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martedì 8 settembre 2020

#MOSQUITO / Comprendere, contemplare, meditare (Claudio Lamparelli)

La grande intelligenza comprende, la piccola intelligenza discrimina; 
i grandi discorsi sono concisi, i piccoli discorsi sono prolissi. (Chuan-Tzu)

Benché le fasi della discriminazione e dell'analisi siano indispensabili, è solo quando si abbracciano tutti i dati in un unico sguardo che si giunge alla comprensione. Fermarsi ai particolari impedisce di arrivare a una visione complessiva. Ecco perché la «grande intelligenza» è sintetica, comprensiva ed essenziale, mentre la «piccola intelligenza» è pignola e prolissa. 

D verbo "comprendere" ha due significati che esprimono alla perfezione questa attività intelligente: da una parte vuoi dire "contenere" e dall'altra "capire". Ma ha anche un terzo significato: guardare le cose con una certa benevolenza. 

Non c'è comprensione senza una certa contemplazione. Non si contempla solo la natura, ma anche una persona, un'opera d'arte, un avvenimento o il proprio sé. Quando per esempio contempliamo un bei paesaggio, non ci stanchiamo di guardare, di ammirare e, nello stesso tempo, ci sentiamo pervasi da un senso di pace e di benessere. 
In quel momento scompare ogni altro pensiero e noi siamo concentrati solo su ciò che guardiamo. Forse non abbiamo analizzato il paesaggio, ma certo lo abbiamo compreso; anzi, "ci siamo" compresi, ci siamo assorbiti in esso. 
Questo può avvenire per tutte le cose belle e piacevoli, ma anche per certe esperienze terribili. Ci si assorbe e ci si comprende, senza averlo deciso. 
In tali casi la contemplazione è spontanea. Esiste però anche la possibilità di praticare deliberatamente la meditazione, in modo da ottenere gli stessi benefici di allargamento della comprensione e di sviluppo della serenità. 
Questa pratica ci aiuterà ad avere una visione generale delle cose, senza perderci nei particolari. Ne guadagnerà il nostro equilibrio interiore, ma anche il benessere della collettività. Dichiara Confucio: «L'uomo saggio mira all'universale ed è imparziale, mentre l'uomo da poco ignora l'universale ed è parziale». 

*** Claudio LAMPARELLI, saggista, traduttore, Intelligenza, capitolo 63, in L’arte della serenità, Mondadori, 1997


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