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giovedì 10 dicembre 2020

#SENZA_TAGLI / Buffonate di antidemocratici (Fabio Chiusi)

Orwell è una cosa seria. Orwell e 1984 non sono terra di conquista per le buffonate della destra più ipocrita, pericolosa e francamente indecente da tempi immemori. La “dittatura” è una cosa seria, la propaganda e la manipolazione sistematica pure.

E questi ipocriti non sono degni di riempirsene la bocca. Gente che quando Orban distrugge lo Stato di diritto approva e manda gli auguri al caro leader, condividendo le foto scattate insieme. Che quando Trump fa sistematicamente l’eversore, inventandosi brogli e delegittimando la democrazia statunitense tutta, non trova di meglio che tacere o addirittura riprenderne le menzogne, prendendole per buone. Gente che ha come modello di democrazia autocrati come Putin.

Gente che però sarebbe disposta a martirizzarsi quando “ci rubano” il Natale o chiudono le piste da sci. Che sposerebbe qualunque norma repressiva nel nome del "law and order" — ma guai a scaricare Immuni, perché “il governo ci controlla tramite i cellulari!” (no). Gente che vuole decidere al posto mio come dovrei concepire la famiglia, che vuole dirmi quali preferenze sessuali sono lecite e quali meno, che addirittura rimette in discussione diritti di civiltà acquisiti come l’aborto.

Questi sono i fenomeni da baraccone che vorrebbero insegnarci la libertà e come difenderla. Gente che da anni soffia sul fuoco del razzismo e dell’odio del diverso per macinare consensi in nome della paura e dell’intolleranza. Gente che è capace di usare argomenti indegni di un essere umano, come “chiudono il Natale ma aprono i porti”, o di stupire (e indignarsi) quando le istituzioni prevedono di somministrare il vaccino — e dunque, non sia mai!, dare gli stessi diritti fondamentali — tanto agli italiani quanto ai migranti.

Ecco, sono mesi, per non dire anni, che questa banda di capipopolo innamorata dei “poteri forti” cerca disperatamente di porsi, come sempre fanno i capipopolo, alla guida emotiva di una rivolta per la libertà. E il dramma è che qualcuno ci casca pure. Tanti, a dire il vero.

Tanti al punto che, di nuovo, questa fondamentale ipocrisia è diventata egemone, condivisa anche da chi a destra, almeno nominalmente, non sta. Pensate agli argomenti con cui i renziani — nel mezzo di una pandemia — criticano il governo di cui fanno parte: “no pieni poteri a Conte”, dice Boschi al Corriere oggi (forse dimenticando la riforma che avrebbe portato il suo nome). “Conte come Salvini, sul Recovery Fund ora pretende i pieni poteri”, le fa eco Stefano Feltri su Domani, il quotidiano nato per ridare una voce a un certo progressismo, schiacciato proprio — a partire da Repubblica — dall’invadenza dei frame delle destre.

Interessante come Conte sia criticato insieme per non fare nulla, o fare tutto male perché contestato in ogni decisione, e per accentrare a sé tutte le decisioni. Deve essere uno strano caudillo, questo presidente del Consiglio: il primo dittatore dotato di “pieni poteri” che decide di usarli per non decidere alcunché e mettersi invece alla mercé di governatori, partitini dallo zero virgola, e titolisti inebriati.

Il punto però non è difendere questo governo, che non ho alcuna intenzione di difendere: il punto è difendere la distinzione tra un “regime” e un regime, tra la buffonata della dittatura raccontata tramite gli occhi delle destre in questo paese e una dittatura vera e propria.

Il punto è capire che, se mai qualcuno — specie proprio a destra — dovesse un bel giorno decidere di essere coerente, e provare a trasformare l’Italia nella Russia o nell’Ungheria, beh, potrebbe tranquillamente farlo nel nome della libertà di noi tutti, e riuscirci. Tanti, troppi darebbero corda, acconsentirebbero — proprio come hanno taciuto o minimizzato i deliri eversivi di Trump, o dimenticato di chiederne conto ai fan nostrani.

Quindi critiche all’esecutivo, a ogni esecutivo, sì, sempre. Ma lasciare che fan di Orban, Trump e Putin lo dipingano come una dittatura orwelliana a mezzo restrizioni sanitarie, ecco, quello è un insulto alla democrazia e a chi, oggi come ieri, lotta per difenderla.

Il nemico è il virus, non la democrazia. Il nemico sono gli antidemocratici, non la democrazia.

*** Fabio CHIUSI, giornalista e saggista, facebook, 8 dicembre 2020, qui


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