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lunedì 9 febbraio 2015

#SGUARDI POIETICI / Invettiva laica (M. Ferrario)

In morte di Eluana Englaro

Chissà, forse la paura della morte
fa chiamare
vita
una vita artificiale.
‘Forzata’. 
Quando non è più vita, ma solo
funzionamento: 
di un organismo che vegeta.

Oppure no, la paura non c’entra.
E’ un’altra
legittima
visione della vita. 
E allora le persone
adulte
si confrontano.
Tra loro e con se stesse.
E poi ognuna decide 
sulle questioni di coscienza
in base appunto a
coscienza. 
La sua, però.

Invece loro
hanno stabilito che le coscienze
non hanno diritto d’essere
coscienza
ma che la loro coscienza deve essere
diritto.

Hanno ordinato che la loro scelta
non valga soltanto per
loro
ma anche per gli altri.
Per tutti.
‘Cattolicamente’. 
Insomma: una questione di 
coscienza
è diventata una questione di
legge. 

E per difendere la
loro
concezione della vita,
violentano la
mia.
Non la mia concezione della vita: proprio la
mia vita.
Il mio corpo. 

Per il mio bene, naturalmente.

Ripetono che è un dono: 
la vita e il loro amore per me. 
E ambedue li debbo accettare.
Ingurgitare.
Come l’alimentazione forzata. 

La vita come bene indisponibile.

Si sono inventati il dono che non si può
rifiutare.
Perché sono cristiani
(e un’autoproclamazione gli basta).
E cristiana deve essere la vita.
E cristiana la legge. 
Che deve difendere la vita.
La loro concezione cristiana di vita. 

Fa rabbrividire questa
spietatezza.
Soprattutto quando ti fanno capire che però
se ti penti
sono pronti a
perdonarti.
Dall’alto della loro
misericordia.
Cristiana.

Ma io non li perdono.
Perché il loro amore
obbligatorio
assomiglia troppo allo
stupro.

E neppure Dio
se esistesse
credo 
(spero)
li perdonerebbe.

Ridotto a nostra
triste arcigna impietosa disumana
immagine e somiglianza. 
Un minuscolo dio.
Un ben povero dio.
Senza carità.
Immiserito. 
Abusato. 

Da chi osa parlare
nel suo nome. 

*** Massimo Ferrario, Invettiva laica (in morte di Eluana Englaro), 9 febbraio 2009, ‘ContrAppunti’, 32, 20 febbraio 2009, Dia-Logos.
Anche in 'losguardopoietico', 275, 12 marzo 2014,  http://twl.sh/1kLiGzQ.
E in 'la bottega del vasaio', 9 febbraio 2014,  http://bit.ly/1uLr2bB
Il 9 febbraio del 2009 è morta 'formalmente' Eluana Englaro: una donna di 39 anni, vissuta in stato vegetativo per 17 anni,  in seguito a un incidente stradale, e costretta a essere nutrita artificialmente. 
Il caso si è concluso dopo una battaglia pluriennale del padre, Beppino Englaro, il quale, in nome della dignità e del rispetto della volontà della figlia, manifestata in vita, si opponeva all'accanimento terapeutico e chiedeva che la figlia potesse essere lasciata morire 'naturalmente' senza che venisse obbligata alla alimentazione forzata.


http://it.wikipedia.org/wiki/Eluana_Englaro

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