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venerdì 23 aprile 2021

#MOSQUITO / Quando la libertà di scelta è una non scelta (Christopher Lasch)

Una società di consumatori non definisce la scelta come libertà di scegliere una linea di azione invece di un’altra, ma come libertà di scegliere tutto e subito. «Libertà di scelta» significa «mantenersi aperta la possibilità di scegliere». L’idea che «puoi essere tutto quello che vuoi», se da una parte mantiene in vita la vecchia idea della carriera aperta per chi ha talento, dall’altra finisce per suggerire che le identità possano essere indossate e poi scartate come un abito. In teoria la scelta di un amico, di un amante, di una carriera dovrebbe essere suscettibile di cancellazione immediata: questo è il concetto sperimentale, indeterminato, del bel vivere proposto dalla pubblicità delle merci, che circonda il consumatore con immagini di possibilità illimitate. Ma se la scelta non implica più impegni e conseguenze – ad esempio fare l’amore un tempo poteva lasciare importanti «conseguenze», soprattutto per le donne – la libertà di scelta si riduce in pratica a un’astensione della scelta stessa. Se non implica la possibilità di stabilire una differenza, di mutare il corso delle cose, di dare il via a una catena di eventi che potrà anche risultare irreversibile, l’idea di scelta nega la libertà che pretende di sostenere. La libertà si riduce a libertà di scegliere tra il marchio X e il marchio Y, tra amanti intercambiabili, lavori intercambiabili, vicini di casa intercambiabili. L’ideologia pluralista rispecchia con esattezza la situazione del mercato, dove prodotti in apparenza concorrenti diventano sempre più indistinguibili e devono perciò essere pubblicizzati in un modo che crei l’illusione della varietà e che li presenti come trovate rivoluzionarie, straordinarie acquisizioni della scienza e della tecnica moderne o, nel caso di prodotti intellettuali, come scorte che, se consumate, generano immediatamente doti di comprensione, successo o pace spirituale.

*** Christopher LASCH, 1932-1994, sociologo statunitense, L'io minimo, 1984.
https://it.wikipedia.org/wiki/Christopher_Lasch


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