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martedì 16 luglio 2019

#SENZA_TAGLI / In Italia, ormai (Paola Ronco)

In Italia c’è una città in cui due bambini vengono falciati da un Suv guidato da un mafioso strafatto di cocaina.
Una città in cui i genitori di questi bambini, per poterli seppellire, si devono rivolgere a una ditta di pompe funebri gestita da una famiglia mafiosa.
Una città che ha un commissariato di polizia situato in un edificio di proprietà di una famiglia mafiosa, per cui l’affitto viene pagato dal Viminale alla stessa famiglia mafiosa.

Questa città non è un caso isolato. In Italia c’è un sistema mafioso enorme e pervasivo, che sta uccidendo, spolpando, devastando l’intero paese.

In Italia c’è un’altra città in cui si effettua lo sgombero di uno stabile con battaglioni di poliziotti, elicotteri, idranti e blindati. Nello stabile vivono duecento persone, di cui ottanta minori. Nessun piano alternativo è stato predisposto per farli andare da un'altra parte.
In Italia c’è un’altra città ancora, che incidentalmente è la mia, in cui si mettono in tre volanti della municipale e dieci uomini per inseguire, raggiungere e arrestare un venditore abusivo di ombrelli.

In Italia, ogni tanto, scoppia una guerra tra la mafia e lo stato: autobombe, attentati, l’esercito a rastrellare casolari.
Poi, ogni volta, scende un grande silenzio, ma non è un buon segno: vuol dire che si è raggiunto un qualche tipo di accordo. Vuol dire che si sono trovati dei referenti affidabili, da tutte e due le parti.
In Italia c’è molto silenzio, da parecchio tempo. Giusto qualche arresto qua e là, giusto per dire che qualcosa si sta facendo. Il solito teatro.

In Italia, ormai, si preferisce fare la guerra contro i poveracci, forse pensando che almeno quella si può vincere. Senza capire che si è già perso tutto.

*** Paola RONCO, facebook, 15 luglio 2019, qui


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