come fu fragile il vento,
fra i rami, della tua voce.
Le corse, le sassaiole
a picco sulla specchiera
in frantumi dell’acqua – le bocche
trafelate, le risse
per amore, i boschivi
sguardi quasi marini
lampeggianti fra il grano
già biondo. Oh, altezza
mai più raggiunta dal fuoco
del cuore. Ti penso
col mio linguaggio di allora,
ma a freddo, lo sento dal suono
– sul marmo – di moneta falsa.
Oh stanchezza, stanchezza
*** Giorgio CAPRONI, 1912-1990, poeta, critico letterario, Ah, giovinezza, da Poesie disperse postume, in L’opera in versi, Mondadori, 1998, in 'ilcantodellesirene', 9 giugno 2019, qui
Annibale Carracci, Trionfo di Bacco e Ariannna, 1598-1601
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