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sabato 6 febbraio 2016

#SENZA_TAGLI / Cara Meloni Giorgia (Anna Mallamo - ManginoBrioches)

Cara Meloni Giorgia,
fratella d’Italia, in queste ore si parla molto di te, della tua pancia, della pancia del Paese, quella da cui sono venuti fuori, in questi giorni, pezzi d’odio e intolleranza contro di te e la tua creatura, perché, sai, il mondo è fatto anche così: quello che dai poi te lo restituisce, e io sono ogni volta incantata dallo stupore traumatico con cui tu, e gli altri esponenti d’una destra di ruspe e intolleranze, di pistole in diretta tv e altri tipi di proiettili da media e da social, di fratellanze (arieccoli, i fratelli) con casapoundini ma respingenze per tanti altri, accogliete i frutti della vostra stessa semina. Se passi il tuo tempo a parlare alla pancia, sarà la pancia poi che ti risponderà, e di solito le pance sono espressive in un modo tutto loro.

Peraltro, pensa, io sono persino d’accordo con te (sai, tutto quell’allenamento a non parlare alla pancia, e con la pancia, che a volte noi scemi di sinistra, marxisti corrente Groucho e materialisti magici, ci imponiamo fin dalla più tenera età, produce cose sorprendenti come poter distinguere, articolare, separare i piani): sì, io penso che il matrimonio non sia indispensabile (a dirla tutta, forse nemmeno utile, ma qui andiamo sui traumi personali e non mi pare rigoroso), che se tuo figlio nascerà da genitori non sposati – e dico anche in chiesa, con tutti i sacramenti – sarà esattamente identico a qualunque altro bambino, proveniente da qualunque altro utero o Paese, con o senza famiglia, con o senza benedizione: titolare di diritti, portatore di valore umano, soggetto di dignità e amore, oggetto di cura e attenzione.

Però sento l’obbligo di dirti che tu puoi – giustamente – addolorarti e persino indignarti per gli insulti e le offese, e dire al mondo che nessuno si può permettere di criticare il tuo stato civile, le tue scelte e la condizione di tuo figlio proprio perché io, ma prima di me infinite sorelle e infiniti fratelli, infiniti marxisti tendenza Groucho e materialisti magici, infiniti illusi, infiniti sognatori pragmatici e idealisti surrealisti, hanno protestato, e manifestato, e perorato, e sono scesi nelle piazze e preso infiniti calci nel sedere per spezzare il dogma della famiglia intoccabile – pensa, sono così vecchia che ricordo mio padre, democristiano, che pontificava contro il divorzio chiamando in causa esattamente le stesse cose che voi tirate fuori oggi per avversare le unioni gay e le adozioni.

Cara Meloni Giorgia, se oggi possono serenamente partecipare a un Family Day persone sposate due o tre volte, con figli di questo e quel letto, o anche non sposate e in attesa di un figlio, come te, e rivendicare l’assoluta libertà delle loro scelte e della loro condizione – sia pure definendosi cattolici – , è grazie a quelle lotte, a quella stagione. Perché quello che si fece allora fu mettere in discussione un dogma parareligioso che rendeva impossibile andare oltre, immaginare altre condizioni e altre tutele.

Oggi voi dite che i bambini non sarebbero tutelati, se affidati a coppie gay. Non si capisce quale sia la vostra fonte di certezza, visto che gli studi psicologici concordano (tutti) nel sostenere che non c’è alcun “pericolo” per chi cresce in una famiglia omogenitoriale. Certo, la Bibbia dice altre cose, come tutti i libri che hanno qualche migliaio di anni. Ma in compenso l’altro libro molto antico, la Realtà, ci dice tantissimo, se solo sappiamo leggere: che le famiglie sono una cosa multiforme, multiversa, multivoca. Che in natura (che per gli uomini vuol dire anche cultura, visto che natura e cultura sono una delle più antiche coppie di fatto della storia umana) esiste di tutto: chi è cresciuto da famiglie di sole donne, chi di soli uomini, chi vive coi genitori di un altro, chi ha cinque mamme e un papà, chi ha una mamma un papà e un rione, chi ha solo un rione, chi ha solo fratelli, o sorelle. Persino chi non ha nessuno, e la sua famiglia se l’è cercata e scelta e voluta, uno per uno (e le famiglie di scelta, le famiglie d’elezione sono le più smaglianti e meravigliose, a volte).

In tanti hanno lottato perché nessuno, oggi, possa offendere la signora Meloni Giorgia in attesa d’un figlio fuori dal sacro vincolo del matrimonio. Ce l’hanno pure fatta, anche se lottavano contro i preti e contro gli Adinolfi del tempo, contro i democristiani e i FamilyDay del tempo (e dico, Andreotti allora era persino vivo). Contro un’idea di famiglia che non comprendeva le infinite famiglie che la realtà produce, perché natura e cultura – coppia di fatto – figliano assieme, e si fanno prestare l’utero dall’etica e dalla biologia, dalla necessità e dall’amore, e hanno tanti di quei figli, e parenti, che siamo tentati davvero di credere – come voi, più di voi – che esista un solo tipo di famiglia, da accettare, tutelare, servire. Ma per noi è la famiglia umana.

*** Anna MALLAMO (ManginoBrioches), Cara Meloni Giorgia, 'facebook', 4 febbraio 2016, qui

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