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martedì 15 dicembre 2015

#SENZA_TAGLI / Pensionato, in Canada (Julio Gonzalez)

Nato a Vancouver da genitori nordeuropei, Marc lavora nel campo del turismo da più di 40 anni, periodo nel quale ha seguito viaggi di tutti i tipi: dalle vacanze studio per studenti, al turismo per famiglie, passando per i viaggi di pellegrinaggio, fino ai viaggi avventura. Durante i suoi IMG_1410primi passi è stato impiegato in piccoli uffici di tour operators. Nel passato, alle prime armi, ha anche lavorato come gestore di agenzie all’estero. Questa attività lo ha spinto a vivere in momenti diversi sia in Africa che in Asia. Negli ultimi anni ha lavorato come free lance per diversi gruppi turistici, facendo il consulente per la progettazione di viaggi: definendo i programmi, i percorsi, le strutture alberghiere e i collegamenti alternativi.

Per Marc questa attività è più consona e la sente più vicina ai suoi interessi. Vuole organizzare viaggi unici, non ripetitivi, non banali. Marc ha vissuto in diverse provincie del Canada, dove, paese di migranti, i canadesi si spostano seguendo il lavoro. Ad oggi ha scelto Montréal come residenza, dove vive per circa sei mesi all’anno quando non è in trasferta in qualche altro paese per lavoro.
Ha 65 anni ed in base alla legislazione del paese, sta andando ufficialmente in pensione e sta completando i diversi iter burocratici per poter totalizzare gli anni lavorati all’estero in modo di integrarli ai conteggi degli anni lavorati in Canada. Nonostante la maggior parte dei paesi dove ha lavorato abbia accordi pensionistici con il Canada, la mensilità finale della rendita che percepirà non sarà molto alta, soprattutto a causa della diversità dei sistemi pensionistici e delle sfavorevoli condizioni di cambio delle valute verso il dollaro canadese. Lui sarà costretto a continuare a lavorare per poter ancora guadagnare e non intaccare i propri risparmi.

Il Canada, il secondo paese al mondo per estensione geografica, ha solo 36 milioni di abitanti. Essendo poco popolato, è stato meta di immigrazione per diversi anni e anche ora il paese ha bisogno di tutte le sue risorse disponibili, e i senior non sono un’eccezione. Con i suoi 81 anni di aspettativa media di vita, il Canada si posiziona tredicesima al mondo come longevità della popolazione. La percentuale di over 55 è aumentata dagli anni 2000 dal 22% al 32% , mentre quella dei giovani tra i 15 e 24 anni è diminuita dal 27% al 16%, secondo i dati dei Bureau of Statistics del Canada. Con leggi e pratiche ad hoc, questo paese si propone dunque di facilitare la permanenza nel mondo del lavoro alle persone anche dopo che sono andate ‘formalmente’ in pensione.

In termini generali il sistema pensionistico canadese ha 3 principali pilastri. 
Il primo, chiamato OAS (Old Age Security, ovvero Previdenza per la Vecchiaia) è pagato direttamente dal governo che prevede che dall’età di 65 anni i canadesi ricevano una mensilità come rendita per gli anni senior. Questa mensilità non è legata alla storia lavorativa della persona e viene pagata anche se non si è mai lavorato oppure se si sta ancora lavorando.  I requisiti per poterla ricevere includono che si sia vissuto nel paese per più di 10 anni.
Il secondo pilastro è il CPP (Canada Pension Plan, ovvero il Sistema Pensionistico del Canada) che è obbligatorio per tutti coloro che lavorano come dipendenti o come privati. L’età standard per incominciare a ricevere la pensione CPP è di 65 anni. Il sistema prevede comunque che si possa anticipare dai 60 anni (decurtando proporzionalmente la somma mensile che si riceverà) oppure dopo i 70 anni (situazione nella quale la pensione sarà maggiorata). E’ interessante notare che nel calcolo della pensione CPP, si prevedono due fattori per aumentare la mensilità che si percepirà: da una parte, saranno escluse dal calcolo le mensilità più basse percepite durante la vita lavorativa e dall’altro si potrà richiedere un bonus addizionale come “contributo figli”, in caso si abbiano percepito stipendi bassi e si dimostri di essere stato il principale supporto economico per i propri figli.
Il terzo pilastro è costituito dei fondi privati, sia quelli sponsorizzati dai datori di lavoro, sia quelli costruiti dal lavoratore stesso. Per le aziende questi fondi non sono completamente obbligatori anche se rappresentano una pratica molto diffusa. I fondi integrativi aziendali diventeranno un obbligo in alcune delle provincie del paese a partire dal 2017.

I canadesi possono continuare a lavorare anche se sono già titolari della pensione CCP. Tramite il sistema PRB (Post Retirement Benefit, ovvero il Beneficio Post Pensionamento), hanno possibilità di accrescere la loro mensilità futura. Per attivare questo beneficio si devono avere tra i 60 e 70 anni, essere in possesso di un lavoro e ricevere già la pensione CPP. I contributi per il PRB dovranno essere versati dal datore di lavoro e dal lavoratore stesso. Se si lavora in proprio, tutti i contributi dovranno essere pagati dal singolo.

Marc ha come obiettivo di lavorare fino ai 70 anni e continuare a versare al PRP. Dopo questa età e in base alle leggi attuali, non saranno più richiesti i contributi. Inoltre sta pianificando il suo ritiro nei prossimi anni e gli piacerebbe andare a vivere in un paese meno freddo. Essendo un conoscitore del mondo, avrà solo l’imbarazzo della scelta. Sta anche preparando tutti i documenti necessari per assicurare che la sua compagna riceva la pensione di reversibilità, seppur non siano legalmente sposati. Quando è in Canada è un attivo sostenitore di Greenpeace, organizzazione fondata a Vancouver , dove aveva militato da giovane negli anni ‘70. Dal punto di vista professionale, lui vorrebbe continuare a fare viaggi naturalistici, la sua vera passione. Le mete principali di suo interesse sono nel Sudest Asiatico e si ritiene fortunato perché può unire opportunità di lavoro ed interessi personali. Per il momento, Marc non si vede affatto ‘in pantofole’ e si sente un vero globe trotter.

*** Julio GONZALEZ, manager internazionale, Marc il canadese, 'osservatorio senior', dicembre 2015, qui


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