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martedì 4 settembre 2018

#EX LIBRIS / In barca, il comandante e un genitore (Francesca Melandri)

Anche oggi ha quasi dovuto litigare. Erano tre coppie di genitori, due figli ciascuna. Uno dei padri se l’è presa con lui perché il maestrale aveva costretto ad abbreviare l’escursione – non di tanto, poco più di un’ora. Quando Attilio ha comunicato la decisione di girare la prua, quello si è messo a urlare che lui aveva pagato la tariffa per una giornata intera. Il mare si stava ingrossando con rapidità e il più piccolo dei suoi figli aveva già la faccia verdognola per il mal di mare. 
«Amore, Gianluca si sta sentendo male…» ha mormorato la moglie con occhi da mucca, e il marito ha risposto: «Sta zitta, cretina!». Poi, ad Attilio: «Questa gita la pago io, quindi decido io se andare o restare». 
Attilio, come direbbe una certa Dea di Milano frequentata recentemente, non ha fatto un plissé. «Come vuole. Io e la mia barca torniamo in porto, ma se lei intende restare qui, le presto quello.» E ha indicato uno dei salvagenti. «Poi però me lo deve riportare.» 
Il figlio maggiore di una delle altre due coppie è scoppiato a ridere. Suo padre l’ha zittito. Poi nessuno ha più fiatato e meno di un’ora dopo la Chance era al suo ormeggio. 
Ora sono tutti scesi e Attilio ha pulito a secchiate il vomito di quel povero ragazzino con il destino da stronzo già segnato. Ha indossato il giubbetto per schermare il vento ormai quasi autunnale e, come ogni tardo pomeriggio, s’è seduto nel pozzetto a godersi la solitudine. Il sole è basso nel cielo ma non è ancora ora di cena, ha un po’ di tempo prima di mettersi a pulire il pesce. Lo cucinerà senza fretta, senza limone, quasi senza sale.

*** Francesca MELANDRI, 1964, scrittrice, sceneggiatrice, documentarista, Sangue giusto, Rizzoli, 2017


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