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venerdì 29 maggio 2015

#LIBRI PREZIOSI / "Il dono della terapia", di Irvin D. Yalom (recensione di M. Ferrario)

Irvin D. YALOM, "Il dono della terapia", 2002, Neri Pozza, 2014
traduzione di Paola Costa 
pagine 302, € 17.00, ebook € 8,99

Irvin D. Yalom è uno psicoterapeuta statunitense ormai ottantenne, che pur rifiutando di essere rinchiuso dentro definizioni ingabbianti, rivela una matrice umanistica e un'impostazione 'clinica' che lo hanno reso assai noto, in patria e fuori, fra gli addetti ai lavori.

Il libro, pubblicato in Italia nel 2014, risale a una decina di anni fa, ma, oltre che conservare freschezza e attualità, contiene un capitolo finale di aggiornamento assai illuminante per alcune precisazioni fornite anche a seguito dei progressi delle neuroscienze.  
Il tema è il mestiere dell'autore, che si rivolge a pazienti e colleghi (ma soprattutto a colleghi, e in particolare giovani nella professione) con l'intento di trasmettere alcuni 'segreti' dell''arte' della terapia, più volte sperimentati e ritenuti efficaci nel corso della sua ricca e lunga esperienza. Lo fa in modo semplice e chiaro, oltre che sereno e appassionato, privilegiando gli esempi alla teoria, ma senza cadere nel frequente e facile semplicismo, tipicamente americano, che riduce la complessità (specie dell'animo umano) a banali ricettari comportamentistici.

Il risultato è una lettura che non ha nulla del saggio astratto e freddo e ha molto invece del racconto caldo e curioso; con ciò confermando, peraltro, le eccellenti doti di Yalom pure come scrittore affermato di romanzi, a sfondo psicologico-filosofico.

Il libro, benché lo stesso autore dichiari di voler indirizzare 'il dono della terapia' anche ai pazienti, è sicuramente per addetti; o quanto meno per chi abbia una certa sensibilità psicologica, unita a una competenza di base nel campo, e manifesti quindi un interesse non superficiale a problematizzare e approfondire le questioni specifiche del mestiere di terapeuta.
In quest'ottica mi pare che ogni pagina sia davvero preziosa: se sappiamo che l'esperienza, per definizione, non è trasmissibile, ma ognuno se la deve costruire da sé, avere comunque una guida intelligente che offre spunti concreti, argomentati e 'validati', su cui riflettere, costituisce un aiuto raro e quanto mai da apprezzare.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

«
Alcuni decenni fa mi occupai di una paziente con un cancro al seno che, durante tutta l’adolescenza, era rimasta incatenata a una lunga e amara lotta con il padre, che la ostacolava continuamente. Desiderando ardentemente una qualche forma di riconciliazione, un nuovo inizio per il loro rapporto, aveva aspettato con ansia il momento in cui suo padre l’avrebbe accompagnata all’università in macchina – un’occasione in cui sarebbe stata sola con lui per parecchie ore. Ma il viaggio tanto agognato risultò un disastro: suo padre si comportò come sempre, borbottando continuamente su un brutto ruscello disseminato di immondizia a lato della strada. Lei, invece, non vedeva immondizia di sorta in quel corso d’acqua bello, agreste, incontaminato. Non riuscì a trovare un modo per ribattere e alla fine, sprofondati nel silenzio, passarono il resto del viaggio senza scambiarsi nemmeno uno sguardo. 
In seguito lei fece lo stesso viaggio da sola e fu stupita di accorgersi che c’erano due corsi d’acqua, uno su ciascun lato della strada. 
«Questa volta ero io che guidavo» disse con tristezza, «e il corso d’acqua che vedevo dal mio finestrino, dal lato del guidatore, era proprio brutto e inquinato come mio padre lo aveva descritto». Ma nel momento in cui aveva imparato a guardare dalla finestra di suo padre era troppo tardi – l’uomo era ormai morto e sepolto. 
Questa storia mi è rimasta dentro, e in molte occasioni ho ricordato a me stesso e ai miei studenti: «Guardate dal finestrino dell’altro. Cercate di vedere il mondo come lo vede il vostro paziente». La donna che mi raccontò la storia morì poco tempo dopo per il cancro al seno, e mi dispiace di non averle potuto dire quanto la sua storia sia stata utile negli anni a me, ai miei studenti e a molti pazienti. (Irvin D. Yalom, Il dono della terapia, Neri Pozza, 2014)
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