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martedì 16 giugno 2020

#SGUARDI POIETICI / La retorica del ponte (Massimo Ferrario)

Ponti da progettare e da costruire.   
E poi, con cura e pazienza, da manutenere: 
riparare, ristrutturare, rinforzare 

Ponti su cui serenamente camminare.
Ponti su cui produttivamente incontrarsi.

Ponti fecondi: 
che seminano legami e nutrono affetti.

Ma anche ponti da evitare, non percorrere,
dimenticare:
perfino da abbattere. 

Per sfuggire a incontri e illusioni inutili: 
solo monologhi perditempo
spacciati per dialoghi che non generano. 

O addirittura per difendersi da tentazioni pericolose. 
Quando l’altro ti seduce
con la retorica insinuante dell'avvicinamento:  
negandosi nemico, 
ti invita con malìa a farti prossimo,
ignaro e sereno ad attraversare la distanza,
per poi nascondersi dentro un dedalo di 
muri
e con calma aspettarti. 

Alla fine, dall'alto di un riparo,
con la certezza della mira di un cecchino,
impallinarti.

*** Massimo Ferrario, La retorica del ponte, per Mixtura


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