I greci sanno qualcosa sul tempo che agli altri sfugge. Nessuno come loro sa stare seduto ore su una sediolina azzurra, col gomito su un tavolo bianco, di fronte al mare, senza fare niente. Ma senza annoiarsi. Dote che manca tragicamente a tutte le altre popolazioni.
Chi li invidia non sa di cosa parla. È tutt’altro che semplice senza allenamento. Ma in Grecia lo sa fare chiunque dalla nascita.
Quando penso ai greci mi viene una parola: “diluire”. Si corre dalla fanciullezza all’età adulta, immersi in chissà quale occupazione, e quando la pensione o l’invecchiamento costringono a rallentare, è dura accettare la nuova condizione. Per questo molte persone si deprimono: non sono abituate.
Il “segreto del tempo” dei greci forse è proprio qui: diluire la frenata finale della vita in una miriade di rallentamenti sparsi lungo i decenni precedenti. Un po’ come faceva Rasputin, il famoso mistico, che per paura di essere avvelenato sorbiva ogni giorno una goccia di veleno abituando il suo corpo gradualmente. Si chiama “mitridatismo”, perché il primo a praticarlo fu Mitridate VI re del Ponto, ossessionato dall’idea di essere ucciso.
Mi sono convinto che i greci facciano altrettanto col tempo, solo che invece del veleno si bevono un buon caffè.
*** Simone PEROTTI, 1965, scrittore, Rapsodia mediterranea, Mondadori, 2019
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