(dal web, via linkedin)
Non pensare troppo.
Potresti creare un problema
che neppure c'era al primo posto
Una frase anonima.
Forse perché è stata scritta da quello Zeitgeist che oggi soffia come una bora: sì, lo 'spirito dei tempi' attuali.
In astratto e in teoria convengo.
In altra epoca il messaggio potrebbe costituire un utile avvertimento: quel 'troppo', in effetti, può far diventare il pensiero un problema. Ci si installa dentro: come per difendersi dal decidere e dall'agire. E il non decidere (se non è frutto di una decisione consapevole) ovviamente crea problemi.
In altra epoca il messaggio potrebbe costituire un utile avvertimento: quel 'troppo', in effetti, può far diventare il pensiero un problema. Ci si installa dentro: come per difendersi dal decidere e dall'agire. E il non decidere (se non è frutto di una decisione consapevole) ovviamente crea problemi.
Peraltro, tema del pensare a parte, già mia nonna ripeteva che il «troppo stroppia». Sempre. In ogni campo. E aveva ragione.
Ma oggi? Dove la frenesia (fare fare fare e non importa cosa) è il valore e il pensiero è il disvalore perché fa perdere tempo, rallenta, 'gufa' contro le 'progressive e magnifiche sorti'?
Oggi la frase mi pare tanto più pericolosa quanto più è seducente e 'cool'.
E infatti gira in rete: sottoscritta con molti convinti 'like'.
In fondo basta dimenticare il 'too much' e mettere in atto il 'don't think'.
E poi, il 'too much' è soggettivo: anzi, se ci penso ci ho già pensato troppo. E' così che nascono i problemi.
Che sono i peggiori nemici di chi vuol vivere senza pensieri.
Del resto è il nuovo Zeitgeist: 'Vivi positivo: spensierato è bello'.
In fondo basta dimenticare il 'too much' e mettere in atto il 'don't think'.
E poi, il 'too much' è soggettivo: anzi, se ci penso ci ho già pensato troppo. E' così che nascono i problemi.
Che sono i peggiori nemici di chi vuol vivere senza pensieri.
Del resto è il nuovo Zeitgeist: 'Vivi positivo: spensierato è bello'.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura