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lunedì 22 giugno 2020

#MOSQUITO / Apartheid, un vocabolo nuovo per un'idea vecchia (Nelson Mandela)

Apartheid era un vocabolo nuovo ma l'idea era vecchia. Significa letteralmente "separatezza", e rappresentava la codifica in un unico sistema oppressivo di tutte le leggi e i regolamenti che per secoli hanno mantenuto gli africani in una posizione di inferiorità rispetto ai bianchi. Quello che era esistito più o meno de facto doveva implacabilmente affermarsi de jure. La segregazione spesso sommaria degli ultimi trecento anni doveva essere consolidata in un sistema monolitico, diabolico nei dettagli, ineludibile nella portata e soverchiante nel potere. La premessa dell'apartheid era che i bianchi fossero superiori agli africani, ai meticci, agli indiani, e la sua funzione era quella di stabilire per sempre la supremazia bianca. Secondo i nazionalisti, "Die wit man moet altyd baas wees" ("I bianchi devono rimanere per sempre padroni). La loro piattaforma poggiava sulla parola baasskap, letteralmente "padronanza", una parola forte che condensava la supremazia bianca in tutta la sua asprezza. Tale politica era supportata dalla Chiesa riformata olandese, che forniva all'apartheid la giustificazione religiosa sostenendo che gli afrikaner erano il popolo eletto da Dio e che i neri erano una razza inferiore. Nella visione del mondo degli afrikaner, la Chiesa e l'apartheid andavano d'amore e d'accordo.

*** Nelson MANDELA, 1918-2013, primo Presidente del Sud Africa dopo l'apartheid, premio Nobel per la pace nel 1993, Lungo cammino verso la libertà, 1995, Feltrinelli, 2012


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