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giovedì 25 marzo 2021

#MOSQUITO / Lo sguardo osceno (Cristiano Mauri)

«Gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più». (Gv 8, 1-11)
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È osceno lo sguardo che fissa il particolare ingrandendolo a dismisura.
Ridurre una persona a un solo aspetto del suo modo di essere o a una sola delle scelte della sua vita è osceno in senso letterale: qualcosa che insozza e deforma, che getta fango e melma, che è bugiardo e disonesto.
Così sono gli occhi degli scribi e dei farisei mentre frugano nell’intimità della donna confinandola subito nel ghetto delle “donne come questa”.
È una sassata il loro sguardo osceno. Come quelle che vogliono tirare addosso a lei e pure al Cristo.
Una sassata vigliacca che nasconde la malizia dietro il paravento del dire null’altro che la verità. Un colpo bastardo, figlia di un’onestà presunta e di una volontà omicida certa.
Anche Gesù guarda alla donna e alla sua storia, ma i suoi occhi hanno l’ampiezza di chi intende sempre e solo dare vita all’altro. 
Chi serve il male fa delle “malefatte” altrui la lente oscena da cui guardare il prossimo e non ha che parole di maledizione.
Chi serve il bene non perde di vista il buono di cui ciascuno è capace e sa sempre dire una parola di benedizione più grande di qualunque malefatta. Vera o presunta che sia.

*** Cristiano MAURI, cappellano presso l'università Bicocca di Milano, facebook, 22 marzo 2021, qui


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