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giovedì 23 luglio 2020

#SENZA_TAGLI / Perché non hai più voglia di scrivere sui social (Andrea Colamedici)

Sempre più persone hanno paura o semplicemente non hanno più voglia di dire la propria sui social, perché in troppi attorno a loro li usano come fossero una grande cloaca in cui riversare frustrazioni, livori, rabbie, pregiudizi. Ogni giorno cercano nemici da abbattere e capi da seguire. I social non sono la piazza di dialogo promessa ma un ring al centro di una discarica, in cui il suono della notifica è la campanella del combattimento. La vita social si fa sempre più invivibile per tanti: salvo alcune isole felici, sono evidenti online i segni di una regressione sociale e psichica. 

Stiamo disimparando il senso della comunità, e "lo sfoggio di autenticità si è dimostrato un valore particolarmente redditizio", come ha scritto profeticamente Mark Fisher. Il problema di questa autenticità diffusa è che si tratta di materiale emotivo non elaborato perennemente riversato online, utile a spostare voti e a indirizzare pubblicità ma molto dannoso dal punto di vista dello sviluppo interiore. Gettare quotidianamente il proprio veleno addosso al mondo significa condannare a morte interiore se stessi, togliendo agli altri lo spazio di espressione. Lavorare sulla frustrazione permetterebbe di diventare persone migliori, meno ciniche, meno violente. Sta a noi scegliere se limitarci a tacere e abbandonare il campo o impegnarci per bonificare questo spazio. 
Ma il tempo è comunque poco.

*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore di Tlon, Perché non hai più voglia di scrivere sui social, facebook, 22 luglio 2020, qui


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