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giovedì 24 marzo 2022

#SPILLI / C'è solo il 'win-win', e perciò io diserto (Massimo Ferrario)

Non mi pare che ci stiamo rendendo conto.
Non mi pare che ci stiamo molto preoccupando.
Se no, smetteremmo l'elmetto. 
Se no, diremmo a chi lo indossa (il 99,9% dei media, di carta e tv) di toglierselo.

Stiamo tutti giocando con il fuoco. 
Chi ha potere di farlo (o di non farlo): Putin, il Criminale; Zalensky, l'Eroe; Biden, il Bullo; Xi Jinping, l'Indifferente; Ursula von der Leyen, la Traccheggiatrice. 
E poi l'Onu, inutile come da sempre. E i singoli governi, inetti e come d’abitudine a rimorchio degli eventi. 
E infine i miliardi di senza-potere: tutti noi che abitiamo il pianeta, costretti a fare gli spettatori e ad aspettare che l'incendio distrugga, indefinitamente, tutto ciò che può distruggere: uomini, cose, idee. 
In Ucraina e non solo.

Non abbiamo capito che stavolta l'incendio potenziale si chiama Fungo Atomico. 
Dieci, cento, mille Hiroshima.
Non abbiamo capito che fino a 70 anni fa la guerra, anche se mondiale, uccideva milioni di persone, per lo più, come sempre, civili, ma lasciava in vita il pianeta. 
Non abbiamo capito che, oggi, nel 2022, non siamo più nel 900, quando l'invenzione del Male Assoluto (questo sì un vero Male Assoluto) era ancora nei sogni pazzi di scienziati pazzi, e che infilarsi dentro una guerra e sognare lo sterminio del nemico, oggi, con oltre 12mila armi nucleari tra Russia e Usa, è un suicidio sicuro. Globale. Totale. Planetario. Definitivo.

Sembra che questa banale presa di coscienza sia assente dalle nostre coscienze: tutte ormai soffocate dal peso di elmetti calati su cervelli requisiti da pance capaci solo di pompare retorica, soprattutto quando coscienze elmetti e pance sono comodamente sdraiati sui divani di un talk show o spingono le dita al computer per sbrodolare articolesse patriottarde su quotidiani ormai a stampa unificata.

Certo, è terribile, ci sono missili che sparano su ospedali e civili a pochi chilometri da noi. 
Certo, l'invasione russa è un orrore che grida al cielo, anche e soprattutto perché manifesta l'infondatezza definitiva della illusione che ci ha fatto credere nella evoluzione dell'essere umano. 
Certo, la strage ucraina, nel cuore dell'Europa (e non, come altre stragi orrende ma oggi rimosse solo perché avvenute nei punti più lontani di un mondo che non riusciamo mai a sentire nostro), era una cosa inimmaginabile. 

Ma è pure terribile e suicida il clima generale, infuriatamente neo-maccartista, contro chi osa richiamare l'attenzione all'Unico Vero Rischio, Concreto e Palpabile, di Estinzione Generale del Pianeta.

Quando è in gioco la fine di tutti e di tutto, la voglia di 'fargliela pagare', quella pulsione che è alla base di ogni guerra, se pure resta psicologicamente comprensibile (spiegabile, ma non sempre giustificabile e comunque quasi mai destinata al successo), sul piano razionale dovrebbe brillare, a chiunque ancora sia dotato di un minimo di razionalità, come la più assurda delle assurdità. 

Se ieri non era così, oggi, piaccia anche a chi non piace, così è: nessuno può più farla pagare all'altro perché tutti, tentando di farla pagare all'altro, possono solo farla pagare a se stessi.

In questo contesto, per la prima volta nella storia dell'umanità, resta solo il win-win. 
Un'espressione che non dovrebbe solo piacere a chi frequenta i manuali di management o di strategia negoziale. 
Il comportamento win-win è quello che nessuna guerra prevede: ed è così che infatti, prevedendo solo il win, novanta volte su cento realizza il lose. Della propria parte, almeno. 
Ma il comportamento vinco-io/vinci-tu è quello che solo una seria, e oggi anche intelligentemente e creativamente visionaria, diplomazia negoziale ha tra le sue possibilità concrete.

Certo, perché un negoziato si profili, con l'indispensabile ausilio costringente dei grandi attori mondiali che smettano di stare a guardare e, tutt'alpiù di re-agire, iniziando finalmente a pro-agire con proposte, anche spiazzanti, possibilmente larghe e lunghe, occorre smettere di considerare l'altro come il Nemico-Mostro-Assoluto: capire che se vuoi vincere devi far vincere anche l'altro, il che significa che a qualcosa noi e l'altro dobbiamo sapere di dover rinunciare.

Forse, per salvare tutti noi sul pianeta (non gli altri: noi), varrebbe la pena contenere le nostre pulsioni più bestiali.
Varrebbe la pena combattere (e qui il verbo è quanto mai appropriato) l'erezione fallica generalizzata (quella che piace ai maschi Alfa e alle loro donne in devota subordinazione) che solo l'uso della parola guerra provoca negli umani che hanno rinunciato alla fatica di diventare umani. 

Forse è ora di disertare. 
Accettare l'irrisione di chi non prende le armi: né quelle vere né quelle metaforiche (oibò: un altro 'neneismo': per il godimento di 'Repubblica'?). 
E insiste, sempre più isolato e stigmatizzato come un reprobo non degno di vivere in un consorzio civile (chiamano 'civile' il consorzio bellico tanto osannato), nel tentare di usare ancora, nonostante tutto, il cervello.

Io, nella mia impotenza solitaria, diserto. 
E' l'unica (piccola, microbica) potenza che mi posso permettere. 
E la esplicito. Sperando che altri, sempre più, lo facciano. 

*** Massimo Ferrario, C'è solo il win-win e perciò io diserto, per Mixtura


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