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venerdì 30 gennaio 2015

#VIDEO #PSY #SOCIETA' / Erich Fromm, il coraggio di essere (intervista storica, 1980)



Erich FROMM, 1900-1980, psicoanalista e sociologo tedesco
Il coraggio di essere, intervista del 18 marzo 1980 
Può un'intera società può essere malata?, di Guido Ferrari, 
Televisione Svizzera Italiana
video, 66min27

L'intervista è 'storica' perché realizzata 10 giorni prima della morte di Erich Fromm: che è stato uno dei più grandi psicoanalisti e sociologi del 900.
E' anche stata raccolta, a cura della Televisione della Svizzera Italiana, in volume (Erich FrommIl coraggio di essere, edizioni Casagrande, Bellinzona, 1980). 
Un commento interessante a questa intervista è rintracciabile qui:

Un video quanto mai coinvolgente, che espone con chiarezza, pacatezza ed equilibrio le linee fondamentali del pensiero di Fromm: cenni sulla sua educazione, le sue scelte, la sua visione del mondo, il suo approccio psico-sociale alla realtà e agli uomini, la sua lettura della realtà politica, il suo rapporto con la religione.
E poi, brevi ma suggestive considerazioni sui suoi libri più noti, come Fuga dalla libertà e Avere o essere?
Interessante l'elogio dell'antropologo svizzero Johann Jakob Bachofen (1815-1887), pressocché sconosciuto non solo nella cultura italiana, e la critica al femminismo per non aver compreso il valore della sua scoperta del 'femminile'. 
E interessante la valutazione, assai positiva anche in contrapposizione a molti suoi colleghi, dello psicoanalista Georg Groddeck (1866-1934)
Un'intervista da godere, e da meditare, tutta.
Per gli stimoli intellettuali che lancia e il messaggio di profonda pensosità che trasmette sul destino dell'uomo. (mf)

° ° °
«La mattina per me è sacra: riservata al pensiero e non al guadagno. Nessuna attività lucrativa. (...)

Con le sole parole non è mai guarito nessuno. (...)

La maggior parte di quelli che sono diventati analisti è perché aveva problemi personali. Anch'io. (...)

Il mio vero mondo è precapitalistico. Mi sento straniero in un mondo il cui scopo è quello di guadagnare il più possibile. Per me questo è piuttosto una perversione. (...)

In molti punti la visione messianica dei Profeti è quasi identica alla visone di Marx della società socialista, in cui la realizzazione dell'uomo è il vero scopo. (...)

Marx per me non 'è stato'. Marx 'è e resta' una delle fonti più importanti del mio pensiero e della mia ispirazione. Oggi è molto difficile parlare di Marx perché pochi pensatori sono stati così manipolati, soprattutto da coloro che si definiscono marxisti. Dunque, soprattutto dai comunisti. In Russia non si conosce quasi Marx. (...) Del resto non può essere diversamente: perché in un sistema come quello russo, Marx deve essere ucciso per poter vivere.

Sono un socialista democratico. Ma questo concetto è talmente impreciso che non è sufficiente per definire una posizione politica. Sono per un 'umanesimo socialista', cioè per una società il cui scopo più alto è lo sviluppo ottimale dell'uomo e della sua libertà.

Penso politicamente: dico ciò che penso. E perciò non sono molto adatto alla politica.

Nell'uomo di Freud, credo si possa dire che l'uomo è senza amore. Nell'uomo di Freud l'amore non ha importanza, ma è sostituito dalla sessualità. Soltanto alla fine della sua vita, quando Freud parlò di istinto di morte e di vita, l'amore appare come una forza biologica e assume un ruolo nuovo e dà all'opera di Freud una nuova svolta e, direi, una nuova speranza. (...)

Considero Freud un genio. Perché con la scoperta dell'inconscio ha indicato allo spirito umano per molti secoli una nuova via: e cioè che quello che noi sappiamo non è necessariamente tutto ciò che già sappiamo. (...)

L'ideale di Marcuse era che l'uomo ridiventasse bambino. L'ideale per me è che l'uomo si sviluppi sino alla sua completezza, alla sua maturità più alta. (...)

L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché la libertà lo obbliga a prendere decisioni. E le decisioni comportano rischi. E poi quali sono i criteri su cui può basare le sue decisioni? L'uomo è abituato a che gli si dica cosa deve pensare, anche se gli si dice che deve essere veramente convinto di ciò che pensa. Lui sa che è un trucco. (...) L'uomo sa che deve pensare ciò che è più utile al funzionamento della società esistente. (...) Certo può fare un po' di critica. Ma ciò deve essere limitato, perché non sia 'sabbia negli ingranaggi'. (...)

Scopo della società di oggi non è di realizzare l'uomo. Scopo della società è il profitto del capitale investito e, se si vuole aggiungere, anche il raggiungimento di condizioni più favorevoli all'uomo, o, se mai, meno sfavorevoli. Scopo della società contemporanea non è l'uomo. Ma il profitto: non inteso come avidità, ma inteso come massima economicità del sistema. Il profitto non è soprattutto espressione di uomini avidi. La cosa più importante è che il profitto costituisce il metro del comportamento razionale e giusto.  (...)

Diventare più umani o produrre di più? (...)

L'avere è il lavoro accumulato. L'essere è l'attività umana. Certo, non un'attività semplicemente tale: come portare delle pietre da un posto all'altro. Questa non è l'attività umana. (...)

La religione è nulla. Vivere religiosamente è tutto.» (...)

Se dovessi scommettere, non scommetterei nemmeno 5 marchi sul fatto che l'umanità possa sopravvivere. Per fortuna non si tratta di una scommessa: si tratta invece di credere e di sperare. Finché c'è vita credo e spero che le potenzialità presenti nell'uomo si manifesteranno. Ma ciò dipende soprattutto dal credere. da quanto ognuno sente in sé questa speranza. Da come la vive. Da come la condivide con gli altri. (...)

Credo che la cosa più importante sia il coraggio di essere se stessi. » (Erich Fromm, dal video)

http://it.wikipedia.org/wiki/Herbert_Marcuse


In Mixtura altri contributi di Erich Fromm qui

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