar besos
y abrazos e imponernos la cuarentena
a nosotros mismos. Unos cracs
de la autosuficiencia.

Qué fácil nos resultó aislarnos, amor;
aunque el dolor nos infectase
como siempre.

#VIDEO / Tutti insieme lo battiamo


Tutti insieme lo battiamo
youtube, 25 marzo 2020
video 1min20

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#SENZA_TAGLI / Come i contadini (Enrico Finzi)

Una delle maggiori rivoluzioni della svolta dell’anno Mille fu il passaggio nelle campagne alla rotazione delle colture, basata sulla scoperta che la produttività agricola cresceva assai dividendo il fondo in tre sezioni identiche: una a cereale, una per esempio a ortaggi, e una a foraggio. Dopo un certo periodo il campo a cereale passava a foraggio e così via all’infinito.

Ciò permetteva alla natura di riposarsi (a foraggio) per un terzo del tempo, ai terreni di non perdere le sostanze nutritive, all’agricoltura di avere più resa, ai bovini di pascolare e di consentire la concimazione con le loro deiezioni (vulgariter: cacca).

Per il futuro dell’umanità propongo il ritorno a questa ‘filosofia’ di lavoro e di vita.

Così come l’agricoltura intensiva e chimica ha distrutto il pianeta, provocando tra l’altro la pandemia del coronavirus, lo sfruttamento intensivo e globale degli umani sta distruggendoci.

Abbiamo urgente necessità di riorganizzarci alternando in ogni lustro impegni diversi, a rotazione: un terzo per produrre intensamente, un terzo per farlo più ‘softly’, un terzo stando a riposo (per esempio per filiare).

Un’idea balzana? Meno di quanto sembri a prima vista. Anche noi, parte della natura, dovremmo poter ‘ricaricare le batterie’ e poi sperimentare fasi veloci e semi-veloci. Saremmo più felici, sani, efficaci.

*** Enrico FINZI, ricercatore sociale, fondatore e direttore responsabile di 'Sòno human tuning', Come i contadini, blog 'enricofinzi.it', 25 marzo 2020, qui


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#VIGNETTE / Rimandate le Olimpiadi (Brian Gable)

Brian GABLE, 1949
vignettista canadese
'internazionale', 27 marzo 2020

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giovedì 26 marzo 2020

#VIDEO #HUMOR / Nella mente dello SmartWoker (Giovanni Scifoni)


Giovanni SCIFONI, 1976
scrittore, attore
Nella mente dello Smartworker
youtube, 24 marzo 2020
video, 4min11

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#VIDEO / Cosa stiamo imparando? (Domenico De Masi)

VIDEO , 4min04
Domenico De Masi, 1938
sociologo, professore emerito dell'università La Sapienza di Roma, saggista, 
  “Cosa stiamo imparando? 
L’importanza delle competenze e dello Stato. 
E che i sovranismi sono arcaici”
intervista di Peter Gomez, 
'Sono le venti', 'Nove', 25 marzo 2020

Dalla presentazione:
Secondo il sociologo Domenico De Masi “sta cambiando praticamente tutto”. Ma questo non è per forza un aspetto negativo, anzi. La società può trarre tanti insegnamenti da questa situazione. “Stiamo imparando, ad esempio, che mondo è un unico villaggio – ha detto in collegamento con gli studi di Sono le Venti – e che i sovranismi sono arcaici e velleitari. Ma anche che le competenze sono importanti, altro che ‘uno vale uno’. Oggi attraverso i medici stiamo recuperando le competenze. E stiamo finalmente capendo che lo Stato è necessario”

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#VIGNETTE / Medici, infermieri, angeli (Vauro)

VAURO,  1955
vignettista, scrittore, giornalista
'il Fatto Quotidiano', 26 marzo 2020

In Mixtura i contributi di Vauro qui
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#SGUARDI POIETICI / Son membra d'un corpo solo i figli di Adamo (Sa'di)

Son membra d’un corpo solo i figli di Adamo,
da un’unica essenza quel giorno creati.
E se uno tra essi a sventura conduca il destino,
per le altre membra non resterà riparo.
A te, che per l’altrui sciagura non provi dolore,
non può esser dato nome di Uomo.

*** SA'DI (pseudonimo di Abu Mohammad Mosleh ebn Abdollāh)1210-1291poeta e mistico persiano, traduzione di Mario Casari, in 'parstoday.com' 21 aprile 2018, qui- Il testo compare all’ingresso della sede delle Nazioni Unite di New York ed è stato citato dal presidente Usa Obama nel primo celebre videomessaggio di auguri al popolo iraniano nella ricorrenza di Norouz nel 2009
https://it.wikipedia.org/wiki/Sa%CA%BFdi


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#QUADRI / Alla finestra (William Orpen)

William ORPEN, 1878-1931
pittore irlandese
Alla finestra, 1901
facebook, 25 marzo 2020, qui

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#MOSQUITO / Funzionare, per evitare l'angoscia esistenziale (Miguel Benasayag)

La minaccia all’orizzonte ci impone di funzionare, poiché l’avvenire ci inquieta, noi orfani della civiltà che credeva al futuro, alla promessa di uno splendido avvenire. Occorre agire in modo da non dover attendere che l’avvenire avvenga. Vorremmo poter sapere, prevedere, prepararci ad affrontarlo; ci abbeveriamo alle teorie e ai racconti deterministici: che sollievo se i giochi fossero già fatti, per sempre! Se solo fossimo capaci di decifrare i messaggi di quelle carte destinate a informarci su ciò che ‘deve accadere’. Se solo potessimo evitare questa angoscia: l’angoscia esistenziale che è però proprio ciò che ci fa sentire vivi e ci rivela che la vita deve la sua stabilità esattamente al fatto di essere, a tutti i livelli, un sistema lontano dall’equilibrio!

*** Miguel BENASAYAG, 1953, filosofo e psicoanalista argentino, Funzionare o esistere?, Vita e Pensiero, 2019


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#VIGNETTE / Usa in Quarantine (Alagon)

ALAGON (Virginia Cabras)
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