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giovedì 6 maggio 2021

#SENZA_TAGLI / Non ero più libero, ero ignorante (Errico Buonanno)

Sono nato nel 1979. Quando ero alle elementari, senza problemi, con assoluta naturalezza, si usavano alcune parole. Precise, quotidiane. Io me le ricordo bene.
Quando qualcuno faceva qualcosa di goffo, o di stupido, noi bambini degli anni ‘80 dicevamo quanto segue: “Oh, ma che sei mongoloide?” Così dicevamo.
Oh, no, non era una cosa da bambini. Ricordo che la mia maestra (persona splendida, vivace, progressista) faceva uno scherzo. Quando un bambino sbagliava gli diceva: “Bravo, hai vinto il mongolino d’oro”. E noi a ridere.
Altre volte si usavano varianti. Per esempio, si diceva: “Oh, ma che sei spastico?”, “Oh, ma che sei handicappato?” Oppure si mimava: si facevano gli occhi storti, si storpiava la faccia, si torcevano le mani. 
Per carità, non c’entravano le intenzioni: nessuno di noi avrebbe pensato di far male o di discriminare. Macché. Era un modo di dire, così, era uno scherzo, era costume.

Ecco. Ho scritto tutto questo con fatica. L’ho scritto forzando la mano, tanto queste parole mi sembrano oggi vigliacche, becere, incivili. Mai oggi le userei, mai sopporterei che le dicessero i miei figli. Ma il fatto strano è che... beh, non mi sento meno libero per questo. Non ho mai pensato che fosse intervenuta la censura. Ho capito, ho ragionato, ha ragionato tutta la società. E la società ha fatto quello che dovrebbe fare sempre: un passo avanti. 
Perché non ero più libero allora: ero ignorante. E se facessi una battaglia per la libertà di usare il termine “spastico” o “mongoloide” (ma così, eh, per scherzo, senza intenzione) non sarei più libero oggi. Sarei, credo, stronzo.

*** Errico BUONANNO, 1979, giornalista e scrittore, facebook, 5 maggio 2021, qui


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