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lunedì 8 agosto 2022

#MOSQUITO / Elogio della sconfitta (Rosaria Gasparro)

Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.

In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…

A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.

«Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…», Pier Paolo Pasolini, 'Vie Nuove', 28 ottobre 1961

*** Rosaria GASPARRO, maestra elementare, 23 gennaio 2014, citata da Gianni Marconato, 'Comune-info.net', 7 novembre 2015, qui 
NB: Il testo qui sopra è stato attribuito a Pier Paolo Pasolini e tuttora gira in rete con questa attribuzione: ma di Pasolini è soltanto la citazione finale


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