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lunedì 10 giugno 2024

#SPILLI / Il voto europeo 2024 integrato con l'astensionismo (Massimo Ferrario)

Rispetto all'elezioni politiche 2022 l'astensionismo alle elezioni europee 2024 è aumentato di 14,1%.
L'affluenza 2022, infatti, è stata di 63,8% contro l'attuale delle europee di 49,7%. 
Se poi si considera anche il voto estero, l'affluenza scende al 48,2%

E per la prima volta nella storia italiana abbiamo un'elezione, certo legittimata sul piano procedurale, ma poco legittimata sul piano sostanziale a causa di una partecipazione inferiore al 50% degli aventi diritto.

Anche e soprattutto per questo è bene rivedere i dati del voto europeo attuale integrando l'affluenza reale e confrontando i risultati rispetto alle politiche 2022.

E' chiaro che si tratta di competizioni elettorali differenti e non paragonabili. Ma queste elezioni europee sono state proposte, nei fatti, come un 'supplemento' di elezioni politiche italiane, capace di rispecchiare il voto nazionale (a conferma di ciò, è mancato ogni discorso di programmi specifici per l'Europa e molti leader di partito si sono presentati capilista, senza avere intenzione di essere eletti al parlamento europeo, proprio per 'trainare'  la propria lista in Italia e avere il feedback, di lista e personale, del proprio 'appeal'.) 

Ecco il confronto tra voto politico 2022 e voto europeo 2024 in termini di 'voti degli aventi diritto' (calcolando l'affluenza del voto Italia, senza il voto estero).

(1) FDI è passata dal 16,6% degli aventi diritto (voto espresso: 26%) al 14,3% degli aventi diritto (voto espresso: 28,8%), con un decremento di -2,3%

(2) La LEGA è passata dal 5,6% degli aventi diritto (voto espresso: 8,8%) al 4,5% degli aventi diritto (voto espresso: 9,0%), con un decremento di -1,1%

(3) FI è passata dal 5,7% degli aventi diritto (voto espresso: 9,0%, composto da FI 8,1%+Noi Moderati 0,9) al 4,8% degli aventi diritto (voto espresso: 9,6%,) con un decremento di -0,9%

(4) il CENTRODESTRA (FDI+Lega+FI) è passato dal 27,9% degli aventi diritto (voto espresso: 43,8%) al 23,6% degli aventi diritto (voto espresso: 47,4%), con un decremento di - 4,3%

(5) il PD è passato dal 12,1% (voto espresso 19.0%) al 12,0% (voto espresso 24,1%), con un decremento di -0,1% (Vedi Nota)

(6) il M5S è passato dal 9,8% degli aventi diritto (voto espresso 15,4) al 5,0% degli aventi diritto (voto espresso 10.0), con un decremento di -4,8%

(7) AVS è passato dal 2,3% degli aventi diritto (voto espresso: 3,6%) al 3,4 degli aventi diritto (voto espresso: 6,8%), con un incremento di +1,1%

(8) Il 'campo progressista stretto' (PQ+M5S+AVS) è passato dal 24,2% degli aventi diritto (voto espresso: 38,0%) al 20,3% degli aventi diritto (voto espresso: 20,3), con un decremento di -3,9%.

Sono dati 'oggettivi': volutamente non affiancati da alcuna interpretazione. 

Solo una lista, con un voto espresso quasi raddoppiato oggi rispetto al 2022 (AVS: 6,8% contro 3,6%) mantiene la sua posizione di incremento, sia pure meno pronunciato, nel confronto tra gli aventi diritto tra le politiche 22 e le europee 24 (+1,1%).

Ogni altra lista, di destra, centro o sinistra, si ritrova un decremento più o meno sensibile: (PD: -0,1; FI: -0,9%, Lega: -1,1; FDI: -2,3%; M5S: -4,8%).

Nota: Nelle elezioni politiche del 2022 il PD ha preso alla Camera quasi 5,4 milioni di voti, considerando solo quelli espressi in Italia e non all’estero. In questo confronto, nelle elezioni europee 2024 il PD ha preso circa 200 mila voti in più. Se si aggiungono anche i circa 300 mila voti presi all’estero nel 2022, alle europee i consensi del PD in valore assoluto sono leggermente calati. Vedi: https://bit.ly/4c1znn9 

*** Massimo Ferrario, Il voto europeo 2024 integrato con l'astensionismo, Mixtura', 10 giugno 2024


In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario qui

2 commenti:

  1. Da cultore del significato politico dell'astensione (anche se ho, pressoché, sempre votato) e da convinto legittimatore del disgusto per la politica (minuscola), non posso non chiedermi se insistere nel "non voto" sia una scelta di qualche concreta utilità.
    So che il concetto di "meno peggio" non ha aiutato a migliorare la classe politica ma mi pare che ancora meno effetto abbia prodotto l'astensione (almeno fino a che non verrà introdotto un qualche tipo di quorum ma a nessuna forza politica conviene... è il 2° tema schivato elettoralmente dopo l'evasione fiscale...).
    Inoltre, la soglia del 50% impone di farci, tutt* noi aventi diritto, una domanda sull'effettiva democrazia rappresentativa e sulla nostra individuale responsabilità circa la sua sopravvivenza.
    Detto ciò, lato elettore, non posso non rilevare che nel "mercato" della Politica (questa volta maiuscola, se evoca una competizione di significati e non un "mercato delle vacche") il cluster astensione rappresenta un target interessante e ricco numericamente.
    Cercasi figura politica interessata a conoscere il cluster e a elevarlo a interlocutore serio per le prossime elezioni...

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  2. Condivido, caro Stefano.
    Il 'non voto' non è di alcuna utilità. Ma il problema è che ormai, credo, la maggioranza di chi non vota non vuole essere di alcuna utilità: semplicemente non partecipa, senza neppure essere interessata a manifestare protesta visibile per questa sua assenza. Ha deciso che non parla più alla politica: ha perso ogni speranza di farla cambiare. Si ritrae: disinteressandosene. E non vuole comunicare nulla con la sua astensione.
    Non credo che la questione sia di facile soluzione: trasformare politica in Politica sarebbe 'la' soluzione. Ma ci vogliono soggetti (individui e 'partiti') che mettano in campo un processo culturale che richiede, oltre che visione, progettualità, competenza, etica, capacità di analisi critica, scelte di campo ardite, ecc. ecc. (e non vedo all'orizzonte simili virtù/capacità), un tempo lungo che rischiamo di non avere più: perché la democrazia si sta svuotando e delegittimando ogni giorno che passa.
    Certo: l'introduzione di un quorum (di cui finora neppure si parla a livello di ipotesi) susciterebbe avversioni peggiori della proposta di una tassa extra per grandi ricchezze. Eppure, prima o poi, se non ci arrenderemo al suicidio, credo ci dovremo arrivare: sia al quorum che alla supertassa.

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