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martedì 24 settembre 2019

#SPILLI / Sociopatia politica (Massimo Ferrario)

E continuano gli elogi.
Anche quando li criticano, o più spesso fingono di farlo, opinionisti di ogni tendenza ripetono entusiasti che comunque siamo di fonte a veri e propri 'animali politici'. 

Basta questa espressione per assolverli da qualunque colpa. Come a dire: è la politica, bellezza.
E allora ecco l'accettazione supina e indiscussa di ogni più squallida degenerazione del convivere politico passata per realpolitik (e se dissenti, non hai capito nulla di come gira il mondo oggi): dalle panzane più mirabolanti, fatte credere verità nonostante la loro assoluta incredibilità, alle improvvise e impudenti giravolte che contraddicono platealmente mesi di spergiuri in direzione contraria; dallo sfoggio orgoglioso di una post-ideologia che spaccia svergognato opportunismo per nobile pragmatismo alla più imperturbabile messa in campo, dalla sera alla mattina, dei trasformismi più funambolici; dalla retorica più frusta, vuota e smielata che strumentalizza il 'bene del Paese' per meglio prendere per i fondelli il Paese alla più becera e sfrontata corsa a perseguire i personali obiettivi affaristici di 'potere&successo', sbattendo in faccia a tutti la propria egolatria senza freni.
Eccetera eccetera.

Domando: quando capiremo che non di 'animali politici' si tratta, ma di 'delinquenti politici' (perché compiono il peggiore dei reati politici: sviluppare qualunquismo), oppure (e spesso è lo stesso) di 'casi psichiatrici' mai risolti? 

Insisto: quando capiremo che i televenditori di fumo, o di arrosto bruciato, e gli agitatori ossessivi di odio, che mirano a convincerci di essere i 'nuovi messia del cambiamento' soltanto per poter dare sfogo alla loro pulsione patologica di onnipotenza, meriterebbero l'ostracismo per i raggiri, tentati o compiuti, oppure, a voler essere comprensivi, quanto meno avrebbero bisogno di un  immediato intervento di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio)?

Se e quando lo capiremo, avremo  realizzato una delle condizioni, insufficienti ma indispensabili, perché il campo della politica tossica venga liberato.
E sia finalmente (ri)consentito a politici 'normali', forniti di quel 'giusto' narcisismo che stimola l'affermazione personale, ma ne contiene lo straripamento prevaricante, di indirizzare le loro energie e ambizioni, sane, verso obiettivi il più possibile e davvero di 'bene comune': così (ri)provando, una buona volta, a restituire la Politica alla politica.

Spetterebbe a loro farlo: a chi è ancora, faticosamente, 'normale'. 
E spetterebbe a noi liberarci di questi imperversanti miserevoli sociopatici.

Perché questo avvenga, tuttavia, dovremmo vincere due 'se': di cui non abbiamo sufficientemente consapevolezza.

(1) Il primo 'se: se non fossimo patologicamente attratti da chi è affetto da questa sociopatia politica: nascosta, ma chiara, evidente e arrembante.

(2) Il secondo 'se': se, sempre più spesso disgustati dallo spettacolo osceno, non insistessimo nel disinteressarci di 'politica&politici', pensando che il binomio non ci riguardi.

E' purtroppo in questo secondo modo che rinforziamo lo stato della nostra ostinata 'insensibilità civico-politica', di fatto riducendoci all'impotenza: fissi a guardarci l'ombelico e magari impegnati con l'ultima tecnica di sviluppo psicologico, meglio se di meditazione orientaleggiante, che ci promette il paradiso interiore. 
Mentre fuori di noi il mondo (vicino e lontano, in Italia e non solo) si dibatte tra il diventare, definitivamente, sempre più melma o inferno.

*** Massimo Ferrario, Sociopatia politica, per Mixtura


In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui

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