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giovedì 11 dicembre 2014

#SGUARDI POIETICI / Forse un giorno un dio (Massimo Ferrario)

Forse un giorno un dio
(se ci sarà)
ci chiederà

dove eravamo


mentre noi chiamavamo risorse le persone

e ‘loro’ trasformavano le risorse in pedine
e sostenevano che l’obbedienza è sempre una
virtù
e chi non obbedisce è un nemico del 
mercato
e dell’impresa e del cambiamento
e dell’innovazione e del progresso
e chi pensa 
disturba
se non pensa come tutti
cioè non pensa come ‘loro’
e soprattutto non pensa
positivo.

Forse un giorno un dio

(se ci sarà)
ci chiederà

dove eravamo


E noi diremo che eravamo

a un convegno
(l’ennesimo convegno)
dedicato alla ‘importanza strategica delle risorse umane’
e a quel convegno stavamo ascoltando o tenendo
una relazione 
(l’ennesima relazione
uguale a tutte le altre relazioni
già ascoltate o tenute negli anni)
che inneggiava 
ai ruoli irrinunciabili e magnifici e progressivi 
della Direzione Risorse Umane
e della funzione Formazione e Sviluppo
e dei consulenti tutti e di Change Management soprattutto
(che vuol dire com’è ovvio ‘gestione del cambiamento’,
ma in inglese viene meglio, naturalmente).

Forse un giorno un dio

(se ci sarà)
ci chiederà

dove eravamo.


Quando non ci saranno più persone

e le risorse umane saranno (appunto) solo pedine
orgogliose di essere
pedine
e non sapendo di non essere più
persone
neppure più si domanderanno
le persone com’erano
una volta
quando ancora tutti vivevano
e ancora non funzionavano
nel nome del dio mercato
che è figlio del dio denaro
e gemello di sorella morte.
Ma forse un giorno
nessun dio ci sarà.

O, se ci sarà,

non ci riterrà degni
neppure di una domanda.

E anche lui

ci tratterà 
come noi tutti ormai ci trattiamo
nelle imprese e nella vita:
da pedine.

Se non servi un calcio e via.

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Massimo Ferrario, Forse un giorno un dio, 2014, 'losguardopoIetico, 372, 28 giugno 2014 

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