Ogni anno sento il bisogno di riproporre un'invettiva che non si placa: anzi, cresce più invettiva che mai.
Un'invettiva che è in morte di Eluana Englaro.
Ma che è anche (soprattutto) 'per' la vita - vera, libera, dignitosa - di ognuno di noi.
E' banale ciò che cocciutamente alcuni di noi continuano a chiedere, nell'indifferenza generale e contro una ideologia apparentemente compassionevole, ma di fatto disumana e spietata.
Chiediamo (esigeremmo) che ognuno, banalmente, possa decidere sul suo fine-vita, quando questo fine-vita non è più vita, ma è soltanto una fine che si è già prodotta nella 'sua' vita.
Perché la vita, dono o non-dono che sia (per me non lo è, perché non credo nell'esistenza di un donatore: ma questo, per il tema specifico, non ha la minima importanza), quando non è più vita, 'può' essere rifiutata. Naturalmente non 'deve'. Ma 'può'. Almeno da chi ha deciso di rifiutarla.
Chiediamo (esigeremmo) che ognuno, banalmente, possa decidere sul suo fine-vita, quando questo fine-vita non è più vita, ma è soltanto una fine che si è già prodotta nella 'sua' vita.
Perché la vita, dono o non-dono che sia (per me non lo è, perché non credo nell'esistenza di un donatore: ma questo, per il tema specifico, non ha la minima importanza), quando non è più vita, 'può' essere rifiutata. Naturalmente non 'deve'. Ma 'può'. Almeno da chi ha deciso di rifiutarla.
Niente e nessuno, a parte me stesso, mi obbligano a vivere una vita che pure sia vita a tutti gli effetti: nel suo essere fisico più pieno e 'vitale. Perché il benessere fisico, come sappiamo, non è il benessere psicologico e i due 'benesseri' possono non andare d'accordo.
Ancor meno, però, può esistere una imposizione violenta, tra l'altro santificata da una legge, che costringa chi opta per scelte di dignità umana a 'funzionare' (non più a 'vivere'), per giunta solo in forza di macchine che 'funzionano' al posto di suo: al posto di una persona che non c'è più.
Ancor meno, però, può esistere una imposizione violenta, tra l'altro santificata da una legge, che costringa chi opta per scelte di dignità umana a 'funzionare' (non più a 'vivere'), per giunta solo in forza di macchine che 'funzionano' al posto di suo: al posto di una persona che non c'è più.
Per questo, anche quest'anno, rimando al link di 'Mixtura' in cui compare la mia Invettiva laica: l'ho scritta nel 2009 e rimpiango solo di non essere stato capace di urlarla più forte, mettendoci dentro ancora più ardore e furia.
Ricordando Eluana e le donne e gli uomini che come lei hanno subito la stessa tortura.
O che possono, ancora, nonostante tutto, subirla domani.
Ricordando Eluana e le donne e gli uomini che come lei hanno subito la stessa tortura.
O che possono, ancora, nonostante tutto, subirla domani.
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