la Storia
- quella con la maiuscola -
revisioniamo il passato
di coloro che la fecero
mettendo tutto e tutti insieme:
incolpando chi ha avuto coraggio
di mettere in gioco la vita,
o assolvendo chi è stato a guardare,
o ha aiutato i tacchi di ferro
delle croci uncinate e dei fasci littori
a perpetuare la sopraffazione,
bestemmiando il nome della Patria
e violentando l'umano che è in noi.
Abbiamo bisogno di dirci
che anche loro, in fondo,
- chi ha rischiato la pelle e chi l'ha persa -,
erano dei poveretti come noi.
E non i piccoli e grandi eroi comuni
che ci hanno regalato la libertà:
quella indispensabile condizione d'ossigeno,
ormai creduta scontata, che oggi,
chini a digitare h24 i nostri sospiri ombelicali
sugli smartphone che ci fanno soli in tanti e tutti insieme,
stiamo gettando allegramente
in discarica.
Intanto chi non può fare a meno
del nostro spensierato asservimento,
per moltiplicare su di noi il suo dominio
prepotente e senza pietas,
continua a lisciarci il pelo:
con parole di interessamento fintamente amorevoli,
il sorriso bloccato da paresi all'angolo della bocca
e i baci ripetuti a crocefissi e rosari impugnati come armi.
Lui
- ma non è solo -
urla ossessivo che lo straniero non passerà:
perché è stato finalmente disumanizzato
e reso nemico di noi tutti,
ormai convintamente convinti
del diritto d'essere 'noi prima di tutti'.
E gongola per la gabbia dorata
entro cui siamo finiti imprigionati
mentre non cessiamo di applaudire
l'eterno pifferaio imbroglione:
poco importa oggi l'inferno
se domani, ci viene giurato, sarà
paradiso.
Eppure la Storia insegna
che ci saranno sempre donne e uomini capaci
- prima o poi -
di recuperare le chiavi
e aprire le porte
e abbattere i muri
e uscire in piazza a seminare energia:
chiameranno a raccolta i rassegnati e i dispersi
e in tanti - stretti stretti -
scopriremo la potenza della vicinanza
e grideremo forte che convivenza e democrazia
- poiché sono parole di carne e non di spirito,
fatte di terra e non di zucchero -,
possono, e devono, essere anche conflitto e scontro,
se non vogliono essere la pace dell'ingiustizia
dei lupi che imbrogliano gli agnelli,
ma mai devono diventare
odio, violenza ed esclusione verso gli ultimi.
Allora,
se accadrà
- se lo faremo accadere -,
sarà finalmente la nuova
Liberazione.
*** Massimo Ferrario, La nuova Liberazione, per Mixtura
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
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