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giovedì 25 febbraio 2021

#SGUARDI POIETICI / E lieti ci crederemo salvi (Massimo Ferrario)

Avevo angoli acuti e perforanti:
che avrebbero voluto frangere 
l'acciaio più infrangibile
per scoprire dall'altra parte del presente
la tenerezza di nuovi cieli 
sotto cui rigenerare un mondo.

Speravo in me e in noi:
se tanti avessero ispessito e acuminato 
i loro angoli 
e insieme, 
con la forza e la passione 
di un'aspirazione collettiva,
avessimo cocciutamente provato 
a spingere e spaccare 
la gabbia spietata e soffocante di quell'oggi,
forse il nitore di un nuovo cielo,
finalmente terso di brezza,
sarebbe apparso a colorare il futuro. 

Così non è stato.
E ora non sarà.

Da tempo sopravvivo quietato:
come tanti, quasi tutti.
Ritratti i pungiglioni
e smarrite le parole ormai solo piene di vuoto,
ci siamo allisciati come il sedere di un neonato
profumato di borotalco.
Non più l'aggressività penetrante
del triangolo:
solo la spossatezza placida e arresa 
di un cerchio
che scivola leggero e indifferente 
come palla di gomma 
sulle ferite lancinanti 
che sanguinano il mondo.

Dicono che anche da rassegnati 
si vive.
Ma lo dice chi confonde 
il vivere 
con quel tirare avanti
che di fatto è solo una spinta coatta 
a rotolare avanti. 

E' anche per questo che non ci resta che 
la mindfulness. 
Rigorosamente auscultare il nostro ombelico
e dare nobiltà al sentiero 
dell'indifferenza: socialmente 
disgregante, 
ma egoisticamente tanto 
rassicurante.

E lieti ci crederemo salvi.

*** Massimo Ferrario, E lieti ci crederemo salviper Mixtura


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