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venerdì 4 giugno 2021

#SPILLI / Una politica sospesa, lassù in alto (Massimo Ferrario)

Certo, la politica non è 'piantare bandierine'. Nel senso che non è piantare bandierine e basta. Ma se non si piantano bandierine per poi agire in conformità alle bandierine piantate come si fa politica?
A meno che dicendo che non si devono piantare bandierine si voglia intendere che non bisogna disturbare il Manovratore. Unico deputato a far politica. 
Ma deputato da chi, visto che in democrazia dovrebbe essere il popolo a deputarlo?

Il problema è che siamo ormai in una 'democrazia dall'alto'.  Di fatto sospesa, lassù in alto.
E chi disturba chi è stato deputato, da lassù, a fare il deputato senza il concorso di chi dovrebbe (ancora, per ora) rappresentare chi sta quaggiù viene redarguito: non pensa all'interesse del Paese.
Come se uno, da solo, potesse fare l'interesse del Paese. E l'interesse del Paese non fosse la sintesi dialettica di tanti interessi particolari chiamati a comporsi proprio attraverso la discussione e il sano conflitto dei differenti attori in gioco. A questo dovrebbero servire i partiti: che si chiamano così, appunto, in quanto parte. Di parte.
Il contrario di chi pensa che esiste (indicativo presente: tanta è la convinzione dogmatica di chi lo pensa) un Manovratore Salvifico perché il Migliore: in possesso di una Scienza-a-Priori, neutra rispetto agli interessi partigiani degli altri, unica risorsa in grado di guidarci con sicurezza e certezza verso il Luminoso Avvenire di un Pil perennemente in Crescita.

Forse una politica commissariata non è il modo migliore per far rinascere la Politica: che senz'altro, per colpa di una classe di politici meno che mediocri e più che affaristi, è finita al tappeto, più minuscola e 'melmosa' che mai, da parecchi anni. 
Ma quando si mette da parte la politica, anche quella degradata di oggi, dando spazio alla tecnica, più o meno fintamente credendola non politica e dunque oggettiva e sfolgorante come la Verità, si continua a fare politica. Come e più di prima. Solo non ci si accorge che, così facendo, si è cambiato pericolosamente  il contesto. E, con questo, la 'natura sostanziale' della democrazia che il contesto dovrebbe esprimere.

Si immagina di poter sospendere la politica. 
Invece la politica continua, in forma diversa, con l'esclusione dei politici e l'inclusione di tecnici. Magari affaristi come i politici, ma più capaci di mascherarsi come soggetti neutrali, al di sopra delle parti. Oppure davvero non affaristi, ma comunque 'sensibili' alla ideologia e al fascino di chi non nasconde di avere come unico business il fare affari e cerca di influenzare, naturalmente sempre 'nell'interesse superiore de Paese', le scelte 'tecniche' dei 'tecnici', 

Il punto è che il risultato non cambia: se la sospensione, per come è nato e come si sviluppa il processo 'politico', diventa il modo 'naturale' di operare, implicito nel messaggio reverenziale di 'lasciar fare chi sa fare', si finisce fuori dalla democrazia. Tra gli applausi di tutti quelli (partiti, intellettuali, media) che non passano giorno senza inchinarsi (e chiedere l'inchino: per il bene generale) al Grande Manovratore. Profondamente da ringraziare perché finalmente 'ci pensa lui'. 

Nulla di nuovo sotto il sole. 
Ma, proprio per questo, attenzione: il sole cala e si può finire al buio. 
E la storia insegna che riaccendere la luce, poi, quando si finisce in 'questo' buio, può non essere così facile.

*** Massimo Ferrario, Una politica sospesa lassù in alto, per Mixtura


In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario qui

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