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venerdì 7 aprile 2023

#SPILLI / Zeitgeist, sarà anche una parolaccia, ma non cade dal cielo (Massimo Ferrario)

Immagino che sarò presto severamente multato se insisterò nell’uso di 'Zeitgeist' al posto di 'Spirito del Tempo'. Colpa, appunto, di ‘questo' attuale Spirito del Tempo. 

Lui si crede nuovo e fulgido e finge di non sapere, invece, che è vecchio e cialtrone: se non altro perché, non avendo neppure il coraggio di essere originale, si ispira a pappagallo alle veline dell’altro secolo che, tra un gagliardetto e l’altro, imponevano 'diporto' per 'sport', ‘fine di pasto’ per ‘dessert’, ‘torpedone’ per ‘pullman’, ‘tassellato’ per ‘parquet’, ‘alt’ per ‘stop’. E via seguitando con altre amenità linguistiche di stampo patriottardo. 

Ci si potrebbe consolare credendo che l’idea becera di imporre per legge il lessico ‘nuovo-vecchio’ e tutto il resto che ad esso si accompagna (dove ‘tutto il resto’ è ben più serio e inquietante dell’idiotismo di una legge sulla lingua italiana) lo voglia questo stupido Spirito del Tempo e quindi a noi siano consentite solo due scelte: o un inchino ossequioso, accompagnato da uno squillante signorsì, o un virile alalà, gridato a braccio alzato. Ma non è vero: sarebbe, tanto per stare nella dimensione psicologica, una ‘proiezione’. Sarebbe cioè ripetere ciò che facciamo continuamente: gettare altrove una colpa che è nostra. 

Perché quanto ci sta accadendo non ci sta accadendo per un ‘destino cinico e baro’: non ci piove addosso dal cielo. Ce lo siamo approntati noi: negli anni. Vuoi con intenzione precisa e consapevole, e quindi, come si direbbe in presenza di un reato, con dolo. Vuoi per indifferenza, disinteresse, ignoranza: e quindi adottando un comportamento pienamente colposo. E non solo. Tuttora noi stiamo nutrendo questo orrido Zeitgeist: per esempio non proponendoci, con forza condivisa e chiarezza sufficiente, un destino alternativo. 

L’oggi è stato incubato in tanti modi: tutti culturali. E attenzione: è proprio il nesso connaturato con la pratica che evita alla cultura il viraggio nell’accademia, chiamata (questa sì giustamente) a speculare e non ad agire. Per esempio, ciò che oggi accade è stato incubato con un antifascismo, più di parole e che di fatti, dimentico del messaggio potentemente trasformativo-rivoluzionario insito nella Costituzione (basterebbe che tutti i cittadini, e soprattutto chi vuol fare Politica e non politica, avessero scolpito nel cervello l’art. 3: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale…”). Oppure è stato incubato con un antifascismo stucchevolmente di maniera, confinato nelle cerimonie pubbliche grondanti retorica patriottarda (prima ancora dell’avvento dei sedicenti patrioti attuali). Oppure ancora, questo becero Spirito del Tempo, ce lo siamo costruiti noi con un atteggiamento/sentimento di ‘afascismo orgoglioso’ (anticostituzionale, certo: ma chissenefrega), che voleva impudentemente indicare a tutti che ormai, finalmente, ci affrancavamo da quei tempi oscuri e volevamo essere il nuovo futuro pacificato, dimentico della distinzione tra chi fu vittima e chi fu carnefice. 

E poi, non più tardi di qualche mese fa, a determinare ciò che oggi ci accade è stato il voto alle politiche 2022. Certo, si tratta di un voto di solo il 28% degli aventi diritto a favore della ‘destra-destra-centro’, ma sappiamo che chi non vota, non conta: anche se dovrebbe contare, soprattutto quando segnala, con una percentuale record nella nostra storia (36% di astensionismo), dissenso, protesta, rancore, distanza, indifferenza, inviando un grido di possibile vicino pre-collasso di una democrazia. 

Quindi: sull’incubazione, e sull’incubo, di questo Zeitgeist, mettiamo uno stop (o, più italianamente, un alt) alla sorpresa o alla lamentazione. Se la parolaccia tedesca disturba (una volta tanto non è americana), traduciamola pure in italiano. In qualunque lingua si dica, comunque, basta sapere che lo Spirito del Tempo, di ‘questo’ asfissiante e, per certi versi, anche ridicolo Tempo che stiamo abitando, siamo noi. Ripetiamocelo: NOI. E la maiuscola non è scritta in nostro onore, ma per scalpellarci bene in mente la responsabilità cui non possiamo sfuggire. 

*** Massimo Ferrario, Zeitgeist, sarà anche una parolaccia, ma non cade dal cielo, per Mixtura


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