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sabato 24 dicembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Tre formiche per cinque allievi (Massimo Ferrario)

Era un’estate molto calda e afosa. Il Maestro aveva fatto predisporre, davanti alla cella di ogni allievo, un secchio d’acqua fresca, perché chiunque, la mattina presto, potesse usarla per lavarsi e per bere.
Furono ammessi al convento cinque nuovi discepoli e il Maestro era interessato a capire i tratti principali del carattere di ognuno di loro. 
Per questo, una mattina all’alba, inserì tre formiche in ogni secchio davanti alle stanzette dei nuovi venuti. E a mezzogiorno, a tavola, chiese ad ogni giovane se avesse notato qualcosa davanti alla sua porta.

Il primo scosse il capo: non aveva visto nulla. Aveva attinto acqua dal secchio per lavarsi e per bere: era abbondante e piacevolmente fredda. Gli pareva un’ottima idea e aveva gradito molto. 
Il Maestro pensò che l’allievo avrebbe dovuto lavorare molto su di sé: per imparare a essere presente a sé stesso e a osservare ciò che gli stava attorno. Ad esempio per notare tre formiche in un secchio d’acqua.

Il secondo discepolo chiese qualche secondo per ricordare. Poi annuì: sì, ora che faceva mente locale, aveva visto qualche formica nuotare nel secchio. Non sapeva quante fossero: al momento non ci aveva fatto caso. E comunque non aveva attinto acqua per bere. 
Il Maestro pensò che anche questo allievo avrebbe dovuto migliorare: in questo caso era la sua attenzione ad essere un po’ debole, ma soprattutto avrebbe dovuto riconoscere il sentimento dell’indifferenza alle cose del mondo come suo problema cruciale da risolvere. 

Il terzo discepolo non dovette faticare a ricordare. Certo, c’erano tre formiche che nuotavano nell’acqua: le aveva viste subito, appena stava per attingere acqua per lavarsi il viso. Aveva pensato che il mondo è grande e che  anche le formiche avevano diritto di vivere: probabilmente avevano caldo anche loro e una nuotatina poteva rinfrescarle. Del resto, si sarebbe lavato più tardi, senza disturbare quei tre poveri animaletti.
Il Maestro pensò che questo allievo sapeva praticare la tolleranza: che è un sentimento importante per rispettare gli altri esseri senzienti. Però, forse, avrebbe potuto, e dovuto, fare un salto ulteriore.

Il quarto allievo fu molto sbrigativo nel rispondere: certo che aveva visto le tre formiche. “Erano finite nel mio secchio”, disse. “E mi impedivano di bere l’acqua. Le ho prese tra le dita e lo ho gettate fuori, per terra. Non ho guardato se erano ancora vive: so che le mie dita sono grandi ed è difficile essere delicati con animaletti tanto piccoli.” 
Il Maestro pensò che questo allievo era probabilmente poco adatto ad apprendere ciò che a parole aveva detto di voler apprendere. Gli avrebbe parlato, con comprensione e benevolenza, e forse lui stesso si sarebbe reso conto che la strada scelta, almeno per lui, era sbagliata. 

Il quinto allievo rispose in modo appassionato, mostrando tenerezza per le tre formiche. Le aveva notate subito: si era chinato sull’acqua e le avrebbe accarezzate con dolcezza se solo avesse potuto. Era rimasto a osservare le loro nuotate per qualche minuto: aveva pure parlato con loro e gli era parso che addirittura lo ascoltassero. Poi era entrato nella cella e aveva preso una zolletta di zucchero. Anche se non sapeva di cosa si nutrono le formiche, aveva pensato che un po’ di zucchero non poteva far male e così aveva provato a sciogliere qualche grano dolce nel secchio. Gli era sembrato che le formiche gradissero e aveva avuto la fantasia che addirittura lo ringraziassero. Poi aveva deciso di non disturbarle, toccando il secchio, e di andarsi a lavare attingendo l’acqua alla fonte del convento.
Il Maestro pensò che questo allievo aveva espresso il sentimento dell’amore. Che è quello su cui si costruisce una vita buona e un mondo giusto. Come sa ogni saggio, è una via che non si completa mai, ma questo discepolo l’aveva imboccata. E non limitandosi a pronunciare le solite parole che servono per fare retorica frusta e sdolcinata: ma compiendo un atto preciso, di benevolenza affettuosa, nei confronti di tre formiche. Sì, decisamente un buon inizio. 

*** Massimo FERRARIO, Tre formiche per cinque allievi, per ‘Mixtura’ – Libera riscrittura creativa di un breve racconto di autore ignoto di ispirazione zen


In Mixtura ark #Favole&Racconti di M. Ferrario qui

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