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mercoledì 30 novembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Lupo Bianco e Lupo Nero (Massimo Ferrario)

Il Grande Capo Alba Rossa e il giovane Occhio di Falco erano nella foresta, accovacciati accanto a un albero maestoso.
- Nessuno può insegnarti la vita, Occhio di Falco: la vita si impara vivendo. Ma quel che io posso fare è dirti di me. Di come io l’ho affrontata e tuttora la affronto.

Era stato Occhio di Falco a chiedere al nonno di parlargli: ormai era entrato nell’età adulta e sapeva quanto era fortunato ad essere il nipote prediletto di Alba Rossa, il capo della tribù che tutti ammiravano e rispettavano.

- Eccoci qui, ragazzo. Mi hai chiesto e io ti dico. Del resto, anche a me mio padre, un tempo ormai molto lontano, raccontò le poche cose importanti che ho imparato per vivere al meglio la vita. Fu lui a parlarmi dei due lupi.
- Due lupi?
- Già. Due lupi: uno bianco e uno nero. Lui mi raccontò che li abbiamo dentro di noi. E ne-gli anni io ho potuto verificare quanto questo sia vero. E quanto sia utile tenerlo sempre  presente. Perciò ti svelo il segreto. Che è assai semplice: da dire. Ma, come tutto ciò che appare semplice, difficilissimo da praticare. Vedi, questi due lupi non hanno solo il colore diverso: hanno caratteristiche opposte. Per questo tendono a confliggere. Perché ognuno vuole essere fino in fondo sé stesso, senza farsi condizionare dall’altro. Vuole dare libera espressione alle proprie caratteristiche. Quello bianco tende a essere buono, gentile, tranquillo. E’ di animo docile, ama andare d’accordo con gli altri animali e con il mondo. Non vuole aggredire. E se lo fa è per difendere sé o la sua famiglia, quando questa è attaccata. Intendiamoci: a Lupo Bianco non manca il coraggio, anzi. Solo che lo usa con intelligenza. E spesso ci vuole più coraggio a contenere le proprie pulsioni violente, che anche i lupi bianchi, come tutti, hanno strutturalmente dentro di sé, che a esprimerle, indirizzandole sugli altri o sul mondo. Il Lupo Nero, invece, ha una natura esattamente contraria. E’ aggressivo, violento, avido. Ulula per niente ed è portato a odiare. Basta un nonnulla per farlo arrabbiare e anche per questo non ha amici: si fida solo di se stesso. Ha bisogno di primeggiare: se non vince si deprime e ogni occasione è buona per attaccare briga. Insomma: lui vuole dominare. Ne ha bisogno: altrimenti non è lui.

Occhio di Falco era attento e assorbiva ogni parola.
- Un bel problema, nonno. Con questi due animali in corpo la lotta non può che essere continua e il rischio, per chi li ha nell’anima, è di venire dilaniati dai loro combattimenti. A giudicare i tuoi comportamenti, però, sempre ponderati, equilibrati, saggi, come ti è peraltro riconosciuto da ogni membro della nostra tribù, tu sei riuscito a mandarli via, questi due lupi. Sei stato bravo: ma come hai fatto?

Alba Rossa si trattenne: Occhio di Falco non era più il piccolo nipotino cui si poteva dare una carezza, ora era un adulto. Ma in quel momento avrebbe voluto.
- Mi sopravvaluti, Occhio di Falco. Primo, non ho mandato via nessun lupo. Secondo, non sono così saggio come mi vedi.
- Non capisco, nonno. Tieni i due lupi dentro di te? Ma allora, come fai a essere quello che sei?

Alba Rossa prese quattro bei pezzi di carne dalla bisaccia: due erano arrostiti a puntino e due erano crudi e sanguinolenti. Li depose davanti a loro su una pelle.
- Mangiamo, ora.
Il giovane si stupì.
- Ma nonno, perché hai portato questa carne fresca?
- Per i due lupi.
- Per i due lupi?
- Infatti. Anche loro devono mangiare. E’ il modo che io uso per non far vincere nessuno dei due. Hanno tutti e due diritto di vivere e io questo diritto lo alimento. Nutro ambedue: per due ragioni, almeno. Perché io stesso, come ogni appartenente alla nostra tribù, amo gli animali: tutti. E, come anche tu sai bene, quando siamo costretti a ucciderli, cosa che mai facciamo per diletto, ma solo per placare la nostra fame, chiediamo loro scusa. E poi perché mi conviene. Sì, c’è un fine strumentale che non nego. Io ho bisogno sia di Lupo Bianco che di Lupo Nero. 

Occhio di Falco cercava di capire.
- Ne hai ‘bisogno’?
- Certo. 
- Anche di Lupo Nero?
- Magari non di ‘tutto’ Lupo Nero. Ma in alcune circostanze, sì. Io cerco di fare in modo che ambedue i lupi riescano a convivere: Lupo Nero non deve sopraffare Lupo Bianco e Lupo Bianco deve poter esprimere la sua anima pacifica. Se scegliessi di nutrire solo Lupo Bian-co, Lupo Nero si vendicherebbe: potrebbe approfittare di qualche mio momento di debolezza e prendere il sopravvento nelle mie azioni, spingendomi all’ira, all’odio, alla violenza. Lupo Nero, come ogni essere, uomo o animale, di qualunque specie e colore, vuole comprensione, attenzione, rispetto: per quello che è. E del resto, se gli riconosco la sua potenza e la sua forza, in alcuni momenti queste sue caratteristiche mi potranno tornare utili: io non voglio, né debbo, ‘costruire’ nemici, come giustamente mi insegna Lupo Bianco, ma i nemici esistono: e Lupo Nero può aiutarmi a combatterli, con la sua astuzia e la sua determinazione. Perché è intelligente e capace di mettere in atto strategie vincenti: ad esempio, nel caso in cui la nostra tribù venisse attaccata, Lupo Nero potrebbe aiutarmi più di Lupo Bianco. Almeno all’inizio.
- All’inizio?
- Sì, perché dopo invece potrebbe essere di danno. Dopo potrebbe, e senz’altro dovrebbe, esserci spazio per Lupo Bianco: il suo desiderio di convivere in armonia è quello che può indurre a fare la pace, facendoci ricorrere alle parole della diplomazia e spingendoci a deporre le frecce e i pugnali.

Occhio di Falco stava rimuginando i pensieri, mentre fissava i due pezzi di carne sanguinanti.
- Fammi ricapitolare, nonno. I due lupi devono convivere, nessuno deve vincere. Dando loro da mangiare, presti attenzione a entrambi e loro, non facendosi la guerra, lasciano in pace anche te. E tu, a questo punto, da loro ti assicuri una ‘giusta distanza’: non sei dilaniato, come prima temevo, dai loro conflitti e puoi riflettere con maggiore serenità su quanto ti accade intorno: per capire e agire al meglio. Non solo: ma puoi meglio assorbire, in qualche modo ‘spurgate’, le caratteristiche positive di ognuno dei due animali: non quelle estreme, che polarizzano i loro comportamenti, ma quelle più moderate, che aiutano a mantenere equilibrio.

Stavolta Alba Rossa cedette a un moto di affetto. E abbracciò il nipote, non più nipotino.
- Hai inteso perfettamente, Occhio di Falco. Però bada: non ti ho dato nessuna ricetta. Perché per fortuna la vita si vive senza ricettari: i ricettari sono fatti di carta e la vita è fatta di vita, che va oltre qualunque ricettario. Ciò che ho cercato di trasmetterti con la storia dei due lupi è solo una suggestione: se anch’io riuscissi a praticarla sempre, cosa che purtroppo talvolta non mi accade, avrei la coscienza profonda e vigile, mai distratta e parziale. Davanti a un foglio macchiato, ad esempio, vedrei il bianco e il nero nelle giuste proporzioni: non solo il bianco, dimenticando il nero, o solo il nero, dimenticando il bianco. Forse tu, come evoca il nome che i tuoi ti hanno dato, grazie a due lupi, puoi davvero avere un occhio di falco: sul mondo, ma anche dentro di te. Questo almeno è il mio augurio per il tuo futuro di adulto. E adesso anche noi, come Lupo Bianco e Lupo Nero, ci siamo guadagnati questi due pezzi di carne: e tu dimmi se li ho cotti e insaporiti come vuole la tradizione. 

*** Massimo Ferrario, Lupo Bianco e Lupo Nero, per ‘Mixtura’. Libera riscrittura di un testo di autore anonimo, attribuito ai nativi americani, e diffuso anche online in più siti.


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