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venerdì 14 aprile 2023

#RACCONTId'AUTORE / Billi Peri (Enrico Finzi)

Girava sempre a capo coperto. Non con uno dei tanti cappelli, ma con una variante civile del basco detta - non so perché - Billi Peri. Non era rossa o verde o blu come quella di certi corpi militari e della polizia penitenziaria: era una variante grigia, non portata inclinata, ma sempre col classico pirolino al centro della testa.

Aveva a che fare col movimento operaio, poiché molti proletari lo calzavano, anche perché si poteva tenere piegato in tasca e serviva girando in bicicletta, unico mezzo di trasporto degli operai. Era legato alle manifestazioni del Front Populaire nella Francia della seconda metà degli anni '30, alla lotta di classe in Europa, alle brigate internazionali antifranchiste, così come a certi personaggi di Simenon.

Lui, socialista, lo portava come Pietro Nenni: quale un segno silenzioso di appartenenza anti-fascista, diverso dal ridicolo fez dei gerarchi del regime. Non era proibito, solo tollerato: gli mancavano le tese dei Borsalino borghesi, così come il ridicolo pon pon delle camicie nere.

Giacomo, chiamato così perché nato dopo l'omicidio Matteotti (pure questo veniva sopportato per via di San Giacomo), era uscito di casa molto presto, per distribuire manifestini per lo sciopero che si sarebbe tenuto alla Breda dopo due giorni, nel marzo del 1943. Faceva in modo di essere ai cancelli di Sesto San Giovanni prima delle sei del mattino, ancora in pieno nebbione.
Fu a causa della nebbia che crepò, investito da un camion tedesco dell'anti-aerea in servizio a Bresso.
Morì sul colpo. Alla famiglia restituirono solo i documenti, la tessera annonaria, il Billi Peri: "era uno di noi, un compagno" diceva la gente al funerale, dove in chiesa l'organo suonò poche note dell'Internazionale, capite solo da chi la conosceva. 

Ogni anno, per anni, la sezione socialista di San Giovanni Rondò issò il basco di Giacomo De Giorgi sulla sua bandiera rossa.

*** ENRICO FINZI, 1946, scrittore, saggista, giornalista, Billi Peri, testo inedito

Enrico Finzi, dopo una intera vita professionale trascorsa a realizzare ricerche sociali e di mercato (Intermatrix e Astraricerche), ha fondato e dirige Sòno, oggi associazione aps che aiuta ad accrescere l’autorealizzazione personale attraverso il metodo del Narrative Mirror (Racconti di sé, ecomunicare edizioni, 2019). Ha pubblicato saggi sulla felicità ed è coautore, con Virginio Colmegna e Chiara Francesca Lacchini, di Una vocazione controcorrente. Dialogo sulla spiritualità e sulla dignità degli ultimi, Il Saggiatore, 2019. Nel dicembre 2022 è stata diffusa la ricerca demoscopica, promossa da Sòno e realizzata da Astraricerche, Gli italiani, la felicità, il disagio esistenziale.

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