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mercoledì 24 febbraio 2016

#SENZA_TAGLI / Diritti, non importava davvero a nessuno (Alessandro Gilioli)

«Prima non esistevamo, adesso invece esistiamo e valiamo molto meno di tutti gli altri».

Lo ha scritto ieri su Facebook Claudio Rossi Marcelli, che non conosco di persona: la sua epigrafe sulla Cirinnà mi è arrivata attraverso le condivisioni. L'ho trovata perfetta, nella sua amarezza. Nel riassumere la lontananza di questa legge da quelli che dovevano essere obiettivi di fondo: uguali diritti civili per tutte e tutti, indipendentemente dal proprio genere e orientamento.

A questo proposito, vorrei citare un'altra frase che ho letto ieri sui social, quella del senatore (del Pd, peraltro) Luigi Manconi: «Per superare la disparità tra coppie etero e omo, una legge che discrimina tra figli adottivi di una coppia etero e di una coppia omo. Però».

Ecco, qui siamo. Già nella sua formulazione iniziale, la Cirinnà ci avrebbe comunque tenuti ultimi in Europa occidentale per parità di diritti. Figuriamoci adesso. Senza dire che la vittoria campale ha galvanizzato alfaniani e cattodem, che ora chiedono nuovi annacquamenti, ulteriori discriminazioni.

Tra i partiti che a parole avevano sostenuto la versione iniziale di questa legge, adesso è tutto un imbarazzante e reciproco scaricabarile. Il Pd accusa il Movimento 5 Stelle perché non ha votato la tagliola agli emendamenti; il Movimento 5 Stelle accusa il Pd di usare questo come alibi per non contarsi al suo interno, per arroccarsi con alfaniani e cattodem.

Forse, semplicemente, uguali diritti non li voleva davvero nessuno. Nessuno li considerava una priorità, nessuno li considerava un obiettivo di civiltà da mettere davanti ai propri interessi di partito: di consenso fuori dal Palazzo e di giochetti dentro il Palazzo.

Non interessava davvero a Renzi: in fondo, uno che fino a pochi anni fa stava con i Family day e diceva: «Non ritengo quella della coppie di fatto la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere per poi trovare una faticosa mediazione. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del paese. Questi provvedimenti toccano la minoranza delle persone». Certo, poi negli anni ha rivisto in parte le sue posizioni, ma la sua cultura di provenienza, quella di fondo, è rimasta la stessa. Del resto, né nel suo programma di governo né nel suo discorso di investitura c'è alcun riferimento agli altri diritti civili: biotestamento, fecondazione assistita, aggiornamento della legge sull'aborto resa impraticabile dalle obiezioni. Zero.

Ma non interessava davvero nemmeno a Grillo e ai suoi, che mai hanno messo i diritti civili al centro del loro movimento, tanto che non ne trovate traccia nel loro programma. E agli attivisti dell'Associazione Coscioni che li incalzavano su biotestamento o aborto hanno risposto sempre «sì, siamo d'accordo, ma non sono queste le nostre urgenze». Una tiepidezza che ha portato dritti al post con cui Grillo lasciava libertà di coscienza sulla stepchild, chissà se per paura di perdere voti a destra o soltanto per sostanziale indifferenza a questi temi.

E questi sono i capi dei due partiti che ci dovevano portare a uguali diritti.

Non è strano che non ci si sia arrivati.

*** Alessandro GILIOLI, giornalista, saggista, Non importava davvero a nessuno, blog 'piovono rane', 23 febbraio 2016, qui


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