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lunedì 3 febbraio 2020

#MOSQUITO / La democrazia liberale e le istituzioni (Colin Crouch)

L’idea di democrazia liberale è collegata a quella di rappresentanza, ma i due concetti non sono affatto identici. Il liberalismo, inteso nel senso più generale, implica l’accettazione dell’idea che la conoscenza umana sia fondamentalmente incerta e che qualsiasi credenza, per quanto salda, possa sempre rivelarsi falsa. Perciò il liberalismo tollera la diversità, ivi compresi gli approcci che personalmente disapproviamo: lo fa in quanto non possiamo mai avere la certezza che il nostro sapere e la nostra interpretazione non possano cambiare. I liberali possono essere intolleranti solo verso l’intolleranza e le convinzioni indiscusse; e anche se hanno le proprie convinzioni religiose o politiche, non saranno mai tanto certi della propria verità da sentirsi in diritto di reprimere chi non la pensa come loro. (...) 

... la democrazia liberale è una forma di governo in cui la cittadinanza e il suffragio universale degli adulti sono accompagnati da una serie di istituzioni che hanno il compito di tutelare l’incertezza, la varietà e la possibilità del cambiamento anche contro la volontà di chi ha democraticamente vinto le elezioni. È particolarmente importante che i tribunali e il potere giudiziario siano al riparo da interferenze politiche e che il governo sia subordinato alla legge, a quello che i tedeschi chiamano Rechtstaat, lo “stato di diritto”. La conquista dello stato di diritto precede l’avvento della democrazia, e a volte tra questi due principi nascono tensioni. Ogni tanto qualche politico eletto pretende che i “giudici non eletti” accettino un ruolo subalterno rispetto al suo: questa pretesa è uno dei principali segni di riconoscimento di un politico che aspira a un “potere assoluto”.

*** Colin CROUCH, 1944, sociologo e politologo britannico, Combattere la postdemocrazia, Laternza, 2020.


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