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sabato 17 aprile 2021

#SGUARDI POIETICI / Eros, la freccia e il tizzone (Massimo Ferrario)

Non è più la freccia incandescente 
che terremota e incendia i giovani anni: 
quella che ci obbligava a modulare, 
tra un languido sussurro e un grido di piacere, 
quel gigantesco e onnipotente ‘ti-amo’ 
che giuravamo avrebbe sfidato l’eternità,
pur sapendo che era soltanto l'attimo 
sfuggito ad un climax appassionato. 

Adesso è il tizzone tra le braci: 
quello che quieto, ma ancora non vinto,
protegge con pazienza il tiepido esaurirsi del focolare
e insistentemente ci sospira alla bocca, 
dal profondo di un legame 
che ne ha difeso con ostinazione le radici,
questo calmo ma fermo e fiducioso 'ti-voglio-bene’, 
a nutrire e rinnovare l'affetto
all’amore abitudinario compagno dei nostri lustri.

Ieri come oggi,
la freccia e il tizzone sono Eros, 
il dio che sa trasmutare, 
senza snaturare il daimon che lo abita 
o impoverire l’energia che lo brucia,
dallo stato più emozionalmente arroventato
allo stato più consapevolmente misurato:
oscillando tra l'incontinente esplosione del ‘ti-amo
e la composta confidenza del ‘ti voglio-bene’. 

In ognuna delle sue forme,
a chi ha la fortuna di esserne prescelto e per magia toccato,
mai smette, 
questo dio che sempre ci deborda, 
di donare scintille che fanno viva 
la vita: 
ora, impetuoso, l’accende;
ora, confortante, la coltiva;
sempre, premuroso, la feconda. 

***Massimo Ferrario, Eros, la freccia e il tizzone, per Mixtura


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