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lunedì 14 luglio 2025

#SPILLI / Guerre (Massimo Ferrario)

La guerra, per definizione, uccide e distrugge.

Ci sono guerre che hanno come prima e immediata finalità l’uccisione fisica del nemico e guerre che mirano soprattutto a devastarne le strutture economiche, fino a distruggere di fatto il nemico stesso (ad esempio, la disoccupazione provocata da una crisi sistemica può essere una forma di morte non solo metaforica).

Nel primo caso lo strumento cui si fa ricorso sono le armi, nel secondo caso le armi sono i dazi, in uno spirito di protezionismo sovranista che guarda solo a sé stessi.

Cosa accomuna i due tipi di guerre? Il mantra di questi anni: fare i propri interessi. E’ un ritornello insopportabile, che mi capita spesso di stigmatizzare: ma sembra che io sia il solo a trovarlo indecente, e ottuso nel suo masochismo, come bussola di orientamento relazionale per persone e Stati. 

E’ ripetuto alla nausea dai sedicenti politici che (s)governano buona parte del Pianeta: è quell’oligarchia arrogante che purtroppo ‘conta’ anche per chi ‘non conta’. Che si vanta della propria intelligenza politico-strategica. E si pavoneggia per il proprio sano e sacro patriottismo. Perché, insiste, chi non pensa al proprio Paese (che oggi ama definire ‘Nazione’) va messo ai margini: non è un buon patriota. 

Neppure all’asilo infantile una simile ‘teoria’ avrebbe vita lunga: la prassi e la logica che i bambini in genere sanno mettere in campo, prima di essere ‘rovinati’ dalla ideologia competitiva dei grandi, sono tendenzialmente più avanzate di quelle degli adulti.

La domanda è retorica: se tutti fanno i propri interessi, chi si preoccupa dell’interesse di tutti? I singoli (individui, Paesi) non esauriscono il mondo. Il mondo è l’insieme interdipendente dei singoli. E l’interesse di questo insieme è sovraordinato rispetto all’interesse dei singoli. Dunque se ognuno guarda solo a sé stesso e persegue, coerentemente e testardamente, soltanto ciò che ritiene convenga (a sé stesso, al suo Paese), il risultato è uno solo: la guerra di tutti contro tutti. Vince l’aut-aut. Cioè: ‘o io o tu’. Disgiunzione che subito si risolve, per togliere anche solo dall’ipotesi il tu, nello scontato e ancor più drastico ‘o io o io’.

E’ quello che sta avvenendo: nella maniera più chiara e gridata che altrimenti non si potrebbe.

Qualche antico filosofo avrebbe un momento di orgasmo: è il ritorno dell’‘homo homini lupus’. Le regole che ci eravamo dati, il diritto internazionale e gli istituti sovranazionali che abbiamo faticosamente tentato di costruire soprattutto a partire dalla metà del secolo scorso, sono gettati nella spazzatura. Chi ancora tenti di crederci viene tacciato di utopismo buonista: si svegli, manca di ‘realpolitik’, sogna ancora il finale infantile delle favole che con quel dolce e rituale ‘e vissero felici e contenti’ ci faceva addormentare sereni.

E’ da tempo che la guerra è tornata tra noi. E con essa pure il genocidio. Avevamo tentato di espungerla. Facendo i conti con il peccato originale dell’Occidente che con le invasioni e i colonialismi aveva dato origine alla modernità. Ma siamo dentro un processo perverso di regressione culturale che pare difficile bloccare.

Ringraziamo individualisti e nazionalisti.

«Non esiste la società, esistono solo gli individui» diceva Margareth Thatcher, osannata come autentica liberale e riconosciuta tuttora come una delle maestre del liberismo trionfante.

Questo era il primo passo. Alla luce del livello cui siamo arrivati, aggiungiamoci un secondo passo: «Non esiste il Pianeta, esistono solo le Nazioni». Non l’ha detto nessuno, ma lo praticano ogni giorno certi bulli suprematisti, anche in versione gangster mafiosi, che tanto piacciono alla gente che continua ad applaudirli leader, credendoli statisti.

Può essere il tassello finale e definitivo. Per noi, ovviamente. Perché il Pianeta ha miliardi di anni avanti a sé finalmente migliori senza la nostra (tossica) presenza.

Buon abisso a tutti. 

*** Massimo FERRARIO, 1946, Guerre, inedito per ‘Mixtura’ (masferrario.blogspot.com), 14 luglio 2025

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