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venerdì 19 luglio 2019

#SENZA_TAGLI / In viaggio, il bagno, la colpa (Vera Gheno)

Quando viaggio, cioè sempre, vedo spesso cose che voi umani.

Un soggetto ricorrente è Colui Che Per Qualche Imponderabile Ragione Non Si Chiude In Bagno. Sarà paura, sarà claustrofobia, sarà incapacità di capire come funziona il meccanismo di chiusura della porta, quale che sia - a volte è un'ovvia levetta, a volte un criptico (!) tasto con sopra il simbolo della chiave, altre volte ancora un bottone differente con scritto CHIUSURA PORTA - ma sempre più spesso incontro impudìchi umani che rinunciano a quel piccolo, essenziale momento di privacy.

Quindi mi càpita di aprire la porta della toilette - ormai con una certa circospezione, perché ho capito l'antifona - e trovo maschi, fortunatamente di spalle, che stanno espletando i loro bisogni a ritmo di Italo, o signore impegnate in complessi contorsionismi (a noi femmine le mamme insegnano molto presto a non sederci sulla tazza nelle toilette pubbliche, a costo di assumere pose da Nadia Comaneci).

Ma non è tanto la sgradevole sorpresa di trovare il bagno occupato, quanto la loro reazione a perplimermi ogni volta: normalmente la persona colta in flagrante si gira piccata, o richiude la porta sgraziatamente, imprecando rumorosamente e mandandomi a quel paese. Ovviamente, l'indignazione mariantoniettesca continua quando Sua Altezza Della Porta Aperta esce dal bagno, squadrandomi con una punta di disprezzo per avere osato interrompere il sacro rito.

In questo paese così peculiare, se tu vai in bagno e non chiudi la porta, senza prevedere nessun modo alternativo per segnalare la tua presenza nel cubicolo, la colpa è di chi tenta innocentemente di entrare.

*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 18 luglio 2019, qui


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